Partirà domani e durerà fino all’8 ottobre lo Zoute Grand Prix edizione 2017, dove FCA Heritage partecipa con due preziosi esemplari provenienti dal Museo Storico Alfa Romeo.
Si tratta della Alfa Romeo 33 Spider Cuneo e della Giulia TZ2, affiancate sullo stand Alfa, come di consueto nel caso di queste manifestazioni, dai modelli più recenti del Biscione, Stelvio, Giulia e 4C su tutte. Non mancheranno invece sul podio dello Zoute Grand Prix Giulia Quadrifoglio e Stelvio in allestimento Super, entrambi in livrea “Rosso Competizione”, che richiama la tradizione del marchio.
Alfa Romeo 33 Spider Cuneo (1971)
L’Alfa Romeo 33 Spider Cuneo è entrata nell’immaginario collettivo come una dei simboli della Casa di Arese nella storia delle competizioni. Nata sulla base della 33 Stradale del 1967, equipaggiata con un potente motore V8 con bancate a 90° posto in posizione centrale all’interno di un futuristico telaio a traliccio e soprattutto la leggera carrozzeria in fibra di vetro “scolpita” dal maestro Franco Scaglione.
Passano 4 anni e a Bruxelles Pininfarina presentò un’ultima interpretazione della struttura della Alfa Romeo 33 Stradale, creando la 33 Spider, che in azienda fu in seguito ribattezzata “Cuneo” proprio per la sua forma, a tutto vantaggio dell’aerodinamica.
Giulia TZ 2 (1965)
Erede della gloriosa TZ, nel 1964 al Salone dell’automobile di Torino presso lo stand della Carrozzeria Zagato venne esposta la sua logica evoluzione, la Giulia TZ 2 (il cui nome ufficiale rimase TZ), una vettura che, ancora oggi, merita un posto d’onore tra le Alfa Romeo che hanno fatto la storia delle competizioni automobilistiche. La grande novità rispetto alla TZ originale fu la carrozzeria leggera in fibra di vetro, con parti del telaio immerse nella resina per rendere più stabile il telaio.
Nuove anche le sospensioni, con ammortizzatori verticali, per fare spazio ai nuovi cerchi da 13”. Il motore quattro cilindri da 1570 cm3 sviluppava una potenza massima di 170 CV a 7500 giri/min grazie alla doppia accensione e a un nuovo sistema di aspirazione dell’aria dinamico. Freni a disco sulle quattro ruote e una velocità massima di 250 km/h completavano l’opera.