Una delle più gravi carenze che le motorizzazioni civili devono affrontare, in ambito patenti, è la mancanza di esaminatori, il che rende difficile lo svolgimento (e la prenotazione stessa) degli esami. Basti pensare che nell’ultimo anno sono stati richiamati al servizio gli esaminatori andati in pensione nel biennio precedente per coprire le voragini dell’assenza di personale.
L’Italia, insieme ad altri paesi europei, vuole cambiar pagina per quanto riguarda l’esame patente di guida, cosciente del fatto che la situazione non migliorerà né nel breve né nel medio termine, trovando nella tecnologia un potente alleato. Forse.
Esame patente da remoto, parola del ministro Giovannini
Il ministro Enrico Giovannini (con altri ministri europei) ha infatti abbracciato l’idea degli esami pratici a distanza, la cui fattibilità sarebbe permessa da un collegamento on-line e da molti dispositivi di registrazione, in modo che gli esaminatori possano lavorare anche da remoto. Questo metodo permetterebbe agli esaminatori di non doversi trasferire per tutta Italia al fine di svolgere il proprio lavoro (ottimizzando il tempo a disposizione per gli esami), sposando poi l’opportunità dello smart working riscoperta durante la pandemia.
Come può avvenire tutto ciò? In maniera abbastanza intuitiva, ma comunque non esente da difficoltà. Consorzi di autoscuole e autoscuole stesse dovranno predisporre una serie di microfoni, altoparlanti, sensori e telecamere a bordo dei veicoli destinati agli esami, connettendo questi alla postazione dell’esaminatore. Per mettere in piedi un vero e proprio esame patente da remoto, quindi, ci sarebbero delle spese non indifferenti da affrontare.
Questo potrà vedere in diretta le immagini delle telecamere e i dati raccolti dai sensori (un po’ come le dash-cam), valutando così il comportamento dell’aspirante autista. Tra le segnalazioni che gli apparati inviano agli esaminatori ci sono l’accensione e l’attivazione delle luci, degli indicatori di direzione, delle cinture e delle azioni sui pedali di gas e freno. Non solo: come sulle autovetture sarà montato il riconoscimento della segnaletica stradale, con il quale sarà possibile verificare se e quanti segnali verranno rispettati dal conducente.
Al termine dell’esame, inoltre, chi dovrà giudicare potrà ricorrere alle registrazioni video raccolte dalle telecamere per ricorrere al “VAR” e poter provare le sue segnalazioni e rispondere ad eventuali contestazioni. Non è finita qui: l’esaminatore potrà anche scaricare la reportistica completa dell’esame completa dei dati (in questo caso degli errori) rilevati dai sensori e dalle smart-cam.
Esame patente da remoto: un futuro ancora incerto
Sicuramente questa modalità di esame può sembrare avvenieristica e futuristica, considerato anche che il sistema potrà effettuare l’identikit dello studente tramite il riconoscimento facciale, ma nella pratica servirà ancora tempo, un po’ come la guida autonoma. Le possibilità tecniche e materiali ci sono, farebbero anche risparmiare soldi e tempo alle amministrazioni e (auspicabilmente) agli allievi (e\o alle loro famiglie), ma dal lato normativo e applicativo ancora non ci siamo, serve ancora del tempo per vedere il piano dell’esame smart in azione. Per questa volta, però, l’Italia è uno degli stati più preparati in materia.
Autore: Nicola Accatino
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