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Auto elettrica cinese ordinata pre dazi Ue: beffa per i clienti italiani

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Mentre gli analisti finanziari si interrogano sulla reale utilità degli extra dazi Ue sulle auto elettriche cinesi, sono i consumatori a pagarne immediatamente le conseguenze. La prima vittima è il cliente che in Italia (o altrove nel Vecchio Continente) ha prenotato in una qualsiasi concessionaria una vettura nuova full electric del Dragone, firmando il “contratto” nei mesi antecedenti l’entrata in vigore delle barriere europee (il 5 luglio 2024).

Esiste infatti un periodo di stallo fra il momento in cui il venditore nella filiale della Casa orientale fa l’ordine per la macchina nuova, e il giorno in cui il veicolo arriva in concessionaria. È probabile che, a causa dei dazi, l’auto costi molto di più. In base alla tariffa imposta da Bruxelles al costruttore cinese: dal 17,4% al 37,6%. Meno l’azienda ha collaborato alle indagini della Commissione Ue, più forte la tassa.

Il cliente subisce una beffa: desiderava acquistare l’auto elettrica cinese a un prezzo basso (caratteristica peculiare delle vetture proveniente dalla nazione della Grande Muraglia), senza extra dazio. E invece si ritrova un prezzo di listino molto più elevato, con la tassa di importazione.

Siccome il “contratto” si riferiva a un prezzo inferiore, non vale più. Intanto, il consumatore resta col nulla in mano: non ha neppure sfruttato gli incentivi statali per le elettriche, pensando di poter contare sulla vettura cinese che costa poco. Sono gli effetti collaterali indesiderati della guerra commerciale appena iniziata fra Ue e Cina.

Autore: Mr. Limone

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