In occasione dell’ultima edizione di Parco Valentino – Salone dell’Auto Torino, che proprio una settimana fa si apprestava a chiudere i battenti dopo l’ennesima edizione da record, noi abbiamo intervistato Anthony Jannarellly, un giovane e creativo car designer europeo che ha pensato bene di creare un suo marchio per riportare su strada, con la tecnica attuale, le forme degli anni ’60. Il risultato è stata una delle auto più ammirate del Parco, la Jannarelly Design-1.
Anthony parlaci un po’ di questa tua creatura così bella e particolare, quando e come è nata?
Avendo maturato esperienze presso altre aziende automobilistiche ho voluto fondare questo Marchio e mi è subito nata l’idea di creare un oggetto unico (30 gli esemplari, già quasi andati tutti a ruba) che riprendesse le forme tipiche degli anni ’60 alle quali sono molto affezionato. Jannarelly è il primo costruttore autonomo che opera a Dubai e di questo sono molto orgoglioso. Sono qui a Torino per trovare tanti appassionati e far conoscere la Design-1, un’auto che posso definire molto basata sulle emozioni.
Quindi forme del passato ma tecnologia e tecnica moderna, o mi sbaglio?
Sulla Design-1 c’è volontariamente poca elettronica, è un’auto che si guida come una volta pur avendo montato, in posizione posteriore, lo stesso motore della Nissan 350Z, il V6 3.5 da 315 CV al quale noi abbiamo aggiunto un nuovo sistema di aspirazione e un nuovo sistema di scarico. È un’auto che guidi come facevano gli appassionati tanti anni fa con tutta la sicurezza delle auto di oggi, anche quando si corre in pista, nonostante il peso sia solo di 800 chilogrammi a secco, con un rapporto peso/potenza molto vicino a quello di una Ferrari 458 per capirci.
Qualche pilota l’ha già guidata e quali sono state le sue sensazioni?
Sicuramente buone ma devi sapere che io sono qui a Torino perché Andrea Levy, presidente di Parco Valentino, ne ha ordinata una e io gliel’ho portata qui in anteprima. Alcuni piloti l’hanno provata sul circuito di Dubai dove si corre la 24 Ore e ne sono rimasti entusiasti. I clienti che si sono fatti avanti per acquistarli sono gli amanti dei track day e altri amano semplicemente il design delle auto anni ’60 e non badano troppo alle prestazioni da hypercar o cose simili.
Vedendola così da vicino colpisce quando riesce a essere moderna nel suo essere antica…
Sì e soprattutto in un futuro che sarà fatto da auto elettriche che non fanno rumore ho voluto creare un’auto vecchio stile basata sulle emozioni. C’è l’emozione del motore, quella del vento e quella legata alle forme che possono fare la differenza per tanti clienti che vogliono divertirsi. Alla fine come avrai notato le forme sono quelle di una tipica barchetta, un nome che già da solo evoca emozione quando si parla di auto.
L’auto è prevista anche in versione coperta o solo barchetta?
No si può montare il tettuccio con il parabrezza, un po’ come avviene sulla “vostra” (italiana, ndr) Dallara Stradale. Buona parte dell’auto è realizzata in fibra di carbonio e in carbonio sono le parti aggiuntive delle quali ti stavo parlando. Anche nell’abitacolo domina questo materiale che ha permesso di tenere il peso della vettura sotto la tonnellata.
Quanto tempo serve per produrre la Jannarelly Design-1?
All’incirca tre mesi poi dipende da cosa vuole il cliente. Sull’esemplare che ho portato qui a Torino è montata l’aria condizionata ma si possono montare tante altre cose a discrezione di chi la vuole comprare. Il motto di Jannarelly è “Drive Unique”, proprio perché si guida un’auto unica e allo stesso tempo la si può personalizzare.
Ultima domanda, di rito: quanto costa la Jannarelly Design-1?
In Europa parte da 90.000 euro, considerato che è assemblata per la gran parte a mano pensiamo che non sia un prezzo così elevato pensando alle emozioni che ti fa provare. Dopo il Parco Valentino porteremo la Design-1 alla Pikes Peak, dove la Design-1 sarà la safety car della gara di salita più famosa del mondo.