Le cinture di sicurezza sono un dispositivo di sicurezza passiva (ovvero quelli che intervengono dopo il crash, per evitare o ridurre lesioni) ancorate all’interno del veicolo che, in caso di urto, trattengono il corpo degli occupanti al sedile (insieme all’airbag), evitandone l’impatto contro le strutture interne e la proiezione fuori dall’abitacolo. Sono uno dei dispositivi più importanti nel campo della sicurezza automobilistica. Pochi ne conoscono le vere potenzialità. Vediamo quindi come sono fatte e a cosa servono.
Quando nascono?
Le cinture di sicurezza furono brevettate dal canadese Gustave Desirè Lebeau, che le aveva denominate “bretelle di sicurezza”, nel 1903. Le velocità non altissime delle vetture di quei tempi e i rischi di soffocamento che esse davano (all’epoca erano in cuoio) causarono la mancata diffusione dell’accorgimento. La prima automobile ad essere progettata con cinture di sicurezza di serie fu la Tucker Torpedo realizzata nel 1948, ma sfortunatamente la fabbrica venne chiusa per evitare la concorrenza che tale automobile (rivoluzionaria sotto molti aspetti) avrebbe sviluppato nel confronti delle maggiori case automobilistiche dell’epoca.
Nel 1957, facendo seguito all’esperienza degli sport automobilistici, nei quali rivestivano anche un carattere di ausilio nel sostegno del corpo per le accelerazioni laterali, esse furono però introdotte in qualche automobile, anche se furono usate più come test che per reale convinzione nei confronti dell’utilità dell’oggetto. I risultati della sperimentazione furono comunque ritenuti positivi e nel 1960 vennero messe in commercio le prime cinture di sicurezza di serie. In particolare si sostenne che le cinture, se montate in maniera corretta, avrebbero ridotto drasticamente la pericolosità dell’impatto del torace col volante in caso di brusca frenata.
La prima nazione a renderle obbligatorie fu la Cecoslovacchia nel 1969, nel 1973 la Francia, seguita dagli altri paesi europei; negli Stati Uniti d’America la prima legge fu il Massachusetts nel 1975, anche se non in tutti gli stati è obbligatorio il loro uso ancora oggi. L’Italia rese obbligatori gli attacchi delle stesse a partire dal 15 giugno 1976, mentre divennero obbligatorie nel 1988, introducendo anche l’obbligo d’uso per i posti anteriori, mentre dal 14 aprile 2006 chiunque deve indossare le cinture di sicurezza, il 30 luglio 2010 questo vincolo venne imposto anche a quadricicli leggeri (minicar), autobus (eccetto quelli urbani), camion, e, in generale a qualunque veicolo dotato di cinture di sicurezza.
Come funzionano?
Le cinture di sicurezza sono costituite da:
- cinghie: elementi flessibili destinati a trattenere il corpo degli occupanti. Sono costituite da una trama di fili di polimerici intrecciati e con i bordi spesso risvoltati in modo da non graffiare il collo dell’utente. Esse sono preferibilmente realizzate con materiali morbidi ma resistenti al taglio e alla scalfittura;
- riavvolgitore: organo che consente di srotolare la cinghia per la lunghezza voluta bloccandola in caso di estrazione rapida (come per esempio accelerazione, frenata, urto, curva, ecc.);
- regolatore: accessorio delle cinture che ne consente la regolazione in altezza (la regolazione corretta, secondo la normativa tecnica considerata preferibile in Italia, si avrebbe quando la cinghia passa circa a metà tra l’estremità della spalla e il collo);
- ancoraggi: punti di attacco sulla struttura del veicolo, ai quali vengono fissate le cinture;
- anello oscillante: strumento che consente di fissare la cintura che vi passa dentro l’ancoraggio. È generalmente costituito di acciaio con una copertura in plastica costampata e la sua deformazione plastica durante l’urto dissipa una piccola parte dell’energia;
- linguetta di chiusura: semplice strumento che serve a facilitarne il fissaggio;
- fibbia di chiusura con pulsante di sganciamento o “ramo fibbia”: dispositivo di allacciamento e slacciamento rapido, che lega le cinture al punto di ancoraggio del veicolo.
- pretensionatore: è un dispositivo generalmente pirotecnico, ma anche meccanico, che, facendo esplodere una piccola carica in caso di urto, spinge un pistoncino che riavvolge la cintura (se applicato all’arrotolatore) o tira la fibbia (se applicato al ramo fibbia). Una volta entrato in funzione il pretensionatore, questo non è più riparabile e dev’essere sostituito. Non si attiva se la cintura non è srotolata. Serve a bloccare il corpo dell’occupante sul sedile in posizione corretta. È importante recuperare gli errori di posizione dell’occupante (out of position). La forza applicata sulla cintura dal pretensionatore è chiamata slack. Da poco è stato introdotto il pretensionatore elettrico, cioè un motore elettrico che avvolge la cintura dalla parte dell’arrotolatore. Serve per poter recuperare l’out of position in maniera reversibile: la cintura viene tirata solo durante l’urto e poi viene rilasciata. Al prossimo urto può essere riutilizzato senza doverlo sostituire.
