A poche ore dall’annuncio della fusione, ecco le cose da sapere sulla fusione del secolo, quella tra FCA e PSA.
La giornata del 18 dicembre sarà una data difficile da dimenticare per il mondo dell’auto. Proprio stamattina, è stato dato l’annuncio ufficiale della firma del memorandum sulla fusione FCA PSA, una semplice firma che ha creato, e che creerà, il 4° gruppo mondiale dell’automotive.
Vediamo i punti salienti emersi dal comunicato ufficiale:
- La società risultante dalla fusione FCA PSA nasce con la volontà di affrontare, insieme, le sfide per creare le basi per una nuova era della mobilità sostenibile, sia in termini di elettrificazione sia in termini di tecnologie più specifiche, come la guida autonoma e connettività.
- Raggiunto l’accordo tra i due gruppi industriali, nasce così il 4° costruttore automobilistico per volumi (con previsione annuali stabilite a circa 9 milioni di veicoli) e 170 miliardi di euro di ricavi congiunti (basandosi sui dati di vendita del 2018).
- La fusione FCA PSA creerà un gruppo in grado di creare margini più elevati sui mercati già competitivi per le singole realtà (Europa, Nord America e America Latina) e di creare nuove opportunità in altre regioni.
- La fusione FCA PSA, si legge, non prevederà la chiusura di stabilimenti. Il flusso di cassa positivo potrebbe essere generato già a partire dalla fine del prossimo anno, a 365 giorni dal via delle “operazioni”.
- Unione di forze tra brand iconici, e caratteristici, in grado di coprire tutti i segmenti e caratteristiche tecniche, a differenza di quanto accaduto fino a oggi. Basti pensare al ritardo tecnico di FCA sull’elettrificazione e al parallelo contributo che può dare la tecnologia di PSA, più avanti su questo fronte.
- La nuova società, con sede finanziaria in Olanda, sarà quotata sia sulla Borsa di Parigi, sia sulla Borsa Italiana (Milano) sia al New York Stock Exchange.
- Al timone del nuovo gruppo siederà John Elkann, in qualità di Presidente, mentre Carlo Tavares sarà il nuovo CEO, per un mandato iniziale di 5 anni.
- Oltre due terzi dei volumi a regime sarà concentrato su 2 piattaforme, con volumi annuali di circa 3 milioni di veicoli sia per la piattaforma denoninata, per ora, “small”, sia su quella “compact/mid-size”.