Oggi voglio provare a rispondere alla domanda delle domande: può essere abbinato il termine sportivo alla parola SUV? Esistono veramente i SUV sportivi e sono davvero performanti come una vettura di potenza simile, ma di carrozzeria diversa? Per rispondere al quesito l’oggetto più adatto da utilizzare come esempio è senza dubbio l’Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio, ancora di più nell’edizione più recente, la MY2020.
La potenza non le manca, così come la raffinatezza delle soluzioni meccaniche, che hanno reso lei e la sua sorella berlina, la Giulia, veri e propri benchmark del segmento per quanto riguarda le sensazioni di guida. Nel mondo dei D-SUV lo Stelvio Quadrifoglio si inserisce alla perfezione, grazie a dimensioni tipiche della categoria con 4,70 metri di lunghezza, 1,68 m di altezza e 2,16 m di larghezza.
Esterni e interni Stelvio Quadrifoglio: il colore vale il prezzo del biglietto
Le linee della versione Quadrifoglio sono state estremizzate e, al contempo, sono state adottate soluzioni concepite per soddisfare gli elementi tecnici di questa vettura. Il frontale dello Stelvio Quadrifoglio cambia nella griglia, con una gigantesca bocca e fantastici sfoghi dell’aria sul cofano.
I passaruota “bombati” in tinta con la carrozzeria la rendono più aggressiva nel complesso, ma buona parte del merito è anche dei cerchi in lega bruniti che misurano 20”, equipaggiati con una gommatura differenziata tra avantreno e retrotreno (255 all’anteriore, 285 al posteriore). Gli unici accenti neri, li troviamo negli inserti anteriori, nelle minigonne laterali e nella parte inferiore del paraurti posteriore, che ingloba i 4 scarichi firmati Akrapovic (optional) e l’estrattore. Altra particolarità, la coppia di gruppi ottici, con firma a LED su sfondo brunito, un accessorio a pagamento firmato Mopar. La ciliegina sulla torta, però, è data dal colore di questa Alfa Romeo, un rosso tristrato che cattura l’attenzione e colpisce anche il più distratto dei passanti. Spettacolare.
L’unica piccola “delusione” arriva dall’anteriore, dove troneggiano anche nel MY2020 i bei fari bi-xenon con LED diurno, mentre il resto della concorrenza premium arriva addirittura fino ai Laser LED.
Gli interni dello Stelvio Quadrifoglio 2021 sono pensati e sviluppati attorno al guidatore. I comandi sono essenziali e ben distribuiti, mentre gli altri sono raggruppati sul volante dal diametro contenuto.
Rispetto allo Stelvio “tradizionale”, l’ambiente è più racing, principalmente grazie all’ampio utilizzo della fibra di carbonio sulla consolle, sul tunnel, sulla mostrina della plancia, sugli inserti delle maniglie e sulla corona del volante. La ciliegina sulla torta è data dai bellissimi sedili sportivi Sparco con poggiatesta integrato e guscio in fibra di carbonio, ben profilati per un miglior contenimento in curva, impreziositi da cuciture rosse e da cinture rosse (optional). Sul volante il pulsante di accensione, anch’esso di colore rosso, permette di immergersi in un abitacolo ben realizzato, che, inoltre, offre di serie i paddle del cambio in alluminio ricavato dal pieno, solidali al piantone dello sterzo.
A livello tecnologico, sulla Model Year 2020 è stato fatto qualche passo in avanti, con il sistema di infotainment Alfa Connect da 8,8”, dotato dei sistemi di mirroring Apple CarPlay e Android Auto, che, oltre a essere tradizionalmente gestito con il Rotary Pad, ora è anche touchscreen ed ha cambiato le logiche di funzionamento, introducendo un sistema a “blocchi”, in stile smartphone, molto più veloce e intuitivo.
Rimane analogico il doppio quadrante dedicato a tachimetro e contachilometri, mentre al centro c’è uno schermo che mostra il computer di bordo e i vari sistemi di assistenza alla guida, alcuni lanciati proprio con questo rinnovamento del 2020.
