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ANCMA: le due ruote devono ripartire subito

Presentata in anteprima mondiale al recente Salone di Parigi (vedi articolo), la nuova Giulietta Sprint celebra i 60 anni di vita del modello che, sulla scia del successo della 1900, venne lanciato al Salone di Torino del 1954 e in brevissimo tempo conquistò gli appassionati di tutto il mondo. Fu proprio la Giulietta negli anni Cinquanta a far sognare gli automobilisti rendendo per la prima volta accessibile il desiderio di possedere un'Alfa Romeo.
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“Il nostro sistema industriale e la rete di distribuzione e vendita stanno subendo un danno economico molto rilevante, la tenuta è a rischio”.

Lo ha scritto, unendosi al coro chi vede in modo responsabile la fase 2 dell’emergenza Coronavirus, Paolo Magri, presidente di Confindustria ANCMA, l’associazione dei produttori di cicli, motocicli e accessori.

Si tratta di un parte del contenuto di una lettera indirizzata al Governo e a Vittorio Colao, il manager che guida la task force per la ripartenza, cui Magri ha chiesto “la riapertura immediata delle imprese del settore”.

Protocolli sanitari rigorosi

“I nostri associati sono pronti a riprendere già oggi e a farlo con responsabilità, adottando in modo rigoroso i protocolli sanitari condivisi con le parti sociali, nell’interesse dei lavoratori e della tutela di un mercato contraddistinto da una forte stagionalità”, ha aggiunto Magri in una nota divulgata stamane.

Mercato, a marzo (dati ANCMA) – 66%

“A differenza di altri settori quello delle due ruote concentra infatti la gran parte delle vendite nel periodo tra aprile e luglio. Solo nel mese di marzo, con la chiusura dei concessionari, abbiamo subito una contrazione del 66% rispetto all’anno precedente e le previsioni su maggio sono molto negative: proprio per le caratteristiche del nostro mercato difficilmente potremmo recuperare una parte di questi volumi se si protrarranno le chiusure”.

Ma a preoccupare l’associazione sono anche le ripercussioni sull’export. “Basti pensare”, continua Magri, “che il 18% della produzione europea di biciclette e quasi la metà di moto avviene in Italia: parliamo di un eccellenza industriale da circa 320mila veicoli e 2,6 milioni di bici all’anno, a cui si aggiungano importanti realtà industriali e artigianali che producono accessori, componenti e abbigliamento tecnico che hanno fatto la storia di questo settore a livello internazionale”.

Rete in affanno

“Circa 5000 negozi, piccole realtà imprenditoriali talvolta a conduzione familiare, in questo momento con l’adozione, ad esempio, di misure di vendita alternative potrebbero in qualche misura tornare a respirare e
favorire la diffusione di bici e moto”.

La mobilità e le due ruote

“Le due ruote, siano esse a pedale, a motore o a trazione
elettrica”,
conclude Magri, “giocheranno infatti un ruolo importantissimo nella mobilità individuale della ripartenza, soprattutto nei contesti urbani, dove possono assicurare in maniera esclusiva il distanziamento sociale, la velocità negli spostamenti e una maggiore sostenibilità ambientale”.

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