Porsche 911 Speedster, una sigla storica per un modello altrettanto storico, tanto da tornare in auge in tempi più recenti con la sua erede moderna. Ecco la sua storia.
Di tutte le forme in cui è stata declinata la Porsche 911 lungo la sua carriera lunga oltre il mezzo secolo, la più esotica è certamente la Speedster. Scoperta, leggera e minimalista, sono queste le tre caratteristiche che la sportiva più famosa di Zuffenhausen deve avere per meritarsi questo appellativo. Un nome nato con la 356, ovvero la prima auto di serie prodotta dalla Porsche.
La Speedster è così particolare e di nicchia, che non è stata nemmeno sviluppata e prodotta in tutte le generazioni di 911. Evidentemente più di un dirigente, anche in epoche diverse, ha pensato che avesse poco senso realizzate una cabrio ancora più estrema, con il parabrezza rastremato e una piccola cappottina di emergenza.
Ma, guardando le cose a posteriori, tutti questi colletti bianchi hanno avuto torto, perché le varie Speedster sono tra le 911 più care e ricercate dai collezionisti. E pensare che la prima 356 Speedster era nata per essere più veloce in gara, per trasformarsi, con tutte le sue parti rimovibili, in una specie di barchetta.
Per vedere la prima 911 Speedster, ad ogni modo, si è dovuto attendere il 1989. L’auto era stata presentata al Salone di Francoforte del 1988, ma è entrata in produzione solo l’anno dopo. La sua genesi tecnica è curiosa, perché è stata sviluppata sull’ultima evoluzione della serie G, quella della mitica 930 Turbo, per intenderci.
Quindi, quando è arrivata nelle concessionarie, si trovava accanto alla nuova 964, che era stata rinnovata nell’85% dei suoi componenti; a livello dinamico il cambiamento più grosso riguardava le sospensioni, con le barre di torsione lasciavano il posto a quattro ammortizzatori indipendenti con molle coassiali.
Lo schema utilizzato era McPherson su entrambi gli assi, ma davanti c’erano i bracci trasversali e dietro quelli obliqui. Di questa prima Speedster ne sono state prodotte 2.103, di cui solo 161 con il body kit Carrera e il resto con il posteriore “Turbo look”. A livello estetico, questa è probabilmente la versione più bella e pura.
La sua storia, però, è durata solo tre anni, perché nel 1992 è arrivata la Speedster basata sulla 964 (foto sotto), cioè tutta un’altra storia. Intanto era un auto più aderente alla filosofia Speedster, con l’obiettivo di essere veloce.
Per questo l’assetto e i sedili a guscio erano gli stessi della Carrera RS, mentre tutti gli equipaggiamenti dedicati al comfort erano assenti, a partire dai finestrini elettrici.
Si poteva scegliere tra l’allestimento standard e quello Clubsport, dedicato agli amanti della pista; aria condizionata e radio, in ogni caso, erano optional.
La sua produzione è durata per due anni, in cui ne sono state costruite solo 936, tutte col la carrozzeria “Carrera”, a cui se ne aggiungono altre venti con l’opzione Turbo look. Comprarne una oggi, vuol dire entrare in un mondo di una vera e propria auto da collezione, trovando esemplari anche molto diverso l’uno dall’altro, sia a livello di carrozzeria che di prestazioni. In ogni caso, bisogna mettere importi a sei cifre per portarsene una a casa, e tenersela stretta…