Inutile girarci attorno. Questa Ferrari formato 2020 è la pallida copia di una già non esaltante SF90 che, ancora col beneficio del dubbio legato alla polemica sul motore, riuscì, quanto meno, a farsi valere in alcune gare, raccogliendo un buon numero di pole position. La SF1000 è indietro, sia sullo schieramento sia sullo sviluppo, e si corre di riserva. Binotto getta acqua sul fuoco, ma è realista (“È la peggior conclusione possibile di un weekend che era già molto deludente“, ai microfoni della stampa) ma ciò che è successo in Austria è il secondo contatto tra compagni di squadra in meno di un anno, cose che non devono capitare.
L’errore di valutazione, subito ammesso da Leclerc, sa molto di essere stato il risultato del classico “o la va o la spacca”, forse consapevole che senza un attacco decisamente avventato (sarebbe finito addosso a chiunque, peccato che quel chiunque fosse Vettel) difficilmente Ferrari se ne sarebbe andata dall’Austria con un secondo podio, come accaduto domenica scorsa seppur favorito da diverse safety car e ritiri.
Ora serve calma e sangue freddo. La Ferrari è oggettivamente allo sbando, serve un cambio di rotta e in fretta. Ricordiamo che nel 2021, arrivo di Sainz a parte, il progetto SF1000 rimarrà lo stesso, per regolamento (le monoposto 2021 figlie delle nuove regole aerodinamiche sono state posticipate di un anno). Serve quindi alzare la testa, dimostrare che la Ferrari non può fare la comparsa e, soprattutto, serve tranquillità: incidenti come quelli di oggi, storicamente, non capitano quasi mai per caso. Dopo il crash Rosberg-Hamilton a Barcellona 2016 la scuderia anglo-tedesca è mai più ricaduta in errori simili tra i due piloti? Pensateci. Ripetiamo: a Maranello, è già il secondo in meno di un anno, dopo Interlagos 2019…ah, altra differenza. I due galli nel pollaio Mercedes stavano lottando per il primo posto, sempre a inizio gara, qui si lottava nelle retrovie, in Brasile idem come sopra…
Le dichiarazioni dei piloti Ferrari a fine gara
Charles Leclerc: “Ciò che è successo oggi è tutta colpa mia, non c’è altro da dire. Mi prendo la responsabilità per intero. Ho commesso un errore per il quale le scuse non sono sufficienti. In questo momento, nel quale non abbiamo forse il potenziale per portare a casa punti pesanti, c’è bisogno di cogliere ogni opportunità e la gara di oggi ce ne poteva offrire, anche considerando come era andata una settimana fa. Per colpa mia invece ce ne andiamo senza punti. Ero così ansioso di fare bene per la squadra che ho pensato di poter guadagnare tre o quattro posizioni in un colpo solo ma ho sbagliato la mia valutazione. Un episodio come questo non è facile da accettare per tutto il team che ha lavorato duro per portare qui diversi aggiornamenti. Viviamo già un momento abbastanza difficile, non c’era bisogno anche di questo. Mi sono scusato con tutta la squadra e con Seb, che non ha fatto nulla di sbagliato. Oggi ho rovinato tutto e sono molto dispiaciuto. Imparerò da quanto è accaduto e tornerò più forte la prossima volta”.
Sebastian Vettel: “Oggi avevo voglia di gareggiare e sentivo buone sensazioni. Non ho azzeccato una buona partenza perdendo tempo e finendo fuori dalla linea ideale. Poi siamo arrivati in curva 3 e mi sono ritrovato in lotta con due vetture. Ero all’interno e non mi aspettavo un attacco in quel punto. Quando è arrivata la macchina di Charles, che non potevo vedere, purtroppo non mi sono potuto fare da parte perché non c’era abbastanza spazio. Siamo entrambi sufficientemente maturi per superare questo incidente. La giornata è stata ovviamente deludente ma resto ottimista: per fortuna non dobbiamo aspettare troppo prima di tornare in macchina. Speriamo che l’Ungheria si riveli una pista migliore per noi”.