Ormai il fenomeno Eccentrica ha fatto eco in tutto il mondo. L’abbiamo conosciuta una prima volta circa due anni fa, nel frattempo il progetto è cresciuto, abbiamo intervistato l’Ing. Maurizio Reggiani, un passato che parla per lui alle dipendenze di Maserati, Bugatti e Lamborghini, e oggi abbiamo visto dal vivo la Rose Phoenix, seconda vettura dei diciannove previsti che ormai attende poche settimane per essere consegnata nelle mani del suo fortunato possessore.
Per chi si fosse perso un passaggio, Eccentrica è il restomod che reinterpreta, in chiave moderna, l’iconica Lamborghini Diablo che, in questo progetto, è la Donor Car. Un restomod in cui ci ha creduto fin dai primi passi Emanuel Colombini, il fondatore di Eccentrica V12, e che oggi vi raccontiamo più nel dettaglio.
La visione dietro eccentrica
Il già citato Emanuel Colombini è il fondatore e presidente di Eccentrica Cars, un progetto di restomod nato dalla sua passione per le Lamborghini, per cui ha corso anche nei trofei monomarca, e dalla volontà di reinterpretare un’icona come la Diablo sognata da ragazzino, unendo la sua anima originale a soluzioni tecniche più moderne. Proprio da una Diablo rossa, lui ama ripetere, rimase stregato. D’altronde, ormai sono passati circa 35 anni, all’epoca la Diablo prefigurava l’arrivo del fenomeno, il secondo di questo articolo, delle hypercar. Maturata l’età adulta e l’esperienza da pilota, Colombini si è posto l’obiettivo di migliorare la sua preferita senza tradire neanche un grammo della sua essenza.

Dietro questa frase si nasconde il concetto stesso di restomod, reinterpretare, migliorando, un’icona del passato. Nel caso di Eccentrica V12 da quella prima serie che frenava male e aveva una curva di erogazione non certo “facile”, rimane l’ispirazione ma soprattutto il V12 aspirato da 5,7 litri, ora da 550 CV. Tanti gli interventi mirati a migliorare il packaging, e guai a citare l’elettrificazione. Tra le varie modifiche, si possono citare i nuovi alberi a camme, corpi farfallati elettronici, oltre a mappature motore specifiche selezionabili direttamente dal guidatore tramite un comando nel tunnel centrale.
In abitacolo ecco il cambio ad H che aggiunge un rapporto, ora sono sei, rispetto ai cinque della Diablo originale, grazie a una completa riprogettazione. Ci raccontava l’Ing. Reggiani che uno dei difetti della Donor Car è l’estrema lunghezza della prima marcia, con relativi strattoni almeno fino ai 100 km/h. Ora anche questo “problema” è stato risolto pur mantenendo un cambio manuale che, anche l’occhio vuole la sua parte, si fa assolutamente rispettare. Innovativo il sistema di retromarcia elettrica con un tasto apposito da premere su tunnel.

Telaisticamente parlando, il telaio è stato riprogettato per migliorare la rigidità strutturale e garantire un comportamento su strada più preciso. L’utilizzo di fibra di carbonio ha inoltre consentito una riduzione di peso di 40 kg rispetto alla vettura originale, migliorando ulteriormente agilità e maneggevolezza. L’assetto è stato sviluppato con sospensioni a doppio braccio e ammortizzatori semi-attivi Tractive, regolabili su cinque livelli per adattarsi a diverse condizioni di guida. L’impianto frenante, sviluppato in collaborazione con Brembo, include dischi anteriori da 380 mm e pinze a sei pistoni, assicurando una potenza frenante senza compromessi.
Neanche comparabili le gomme di allora messe di fianco alle Pirelli P Zero montate come primo equipaggiamento. I nuovi cerchi da 19″ traggono ispirazione dalla Diablo GTR, una delle ultime nei quasi 10 anni di vita della storica V12 di Sant’Agata.
Cosa rende speciale la Rose Phoenix

Questa configurazione su misura si distingue per una livrea Rose Gold a triplo strato, una tonalità sofisticata e ricercata che esalta le linee della vettura con un effetto cangiante sotto la luce, donandole profondità e dinamismo. I dettagli Black Semi-Matt, applicati su elementi selezionati della carrozzeria, creano un contrasto deciso ma elegante, enfatizzando il carattere grintoso dell’auto. All’interno, l’abitacolo è un perfetto equilibrio tra lusso e sportività. I rivestimenti in pelle nabuk Maxpell e Alcantara color Coconut avvolgono sedili, pannelli e cruscotto, offrendo un tocco vellutato al tatto e un comfort impareggiabile. Gli inserti Rose Gold, sapientemente posizionati su plancia, tunnel centrale e dettagli delle portiere, riprendono la tonalità esterna, creando un raffinato gioco cromatico che lega armoniosamente esterni e interni. Ogni elemento è stato studiato per offrire un’esperienza sensoriale esclusiva, dove materiali pregiati e design sofisticato si fondono in una perfetta sintesi di stile e performance
Parallelamente, proseguono le attività di testing e validazione, un processo fondamentale per affinare ogni componente e garantire affidabilità e prestazioni superiori. Un esperto team di ingegneri e collaudatori sta perfezionando la vettura, consolidando gli obiettivi fissati con la Proto 1 nel 2024.
Due domande con Emanuel Colombini, il fondatore di Eccentrica
Un aggettivo per definire Eccentrica V12?
“Beh se dovessi scegliere un aggettivo sarebbe gustosa. Nasce da un pensiero di passione, e trasformarlo in un progetto che ha dietro tanta ingegneria e tanta tecnica è un processo che ci sta dando tanta soddisfazione”
Come sta procedendo il lancio della vettura ai vostri clienti?
“Nel 2023 eravamo in una fase dove avevamo già studiato tutta la parte di ingegneria e avevamo costruito il primo prototipo funzionante. Da lì abbiamo completato tutte le parti pre testing and validation, fase che stiamo affrontando con i due prototipi. Un processo molto simile a un costruttore OEM; più delle metà delle 19 vetture previste sono state vendute e pensiamo che nei prossimi eventi (Goodwood, Pebble Beach) potremo completare le vendite. Poi bisogna iniziare a pensare al futuro…”
Cosa ci aspetta dopo la V12 coupé?
“Stiamo già pensando che Eccentrica si potrà esprimere con altre versioni della Diablo, sia con few-off più improntate all’uso pistaiolo sia a qualcosa di più stiloso, diciamo pure una versione Roadster.”
L’Ing. Reggiani, nella nostra intervista, ci parlava di biocarburanti per alimentare il fenomeno restomod. Lei cosa ne pensa?
“Penso sia una buona soluzione guardando agli sviluppi di questi progetti. Queste sono auto di nicchia che fanno pochi chilometri e quindi sono toccate parzialmente dal tema delle emissioni, perdipiù pensando che un’auto come la Diablo è già di per sé storica e quindi meno limitata da questo punto di vista. Sicuramente è importante dare una sostenibilità all’utilizzo di queste auto e a nostro avviso i biocarburanti sono una strada più che valida per ridurre l’impatto ambientale e dare un segno al mondo automotive.”