Negli Stati Uniti, le express lanes sono una realtà consolidata in molte grandi città, come Los Angeles e Miami. Queste corsie a pagamento offrono un’alternativa per chi desidera evitare il traffico. Consentono a chi paga un sovrapprezzo di muoversi più rapidamente rispetto al flusso principale.
L’idea di implementare un sistema simile nel nostro paese è emersa quest’estate, ma non è stato mai chiarito se si realizzerà e quando.
Ciò non ha impedito una cascata di articoli e congetture relative.
Onde evitare speculazioni, per informarvi adeguatamente è necessario contestualizzare attenendosi esclusivamente ai fatti.
Perché si parla delle corsie a pagamento?
È tutto partito da un’intervista a Umberto Tosoni rilasciata a Class CNBC durante l’evento “Road to MF35” dedicato al 35° anniversario del quotidiano economico Milano Finanza. Umberto Tosoni è il CEO di Astm. Parliamo di uno dei principali gruppi privati che operano nel settore delle infrastrutture e dei trasporti in Italia, con concessioni negli Stati Uniti e in Brasile.
Durante l’intervista, ha citato le corsie a pagamento inizialmente parlando delle autostrade estere. Successivamente (in seguito a una domanda) ha ipotizzato un arrivo in Italia senza specificare tempi e modi: ne ha parlato solo per pochi secondi.
È una notizia gonfiata: scopri perché
Tosoni quindi ha solo sfiorato in maniera veloce l’idea dell’implementazione di corsie a pagamento in Italia.
Tra l’altro ne ha parlato in un discorso ben più ampio.
Infatti ha esposto le strategie di sviluppo del gruppo Astm, sia in Italia che a livello internazionale. Poi ha esplorato l’importanza delle concessioni autostradali come strumento di partnership tra pubblico e privato per migliorare le infrastrutture italiane.
Migliorie che riguardano progetti di digitalizzazione e smart roads, come quello in corso sulla tratta Torino-Milano, che includono anche un focus sulla sostenibilità. Un esempio è un sistema di raccolta dell’acqua piovana sulle autostrade, che verrebbe trattata e riutilizzata in particolare per l’agricoltura, contribuendo a una gestione più sostenibile delle risorse idriche.
Il nostro consiglio quindi, se ti interessano gli sviluppi delle autostrade italiane senza lasciarti abbagliare da notizie parziali, è di guardare l’intervista linkata all’inizio del paragrafo precedente.