Infine, le dimensioni dello Stelvio offrono uno spazio interno buono per tutti e cinque gli occupanti, con un bagagliaio che non è stato ridimensionato sulla versione Quadrifoglio e che offre una capienza che va da 525 a 1.600 litri.
Alla guida della Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio: il miglior SUV sportivo di sempre?
Un’altra domanda che sorge spontanea è: l’Alfa Rome Stelvio Quadrifoglio è il miglior SUV sportivo in commercio? Proviamo a rispondere. Iniziamo dai soliti freddi numeri. Il motore è un 2.9 V6 biturbo da 510 CV (a 6.500 giri) e 600 Nm di coppia (tra i 2.000 e i 5.000 giri), la trazione è integrale Q4, mentre l’accelerazione da 0 a 100 km/h viene coperta in 3,8 secondi per una velocità massima di 283 km/h. Il tutto è coordinato dal cambio automatico a 8 rapporti (un convertitore di coppia della ZF) con paddle al volante in alluminio e dall’altro centro di comando, il selettore Alfa DNA Pro, che permette di modificare il comportamento dinamico del veicolo in base alle scelte del guidatore: Advanced Efficiency, Natural, Dynamic e Race sono le quattro configurazioni disponibili, con il tasto delle sospensioni attive, che si può premere a piacimento, ma che è sempre attivo quando la rotella è in Race.
La prima modalità serve a ridurre i consumi con funzioni quali il “sailing”, effetto veleggiamento, e la disattivazione dei cilindri, ma non vi aspettate miracoli in termini di consumi. Poi salendo da Normal a Dynamic lo Stelvio si sveglia dal torpore, ma ad ogni accelerata sembra quasi che vi chieda di essere messa in Race e una volta scelta questa modalità, non vorrete più “mollarla”.
Qui subentrano una nota positiva e una negativa, entrambe figlie della stessa questione: in Race si disattivano i controlli e l’handling della vettura rimane nelle vostre mani, il che era, ed è, un problema su Giulia, data la trazione posteriore, ma lo è meno per Stelvio, che conta su un’integrale efficace. Il fatto, però, che non si possano gestire singolarmente i parametri di controllo trazione, apertura scarichi e tutti gli altri settaggi, rimane una annosa questione in fatto di tailor made che un’auto premium sportiva deve garantire.
La dotazione tecnica è uguale, se non superiore a quella della Giulia Quadrifoglio, anche per quanto riguarda l’assetto, dove lo schema delle sospensioni AlfaLink all’avantreno vede i quadrilateri sovrapposti con asse di sterzo semi-virtuale, mentre al retrotreno Multilink a quattro bracci e mezzo. Inoltre, c’è il sistema di controllo attivo e continuo delle sospensioni e degli ammortizzatori che permette di ridurre le oscillazioni in tutte le condizioni di guida.
Tra le curve, ingresso e appoggio sono veramente rassicuranti; nei curvoni veloci lo Stelvio Quadrifoglio non si perde un millimetro, mostrando un comportamento molto affilato e super reattivo del telaio, nonostante i 1.800 kg di peso. Uno dei punti di forza è l’effetto cut off dell’acceleratore, che, non appena si lascia il pedale, taglia immediatamente la potenza, spostando il carico sull’asse anteriore per agevolare l’inserimento.
In uscita dalle curve si percepisce il posteriore a cui piace allargare la traiettoria, dovuto a una trazione che privilegia il retrotreno. Questa peculiarità permette di giocare ulteriormente con un leggero sovrasterzo, prontamente corretto dall’anteriore, quasi senza attuare correzioni. Consideriamo anche che tutto questo avviene con i controlli praticamente disattivati, ma con la tecnologia Torque Vectoring che ottimizza la motricità, con le due frizioni a controllo elettronico contenute nel differenziale posteriore, che consentono di gestire separatamente la coppia per ciascuna ruota. Il risultato è una voglia di infilarsi in curva senza paura, consci che i limiti di questo super SUV sono veramente alti.
