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A margine del Taormina Film Festival 2013, dove Lancia, main sponsor del festival, ha presentato alla stampa le novità del brand ed i piani futuri di sviluppo sul mercato estero, abbiamo avuto modo di intervistare Antonella Bruno, da qualche mese responsabile europeo del brand del Lingotto.
Buongiorno Dott.ssa Bruno, può raccontarci il suo percorso professionale nel mondo dell’automobile?
Ho iniziato in Ford, sono arrivata nel gruppo Fiat nel 2007, ed ho lavorato nel team di prodotto, seguendo i business cases di Bravo, e Croma fino al lancio commerciale della Freemont a giugno 2011. Quella stessa estate sono entrata nel team Lancia, prima come Marketing Director per il mercato italiano, poi Country Manager, ed infine responsabile del brand. E’ stata per me una grandissima possibilità di crescita, lavorando sia in termini di marketing e prodotto, sia in termini commerciali e di gestione della rete dei concessionari, ed infine, oggi, tornando a riunire le varie esperienze che ho vissuto come capo del brand Lancia.
Essere donna ha avuto un valore particolare nella sua esperienza?
Essere donna non ha un significato diverso, lavoro nel mondo dell’automobile dal 1997 in questi anni di lavoro ho visto bravi manager uomini e bravi manager donne, così come pessimi manager uomini e pessimi manager donne. Per me la differenza la fa la passione, la competenza, lo studio e la credibilità che ti costruisci in carriera. Non è una questione di sesso, ma di approccio al business, anche se, ovviamente, mi fa piacere essere la prima donna ad occupare questa posizione.
Siete soddisfatti, anche a livello di riscontri commerciali, del legame instaurato tra il mondo del cinema ed il brand Lancia?
Il legame di Lancia con il cinema risale a tantissimi anni fa, basti pensare alla presenza delle vetture Lancia in film come ‘Il sorpasso’. Il nostro brand ha in comune con il mondo del cinema alcune caratteristiche importanti come l’eleganza, lo stile e la capacità di trasferire emozioni: sono due territori che matchano perfettamente dal punto di vista dei valori, che noi usiamo, in contesti come quello del Festival di Taormina, per dare visibilità ai nostri prodotti. L’importanza non risiede solo nel puro marketing, ma anche nella possibilità di dare visibilità vera e propria ai nostri prodotti.
Proseguirà sugli stessi binari già intrapresi finora la partnership con Chrysler?
Lancia e Chrysler hanno unito la migliore esperienza del gruppo nel fare small cars, la Ypsilon è un esempio, con la capacità di Chrysler di lavorare su piattaforme come quella del Voyager, prodotto del quale siamo orgogliosi per la propria unicità, con caratteristiche che non hanno rivali sul mercato. Abbiamo unito due expertise proveniente da due mondi diversi sotto un solo brand. Ovviamente nei mercati esteri, dove Voyager è già molto affermato, il nostro obiettivo è soprattutto quello di crescere con la Ypsilon.
Quali piani per allargarsi al mercato europeo in futuro?
Nel 2014 proseguiremo con le serie speciali: per noi si tratta di veri e propri lanci di prodotto, che ci permettono di allargare la penetrazione dei nostri modelli. Ypsilon sarà il volume driver e beneficeremo di ogni progetto congiunto tra noi e Chrysler. Ypsilon ha nel DNA le serie speciali: se si guarda nel passato, basta pensare alla Y10 Missoni, questo è sempre stato parte del nostro modo di gestione del ciclo di vita del modello. Noi le interpretiamo come ampliamento delle possibilità dei nostri clienti. E’ il prodotto Ypsilon in sé a portarsi dietro questa caratteristica di eleganza e glamour.
Soddisfatti dell’importanza attribuita alla comunicazione via internet?
Il customer journey dei consumatori sta cambiando, oggi i clienti arrivano in concessionaria preparatissimi e non possiamo non essere dove i nostri clienti si informano: ecco perché dedichiamo così tanta attenzione al web, come testimonia il lancio del nostro nuovo portale, senza ovviamente togliere importanza alla nostra rete di vendita.
I piani per il futuro di Lancia?
Lancia vuole essere un brand che si distingue in tutto ciò che fa, con una gamma completa. Ypsilon su segmento B, Delta al confine tra segmento C e D, Voyager che è il punto di riferimento del monovolume e Thema che è cresciuta anche quest’anno. Il nostro territorio è quello dell’eleganza e dell’esclusività, ovviamente il nostro volume maker continuerà ad essere Ypsilon ma continueremo a lavorare su progetti congiunti con Chrysler.
E una versione un po’ più pepata di Ypsilon?
Sulla Ypsilon per il momento lavoriamo sulle serie speciali: il ruolo più dinamico lo avrà la Momodesign soprattutto come impronta estetica ma stiamo valutando la possibilità di una versione un po’ più pepata. Ovviamente, prima è importante valutare bene la situazione perché i nostri modelli devono essere in grado di esprimere volumi, considerata la situazione del mercato. Il tema della sportività in questo contesto economico ha, ovviamente, una dimensione limitata, ma, per il momento, non ci precludiamo nulla.
La Flavia, che non ha riscontrato grande successo commerciale in proporzione ad altre vetture del brand, può considerarsi un’occasione mancata? E, soprattutto, sarà mai possibile, per gli appassionati del marchio, rivedere una piccola coupè/cabriolet a due posti sullo stile del famoso concept Fulvia del 2003?
Non considero Flavia un’occasione mancata: sapevamo che i volumi di vendita non sarebbero stati particolarmente elevati, e la scelta della motorizzazione a benzina, di stretta derivazione chrysler, non ne avrebbe certo fatto un’auto popolare, ma siamo comunque soddisfatti di un modello le cui vendite è stato in linea con quello del mercato. Per quanto riguarda un’eventuale nuova cabriolet a due posti, magari quella Fulvia cui faceva riferimento, purtroppo al momento il mercato non ci consente certi esercizi di stile. In futuro, chissà…