L’emergenza Coronavirus ha colpito quasi tutti i settori e, tra questi, anche quello delle autoscuole che ormai sono ferme da marzo.
A lanciare l’allarme di questa grave crisi è l’Unasca (Unione Nazionale Autoscuole Studi Consulenza Automobilistica). Secondo quanto riportato dall’associazione: “l’attività didattica delle autoscuole è sospesa dai primi di marzo e ciò che preoccupa maggiormente è l’incognita sulle tempistiche per la riapertura e la ripresa di tutte le attività: sono infatti sospese tutte le pratiche inerenti il conseguimento della patenti di guida per migliaia di utenti e il rinnovo per gli autisti professionali della carta di qualificazione del conducente, documento essenziale per poter circolare”. Senza contare che le 7.000 autoscuole presenti sul territorio danno lavoro a circa 30.000 persone chiamate a svolgere le più disparate mansioni.
Quali sono i rischi?
Come sottolinea Emilio Patella, Segretario Nazionale di Unasca, le autoscuole non percepiscono incassi e devono, comunque, far fronte alle spese. Inoltre, se è vero che l’attività potrà riprendere solo dopo l’estate, le autoscuole potrebbero non reggere. “Molti colleghi sono già al limite, anche perché c’è da considerare che dal mese di gennaio alle patenti di categoria B è stata applicata l’IVA al 22% e questo ha rallentato la richiesta da parte di molti giovani. Questo è il motivo per cui noi chiediamo al Governo che sia data attenzione alla nostra situazione, non è assolutamente da sottovalutare. Vogliamo riprendere a lavorare appena le condizioni di sicurezza lo permetteranno, adottando tutti i dispositivi di protezione che l’Istituto di Sanità riterrà opportuni”.
Mentre l’Unasca fa sentire la sua voce, ci auguriamo che tutto finisca nel più breve tempo possibile e che il mondo intero possa, nei tempi necessari, tornare alla normalità.