Per tutti gli appassionati dell’universo targato Zuffenhausen, la Porsche 911 993 rimarrà sempre il modello spartiacque tra un prima e un dopo, nella fattispecie a “causa” del raffreddamento ad aria. Come infatti sanno anche le mattonelle di Zuffenhausen, quest’auto ha rappresentato la massima evoluzione di questa soluzione tecnica, prima del passaggio al più adatto, per i tempi, liquido refrigerante.
Un cambiamento necessario per motivi legati principalmente alle prestazioni e alle emissioni. Con la sola aria ad abbassare la temperatura della testa, infatti, è impossibile salire oltre una certa potenza specifica e non si riesce a gestire nemmeno la combustione in quel modo fine che le norme antinquinamento hanno iniziato a richiedere a partire dalla seconda metà degli anni Novanta. Insomma, puristi o no, il passaggio aria-liquido “s’aveva da fare” anche sulla iper-tradizionalista Porsche 911 che del resto aveva portato nuovamente alla ribalta uno schema tecnico nato con, a ben guardare, con il Maggiolino Volkswagen ancora prima della Seconda Guerra Mondiale.
Con questa meccanica “storica”, passateci il termine, nel 1993 voleva dire 272 CV erogati dal 3.6 6 cilindri boxer aspirato e 408 CV dalla variante sovralimentata della Turbo. Numeri comunque assai interessanti per un’auto che superava di poco i 13 quintali. Una massa piuttosto ridotta spiegabile con la strettissima parentela che ancora intercorreva tra la 993 e il modello originale del 1963, in particolare per quanto riguarda il telaio, in parte la carrozzeria e comunque l’impostazione generale.
Una grossa novità introdotta dalla Porsche 993 è, nel reparto sospensioni posteriori, lo schema multi-link che permetteva di controllare al meglio i movimenti del retrotreno, migliorando agilità e stabilità di un’auto di per sé piuttosto particolare, vista la distribuzione dei pesi piuttosto sbilanciata. Ma la Porsche 993 è anche la prima auto di serie con il fondo piatto, per migliorare l’aerodinamica, e la prima 911 ad abbandonare la soluzione “Targa” tradizionale, ovvero quella con il roll-bar fisso e il tettino asportabile.
Una versione Targa della Porsche 993 è comunque esistita ma era semplicemente una coupé con il tetto di tetto di vetro panoramico apribile elettricamente. Per rivedere una vera targa abbiamo dovuto aspettare il 2011 e quello spettacolare movimento del tettino fisso che si potrebbe stare a guardare ininterrottamente per ore.
Tornando alla ultima Porsche 911 ad aria, merita qualche riga a parte la GT2 che peraltro ha anche inaugurato questa denominazione di cui la GT2 RS attuale da 700 CV rappresenta l’ultima evoluzione. Inizialmente doveva essere solo un’auto da corsa, così fu rimossa la trazione integrale della Turbo da cui derivava, molto metallo fu sostituito con alluminio, così come i vetri laterali con il plexiglass e infine vennero allargati i passaruota utilizzando dei rivetti, per ospitare carreggiate più larghe.
Infine, lo spoiler posteriore, che probabilmente è uno dei più esagerati e maleducati mai visti su un’auto di serie. I suoi numeri? 430 CV, 550 Nm di coppia e 300 km/h di velocità massima, a cui si arriva dopo essere scattati da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi. Chi ha detto controllo di trazione?