Alzi la mano chi si farebbe processare in un mondo dove le regole non sono chiare, e dove chi scrive le norme, non ha pensato a come sanzionare chi le trasgredisce. Nessuno? Lo immaginavo.
Adesso immaginate uno sport, tra i più ricchi e seguiti del mondo, dove le regole non sono chiare e vengono cambiate anche in corso della stessa stagione sportiva.
In Formula Uno non è possibile comunicare via radio ai piloti delle procedure particolari di ripristino. La regola è stata introdotta l’anno scorso a Singapore con l’intento di evitare che i piloti fossero guidati dagli ingegneri, quando ad esempio, come è successo ieri a Rosberg durante il GP di Gran Bretagna, la macchina si pianta in settima marcia; secondo il regolamento sarebbe il pilota stesso a dover risolvere il problema senza aiuti da parte dei tecnici, anche se c’è il rischio di rompere il cambio.
Ora, non sta a me dire se questa sia una regola giusta, se in queste monoposto ibride, con volanti con decine di bottoni e manettini, sia una cosa semplice per un pilota che deve andare a 300 km/h, effettuare determinate operazioni autonomamente.
La Mercedes ieri ha comunicato a Nico Rosberg le modalità con le quali ripristinare la situazione e poter così ripartire in gara senza problemi. Comunicazione che invece a titolo di esempio non era stata data ad Hamilton a Baku, con la conseguenza che il pilota inglese si trovò in grande difficoltà per molto tempo con la vettura. Stessa sorte a Perez in Austria e in quel caso il problema riguardava i freni e il team non ha potuto comunicargli che questi erano ormai andati, così all’ultimo giro il pilota messicano si è dovuto ritirare dopo un incidente.
Fino alla gara di Silverstone, nessuno aveva trasgredito questa norma, anche a costo della sicurezza dei propri piloti. Ieri la Mercedes e Rosberg hanno ricevuto una penalità di 10 secondi con la conseguenza che il pilota tedesco ha perso il secondo posto a vantaggio di Verstappen.
Diciamo chiaramente, che chi è preposto a far rispettare le regole, ha deciso che un team radio vietato costa 10 secondi di penalità. E questo è un precedente pericoloso e ingiusto.
Rosberg ieri ha barato e, a mio avviso, andava squalificato. Lo dico chiaramente perché il team o lui (e qui sta la difficoltà del decifrare di chi sia il maggior dolo) ha volutamente aggirato il regolamento, perché nessuno sa senza l’aiuto degli ingegneri via radio come sarebbe andata a finire la gara del tedesco.
Crea un precedente pericoloso e grave, perché immaginatevi l’ultima gara del campionato con un pilota in vantaggio che ha un guasto, risolto poi con un team radio vietato e che vince il titolo mondiale.
Ieri era l’occasione per punire duramente questo tipo di atteggiamento, cosa che non è stata fatta, proprio perché chi dovrebbe garantire la regolarità del campionato non è in grado di farlo.
Le qualifiche cambiate in corso d’anno, i problemi a verificare le pressioni dei pneumatici delle varie squadre, getta ombre su uno sport, che pian piano sta perdendo appeal e fans.
Un’altra occasione persa dalla Formula Uno, che non permette ai team di aiutare i piloti con avarie ai freni come nel caso di Perez, ma poi con la scusa della sicurezza a tutti i costi, non permette a dei professionisti di partire col bagnato, rovinando l’inizio della gara dietro la safety car.
Mi spiace dirlo, ma di questo passo prima o poi ci stuferemo tutti.