Gran parte di questo risultato è merito di uno sterzo che ormai rappresenta uno dei punti focali del piace di guida di Alfa Romeo, di tutte le versioni, non solamente delle Quadrifoglio, ma proprio su quei modelli che si fregiano di questo leggendario badge dà il meglio di sé. Preciso e direttissimo, il volante rimane sempre abbastanza leggero, ma nella guida sportiva è capace di regalare feedback senza eguali. Anche il cambio ZF a 8 rapporti è uno dei punti di forza e non fa rimpiangere alcun doppia frizione, grazie alle sue cambiate veloci (in piena accelerazione ogni passaggio di marcia è una goduria) e scalate altrettanto fulminee in modalità sequenziale. Un po’ meno intuitivo, invece, se lasciato nella gestione completamente automatica.
Bene anche i freni Brembo con dischi in carboceramica, molto potenti, ben dimensionati in rapporto alla massa (6 pistoncini e 390 mm ant. e 4 pistoncini e 360 mm post.) e capaci di continuare il proprio lavoro anche ad alte temperature, merito anche del sistema elettromeccanico Integrated Brake System. Il settaggio della frenata di emergenza è stato nettamente migliorato rispetto alla versione normale, dove questo entrava ogni volta che si premeva il pedale con decisione. Unico difetto, la corsa, che risulta troppo corta, rendendo meno filante la guida in città e le frenate a freddo, momento nel quale l’impianto non offre performance
E il sound? Lo Stelvio è una di quelle poche auto che continua a offrire un sound piacevole da ascolta e Akrapovič ha fatto l’ennesimo capolavoro, migliorando. Ogni appassionato che si rispetti adora sentire la propria auto “cantare” come si deve e questo impianto regala quelle note appaganti anche ai bassi regimi, dove prima, con la Quadrifoglio tradizionale, il sound rimaneva molto sommesso. Agli alti, invece, sempre in Race si raggiungono tonalità superiori rispetto al passato e qualche bel “botto” in cambiata.
Bene anche i freni, molto potenti, ben dimensionati in rapporto alla massa e capaci di continuare il proprio lavoro anche ad alte temperature, merito anche del sistema elettromeccanico Integrated Brake System. Il settaggio della frenata di emergenza è stato nettamente modificato rispetto alla versione normale, dove questo entrava ogni volta che si premeva il pedale con decisione. Unico difetto, la corsa, che risulta troppo corta, rendendo meno filante la guida in città.
In sostanza, secondo il mio giudizio sì, la Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio è uno dei migliori, se non il migliore, SUV sportivo in commercio a oggi, grazie a un’agilità, un sound e un coinvolgimento alla guida che ha pochi eguali.
Concorrenti e prezzo Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio
Con un prezzo di listino di 101.000 euro, lo Stelvio Quadrifoglio si posiziona al centro del mercato dei Super D-SUV. La concorrenza è poca, ma molto blasonata. Le principali avversarie sono la Porsche Macan Turbo, la Mercedes GLC 63 S AMG e la BMW X3 M Competition.
Il prezzo online scende a 96.000 euro, ma ci sono una serie di optional di questo magnifico esemplare che fanno crescere il prezzo finale: cerchi in lega bruniti da 20” (1.500 euro), Pack Sound Harman Kardon (1.400 euro), portellone ad azionamento elettrico (450 euro), rete e binari per vano bagagli (200 euro), dischi freno Carboceramici (9.000 euro), scarico Akrapovic in titanio con terminali in carbonio e valvola attiva (5.000 euro), sedili Sparco con guscio in carbonio (4.500 euro), volante in pelle Alcantara con inserti carbonio e pulsante avviamento rosso (500 euro), cinture di sicurezza rosse (400 euro), fanali posteriori bruniti (970 euro). La cifra finale tocca i 120.000 euro di listino.
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