Il mercato auto 2016, europeo, e soprattutto italiano, è in crescita. +8% il primo, +17.4% il secondo, mentre quello americano dimostra segni di rallentamento, -4% negli ultimi tre mesi.
Il mercato italiano, però, ha anche un ulteriore particolarità, messa in luce da una proiezione elaborata dal Centro Studi Fleet&Mobility.
Con le auto immatricolate nei primi nove mesi del 2016, 1.406.035 secondo i dati UNRAE, che a fine anno dovrebbero toccare quota 1.850.000, si è già superato il valore complessivo del 2009.
Nel 2009, prima che iniziasse il tracollo causato dalla crisi economica, vennero immatricolate 2.150.000 vetture, per un valore complessivo di 35 miliardi. Nel 2016, nei primi 9 mesi, il mercato auto italiano ha mosso una cifra pari a 35.4 miliardi di euro, con 700.000 vetture immatricolate in meno rispetto ai 12 mesi di quell’anno.
Come è evidente e come ha affermato Pier Luigi del Viscovo, presidente del Centro Studi Fleet&Mobility, il mercato ha ampiamente recuperato il livello pre-crisi.
Il giro di affari è infatti aumentato notevolmente nel giro di 7 anni. Nel 2009 il valore medio di un’acquistata era di poco superiore ai 16.000 euro, mentre nel 2015, il costo medio di un’auto è salito di oltre 3.000 euro, a quota 19.095 euro, come già vi avevamo raccontato qui.
Una crescita registrata soprattutto negli ultimi tre anni.
Un giro di affari così alto è spiegabile, da un lato con l’aumento dei listini, e della lista degli optional, da parte delle case automobilistiche, e dall’altro, molto più rilevante, da un cambio di gusti nelle scelte degli acquirenti.
Nel 2010, vennero immatricolate 1.297.000 berline e 234.000 SUV/Crossover, secondo i dati dello studio.
Nel 2015, invece, la quota delle berline è scesa a 885.000, mentre i SUV sono saliti a 394.000 preferenze.
Il mercato auto, soprattutto quello italiano, si dimostra quindi in salute, molto, a dispetto da quanto prospettato a inizio anno. Resta da capire, quanto incidano sul totale, le immatricolazioni che hanno come intestatarie le concessionarie.
Il peso delle società, nelle immatricolazioni per tipologia di acquirente, è infatti salito: +25%, contro un +16% dei privati.