Se esistesse una classifica delle automobili che hanno poco senso, forse la Volkswagen New Beetle RSi potrebbe facilmente andare a podio. Già la New Beetle normale ha la sua buona dose di follia, figuriamoci questa variante estrema prodotta in soli 250 esemplari tra il 2001 e il 2003. Ma prima di entrare nello specifico della Renn Sport Injection, ricordiamo brevemente come sia nata la versione 2.0 del Maggiolino. Era la metà degli anni Novanta e l’industria automobilistica era alla disperata ricerca di originalità.
Dunque – qualcuno deve avere pensato a Wolsfburg – perché non proporre una versione moderna della nostra auto più famosa? La meccanica, del resto, era già pronta e quindi si trattava solo di definire uno stile coerente con quello della progenitrice. Così nel 1997, sulla piattaforma e con i motori della Golf IV, nasceva la New Beetle. Un successo in Nord America e un po’ meno in Europa, dove era difficile far digerire la scarsissima abitabilità interna in nome dello stile.
E poi, diciamo la verità, considerato quanto piaceva la Golf IV, perché si sarebbe dovuta acquistare la sua “sorella” alternativa? Così la New Beetle ha vivacchiato fino al 2011, quando è stata completamente rinnovata con un carattere più forte e meno da giocattolone. Ma anche questa non ha avuto il successo sperato, tanto che la produzione è cessata e non sono previsti rimpiazzi. In questo contesto un po’ decadente si inerisce la New Beetle RSi, un’auto talmente eccessiva e scoordinata da attirare l’attenzione, con il suo kit aerodinamico quasi da cartone animato e la sua scheda tecnica da sportiva di razza.
Sotto il cofano, infatti, c’era il 3.2 VR6 della Golf R32 – o se preferite dell’Audi TT – che scaricava tutti i suoi 225 CV su tutte e quattro le ruote grazie alla trazione integrale Haldex e al cambio manuale a 6 rapporti. Inoltre, il sei cilindri a V stretta (15°) si schiariva la voce attraverso il doppio scarico firmato Remus.
Considerato il profilo della New Beetle RSi e la sua fisiologica inefficienza aerodinamica, per tenere giù il posteriore alle alte velocità è stato installato uno spoiler piuttosto vistoso, di quelli che o si amano o si odiano. Ma la New Beetle RSi non era un’auto pensata per andare forte solo sul dritto, come dimostra il raffinato tuning delle sospensioni, che molti credono erroneamente completato da Porsche, mentre invece è stato portato a termine in-house.
Ad ogni modo, la geometria del retrotreno era stata stravolta per migliorare tenuta e reattività, ma questo portava anche a un consumo anomalo degli pneumatici posteriori. Proprio questi ultimi avevano una misura mostruosa per i primi anni Duemila, con i cerchi da 18 pollici – i bellissimi OZ Superturismo – che calzavano gomme da 235/40. Anche l’allestimento interno era pensato per un pubblico di appassionati, con alcuni inserti in fibra di carbonio e alluminio, e rivestimenti in pelle arancione. Completavano il quadro degli splendidi sedili Recaro di chiara ispirazione racing.