Non più tardi di ieri commentavamo l’ascesa a due cifre del terzo trimestre 2022 di Ferrari, durante il quale le performance commerciali del marchio hanno brillato e le consegne hanno superato le 3.000 unità. Non abbiamo però menzionato il numero di Ferrari Purosangue che è passato dalla fabbrica…al garage dei pochi clienti che sono riusciti ad accappararsene uno. Il SUV Ferrari è stato presentato appena un mese fa e stiamo vivendo in un periodo in cui la consegna di un’utilitaria può durare quasi un anno. Ebbene, se avevate dei dubbi sul successo della prima Ferrari a ruote alte (siccome non vogliono chiamare SUV ciò che SUV sostanzialmente è) sbagliavate di grosso: anche in questo caso gli ordini hanno superato le aspettative.
“Non una di più non una di meno”: le parole del CEO Vigna
Se ci basiamo sul caso Lamborghini Urus (seppur sia decisamente meno costoso), la Lambo più venduta della storia, possiamo già prevedere come un prodotto di questo tipo possa diventare la fortuna della casa di Maranello. I SUV, d’altro canto, sono il cavallo di battaglia che chiunque al giorno d’oggi produce per dare un boost notevole alle vendite, ma la Ferrari Purosangue no, e forse è per questo che non vogliono che la si chiami sport utility (insieme alla sua originalità stilistica ed “ergonomica”).
Ecco, nonostante il successo del prodotto sia superiore a quanto preventivato da Ferrari, il CEO Amedeo Vigna è stato quantomai chiaro riguardo all’argomento: “non supererà il 20% della produzione totale, e se il trend di crescita rispetto al 2021 rimarrà lo stesso, ciò significa che nel 2023 (primo anno di piena produzione della Purosangue) la produzione sarà al massimo di 2.650 unità. Non una di più, non una di meno.”
Si potrebbe vedere questa decisione come un voler preservare l’esclusività e il significato di essere clienti del Cavallino Rampante o anche nell’ottica di una maggior esclusività del modello, ma la sostanza non cambia. Se un domani Purosangue dovesse diventare il modello più desiderato, non sarà in ogni caso il modello di punta della Casa, lasciando lo “sporco lavoro” alle sportive, tra le quali si registra la corsa lanciata della 296 GTB, l’ibrida con il 2.9 l V6.
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