Difficile, per chi è appassionato di auto e ancora di più di F1, non essersi mai imbattuto, in una delle tante ricerche sul web, in questa foto. Un’immagine, quella della Ferrari spezzata in due, che oggi definiremmo virale ma sulla quale, per anni, tutti noi ci siamo sempre chiesti: come è stato possibile che una Ferrari si sia spezzata a metà?
Il circuito Laguna Seca, la macchina una F399 impiegata dalla Scuderia nella stagione 1999, quella dell’incidente di Schumacher a Silverstone e del titolo sfiorato con Eddie Irvine. La vettura venne poi acquistata da tale Frits Kroymans , appassionato e facoltoso collezionista, nonchè importatore di Ferrari in Olanda, nei primi anni 2000, e impiegata in alcuni eventi F1 Clienti che, già al tempo, la Casa di Maranello organizzava per i suoi clienti.
Alla curva 6 del tracciato americano, la difficile piega a sinistra che porta sulla salita verso il famoso cavatappi, Kroymans impattò con la sua monoposto di muso, apparentemente a bassa velocità, rendendo quella che era stata una degna contendente al titolo una triste e angosciante Ferrari spezzata, con tante di gambe del malcapitato a penzoloni. Fortunatamente per lui, il pilota-collezionista se la cavò senza un graffio.
Perché la Ferrari si spezzò in due?
Nonostante i severi crash test che la FIA organizza ogni anno per l’omologazione delle nuove monoposto, come è possibile che nel giro di pochi anni si assistette a una scena simile? Kroymans, felice di poter raccontare l’episodio ai nipoti, fece fare delle modifiche alla centina del telaio per potersi accomodare comodamente all’interno dell’abitacolo modellato sulle forme di Schumacher e Irvine. Proprio a livello della centina, dove venne probabilmente tolto del carbonio per assottigliare la scocca, avvenne il cedimento, già sollecitato dall’impiego agonistico di qualche anno prima.