Tutte le cinture di sicurezza devono essere di tipo approvato e avere il marchio di omologazione secondo le normative stabilite dal Ministero dei Trasporti.
I tipi di cinture di sicurezza che si possono utilizzare a norma di legge sono:
- subaddominale o a “due punti”: che fascia solo il bacino ed è dotata di due punti di ancoraggio. Essa può essere utilizzata sul posto centrale posteriore e su quello centrale anteriore se il veicolo ne è dotato ed è analoga alla cintura utilizzata su pullman e aerei;
- a tre punti: è la più diffusa nelle automobili private nel mondo. Inventata nel 1959 dal tecnico Volvo Nils Bohlin, sono costituite da una cintura subaddominale e da una diagonale (utilizzata oggi sia sui posti anteriori che su quelli posteriori);
- a bretella: costituita da una cintura subaddominale e da due bretelle. Le cinture a bretella vengono utilizzate su autoveicoli da competizioni (per esempio vetture rallye auto da Formula 1) e per trasporto specifico di persone in determinate condizioni fisiche.
Negli ultimi anni sono nate cinture di sicurezza con airbag incorporati, per ridurre le sollecitazioni dei passeggeri posteriori, che di solito non possiedono un airbag dedicato.
Se non si indossano le cinture di sicurezza?
Bisogna però tenere conto che le cinture non solo trattengono il corpo dell’occupante al fine di non farlo impattare contro il parabrezza o contro la plancia, ma servono anche a porre l’occupante nella postura più corretta possibile al fine di ridurre la violenza dell’impatto di esso contro l’airbag (si recupera il cosiddetto Out of Position). Servono anche ad evitare l’impatto di eventuali passeggeri posteriori verso chi occupa la parte anteriore del veicolo, quindi sono molto importanti anche nei posti posteriori, dove spesso vengono dimenticate. L’obbligo vale anche per chi è seduto dietro, oltre che per i sedili anteriori dei veicoli, in caso di incidente, è stimato che aumenta del 20% la probabilità di lesioni a chi è seduto davanti, se i passeggeri di dietro non indossano le cinture di sicurezza, perché non sono “trattenuti” dalle cinture e per inerzia vanno a colpire chi si trova davanti alla velocità del veicolo (al momento dell’urto dopo l’inizio della frenata).
In un urto frontale fra due veicoli a 50 km/h, senza cintura di sicurezza un corpo impatterebbe contro il volante od il cruscotto con una decelerazione che può arrivare fino a 100 volte l’accelerazione di gravità: è come se il peso del corpo si moltiplicasse per 100 volte.
Dopo l’introduzione della patente a punti in Italia, chi (conducente, ma anche passeggero) non indossa correttamente le cinture di sicurezza (o le manomette) deve subire la decurtazione di cinque punti dalla patente (dieci se l’ha ottenuta da meno di tre anni) da 80 a 313€ di sanzione; in caso di recidiva nel biennio successivo alla prima infrazione, vi è anche la sospensione della patente per un lasso di tempo compreso da 15 giorni a due mesi.
In caso di incidente con danni alle persone, il conducente che non ha imposto l’uso delle cinture ai passeggeri (rifiutandosi di farli salire o di iniziare la marcia), risponde del reato di lesioni aggravate o di concorso in omicidio colposo. Salvo diversi accordi, le polizze RC Auto non pagano i danni subiti dai terzi trasportati, se il trasporto non è effettuato in conformità alle disposizioni vigenti o alle indicazioni della carta di circolazione.
In Italia esentati dall’obbligo di indossare le cinture di sicurezza:
- le forze di polizia, gli addetti ai servizi di soccorso sanitario e di antincendio, nell’espletamento di una missione di emergenza;
- gli istruttori di guida, nello svolgimento delle funzioni previste;
- le persone affette da particolari patologie per le quali le cinture siano controindicate, condizione da provare con certificato della Azienda sanitaria locale nel quale deve essere indicata la durata di validità;
- gli occupanti di auto sprovviste, fin dall’origine, di attacchi per le cinture;
- gli appartenenti a servizi di vigilanza privata legalmente riconosciuti, che effettuano scorte.
- i passeggeri e driver di auto storiche immatricolate prima del 1976.