Il ritorno del Biscione in F1, voluto fortemente da Sergio Marchionne (già nel 2015 il logo della Casa di Arese comparve sul cofano della SF15-T di Vettel e Raikkonen), potrebbe diventare una favola mai compiuta. Niente di allarmante, ok, ma sembrerebbero probabili le voci della stampa inglese circa un possibile ritiro, o cambio di nome della “trasformista” Sauber, di ciò che è oggi Alfa Romeo Racing.
Il primo anno, il 2018, Alfa Romeo subentrò come sponsor in un team sull’orlo del fallimento. Sauber F1 Team arrivava da due stagioni senza grosse soddisfazioni e l’ex D.T. Monisha Kaltenborn, poi silurata, era ormai in accordo con Honda per il passaggio al motorista giapponese a partire dal 2018. Poi intervenne Marchionne, consapevole che bisognava dare una macchina a quel talento cristallino che risponde al nome di Charles Leclerc, per il consueto anno di apprendistato prima dell’arrivo a Maranello.
Sarebbe stato più bello vedere sui giornali il logo Alfa Romeo ben in evidenza sul cofano sulla monoposto dove sedeva il futuro campione della Ferrari no? Da genio del marketing qual era, Marchionne non si fece scappare l’affare e rinsaldò ancor di più i legami che storicamente legano Ferrari alla scuderia elvetica, fin dai tempi di Schumacher (esclusi gli anni di gestione BMW, dal 2006 al 2009), sfruttando un team in crisi per rilanciare il nome di Alfa Romeo, in quel momento fresco dell’arrivo di Stelvio e con rosee aspettative per il futuro.
Cosa accadrà in futuro?
Per un 2018 dove l’obiettivo massimo poteva, ed è stato, un ottavo posto, per il 2019 ci si aspettava molto di più. L’ingaggio di Kimi Raikkonen avrebbe dovuto dare l’input per risalire la china, con un Giovinazzi voglioso di rimettersi in gioco al fianco di un campione del mondo. La C38, macchina complicata, non ha certo aiutato (e l’addio del suo progettista Simone Resta, tornato a Maranello, l’ha azzoppata ancor di più), e i 35 punti (31 Kimi, 4 Antonio), ancorano la scuderia italo-elvetica sempre a quel benedetto ottavo posto, anche se va detto che Racing Point dista “solo” 19 punti, difficili da recuperare entro la fine dell’anno ma non impossibili.
In tutto questo, Alfa Romeo sperava, onestamente, di recitare una figura migliore. Nei box tutti sorridono ma sul mercato il Biscione sta faticando, in attesa degli aggiornamenti di Stelvio e Giulia e di Tonale, la quale non arriverà prima del 2021. Esporsi così tanto serve a testimoniare la voglia di corse che ha sempre avuto il brand del Biscione, fin dagli albori, ma può rappresentare un’arma a doppio taglio se i risultati non arrivano.
Con il biennale di Raikkonen, destinato poi a godersi la pensione, e la probabile riconferma di Giovinazzi, a cui vanno aggiunti i regolamenti 2020 che rimarranno pressoché gli stessi di quest’anno, il prossimo anno è sì al sicuro ma difficile dire quanto cambieranno i valori in campo, almeno a centro gruppo. C’è, però, molta incertezza dal 2021 in avanti: entro poche settimane sapremo definitivamente che aspetto avranno le monoposto del F1 e come si strutturerà il regolamento. Difficile che Ferrari rinunci a supportare due team, come Haas e Sauber appunto, utili dal punto di vista tecnico e anche umano, per lo sviluppo di risorse che vanno dai tecnici agli stessi piloti, come dimostrato dal caso Leclerc.