Stavolta l’attenzione si sposta su Monaco di Baviera, dopo le tristi e note vicende che hanno coinvolto Volkswagen e ultimamente Porsche e Audi, con l’arresto dell’ex CEO Rupert Stadler. Come riportato dal Frankfurter Allgemeine Zeitung, BMW avrebbe già spedito a casa di 324.000 clienti proprietari di Serie 3, 4, 5, 6 e 7 oltre a X3 e X6 la lettera del richiamo a causa di gravi problemi all’impianto di circolazione dei gas di scarico. Ecco a voi il nuovo capitolo del Dieselgate, attore protagonista il Diesel BMW.
Lo scandalo sembra provenire dall’oriente, dove 27 BMW (sembra Serie 5) hanno preso fuoco in Corea e da lì il terremoto ha coinvolto la sede locale della Casa bavarese che, ovviamente, ha subito mandato l’allarme al quartier generale. Notizia da prendere con le molle fino a un certo punto.
Sul sito stampa BMW Global è stato infatti diramato un comunicato ufficiale che conferma la notizia relativa a problemi tecnici derivanti dal ricircolo dei gas di scarico. Ciò che BMW non dice ma che al suo posto afferma sempre il magazine tedesco, è che sarebbero già partite le azioni legali da parte delle associazioni di consumatori.
Dopo le 27 auto andate in fiamme in Corea, BMW ha ufficialmente fatto partire il richiamo embra quasi rassegnata al richiamo delle vetture coinvolte sulle quali sono montati i diesel BMW quattro cilindri montati tra la metà del 2015 e la seconda metà del 2016, mentre per i 6 cilindri in linea dei motori più performanti l’arco temporale va dal 2012 al 2015.
Fatte le dovute analisi che avrebbero trovato il colpevole nel modulo EGR, con tanto di piccole quantità di liquido refrigerante (glicole) che va ad accumularsi nell’EGR causando quindi gli incendi di cui sopra, l’allarme ha iniziato a suonare forte a Monaco di Baviera.
A questo punto, come si legge nel comunicato diramato il 7 agosto, la Casa di Monaco avrebbe quindi deciso di estendere le modifiche tecniche anche alle auto vendute in Europa prima di incorrere in pericolosi incendi dalle cause ancora più nefaste.