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Citroen C4 Cactus EAT6 | Prova su strada

Tempo di lettura: 5 minuti

Un’auto, la Citroen C4 Cactus, che sembrava ormai destinata alla pensione dopo un’onorata carriera che si concluderà con l’arrivo del nuovo modello, presentato poco tempo fa a Parigi e presto al debutto sul mercato italiano. Invece, come solo le best seller del mercato sanno fare, ecco il coniglio dal cappello: la berlina francese famosa per i suoi air bump e le sue linee morbide, che difficilmente la fanno passare inosservata, ha ancora le sue carte da giocare sul finir di carriera.

Per un’auto votata al confort, marchio di fabbrica del Double Chevron, l’ausilio di un cambio automatico di ultima generazione rappresenta la manna dal cielo per proseguire con il piede giusto le vendite nel suo segmento, al confine tra le vere berline di segmento C e le ormai onnipresenti B-SUV o crossover con le quali bisogna oggi giorno fare i conti.

L’arrivo della nuova unità EAT6, ereditata dal gruppo PSA, porta quindi una ventata di freschezza specialmente una volta messa in moto la vettura. Pensando alla tipologia di clientela così come al target di contenuti, la Citroen C4 Cactus si sposa a pennello con la nuova unità e ora vi spieghiamo perché. Ecco la nostra prova della C4 Cactus EAT6 spinta dal benzina 1.1 PureTech da 110 CV.

Design: apparire, a modo suo

La guardi da ferma e ti colpisce per questo insolito abbinamento tra la vernice color vinaccia e i vari inserti in plastica, ben presenti con i generosi passaruota che la rendono una crossover a tutti gli effetti e gli ormai celebri AirBump di serie (a scelta tra tre colorazioni), al debutto proprio su questo modello qualche anno fa. In termini tecnici la vernice in oggetto si chiama Jelly Red, viene 300 euro in optional e dopo un’iniziale scetticismo ha iniziato a conquistarmi.

D’altronde la C4 Cactus che si vedono in giro, e sono tante, quasi sempre sono accompagnate da colori sgargianti, studiati per catturare l’attenzione. Pensate a una C4 Cactus grigia, personalmente ritengo che perderebbe immediatamente tutto il suo appeal.

Citroen C4 Cactus

Particolari a parte, la Citroen C4 Cactus ha rinnovato il family feeling della marca, seguita poi dalla nuova C3, puntando tutto un design morbido ma allo stesso tempo caratteristico. Confermati quindi i fari di posizione, sottili e a LED, le barre al tetto nero lucido, il tetto panoramico con annesso filtro raggi UV (optional da 650 euro) e i cerchi in lega “Cross” Black, da 17”, a richiesta da 300 euro ma compresi nel Pack Shine Black (900 euro) in grado di offrire nello stesso pacchetto l’assistente automatico del parcheggio e i sensori.

Dentro, Citroen conferma le qualità che l’hanno resa famosa nel mondo, specie nel segmento delle berline, ovvero il comfort. I sedili non sono avvolgenti ma decisamente comodi, il volante è un po’ mastodontico ma morbido (attenzione, si regola solo in altezza, non in profondità) e, caratteristica simpatica, il vano portaoggetti “Top Box” si apre al contrario del solito, ovvero verso l’alto, offrendo spazio a sufficienza ma portando gli airbag in una posizione insolita per il passeggero, nell’aletta parasole, dove manca per questo motivo lo specchietto di cortesia.

Citroen C4 Cactus

Nella zona centrale, troppo ricca di plastiche, trova spazio lo schermo touch da 7” dal quale si comanda il clima (sono scomparsi i tasti fisici anche se non avrebbero dato fastidio specie per comandare le ventole, poste troppo in basso e in posizione permanente rivolte verso l’alto per fare il loro lavoro, specialmente in inverno) mentre trovo decisamente troppo generosa la dimensione della zona posta sotto alla presa da 220V, a sinistra, e dell’USB, a destra: ruba spazio al piccolo vano posto sopra di esso e avrei preferito il comando per slezionare le modalità del cambio automatico (Sport o Neve) ai lati dello stesso.

Proprio quest’ultimo, passa quasi in secondo piano, almeno dal punto di vista estetico, risultando abbastanza anonimo cromaticamente; la leva è pero funzionale e mai capricciosa.

Dietro, così come sul nuovo modello, trovano spazio i vetri a compasso, una scelta che il Double Chevron ha voluto perseguire anche sul modello di nuova generazione e della quale non possiamo che darne atto. Il divanetto si conferma invece comodo per tre persone mentre il bagagliaio, con i suoi 358 litri, si dimostra a livello della concorrenza. Particolare il divanetto monoblocco ribaltabile che si dimostra pratico quando ci sono da caricare oggetti più voluminosi, peccato il piccolo scalino e la soglia di carico alta.

Alla guida della Citroen C4 Cactus EAT6 da 110 CV: docile in città, discreti i consumi

Citroen C4 Cactus

Doverosa premessa: rispetto alla Citroen C4 Cactus dotata del vecchio cambio automatico ETG6, il passo avanti in termini di guidabilità si fa sentire con il debutto dell’EAT6. L’ormai obsoleta unità si era dimostrata poco propensa a una guida dinamica e nel suo ambiente, in città, si dimostrava troppo poco reattiva e intelligente. Dimenticate il passato.

Con la nuova unità, la stessa adottata da altre auto di Groupe PSA, le cambiate diventano più veloci e l’unità si dimostra pronta ad assecondare le richieste di gas del conducente grazie, soprattutto, alla versatilità del PureTech da 110 CV, grintoso quanto basta ad affrontare un sorpasso o a regalare qualche timido sorriso sullo spunto. Certo, non parliamo dell’efficienza di un doppia frizione, ma per essere un classico convertitore di coppia abbinato a un tre cilindri sa fare il suo dovere.

Non essendo proprio piccola (è lunga 4,16 metri e larga 1,73) la C4 Cactus si muove comunque agevolmente in città. Un grande aiuto arriva per le manovre di parcheggio: il Park Assist permette di trovare in autonomia, una volta impartito il comando, lo spazio necessario alla manovra, che sia essa di entrata o di uscita dal posteggio. Ci sono poi i sensori di parcheggio e la telecamera posteriore che danno una mano.

Il motore si dimostra inoltre abbastanza parco nei consumi, circa 14 km con un litro di benzina, così come i freni (ancora a tamburo al posteriore) sempre pronti all’occorrenza. Merito, anche, del peso ridotto nonostante l’aspetto da crossover la faccia sembrare più grande e ingombrante.

Siamo sicuri che la nuova Citroen C4 Cactus saprà sorprenderci, ma su questa voto zero ai sistemi di assistenza alla guida, del tutto assenti. Poco male, d’altronde è solo di recente che è iniziata la quanto mai necessaria “moda” degli ADAS (qui la nostra guida) e in questo caso la crossover francese inizia a sentire il peso degli anni, nonostante le quattro stelle su cinque ai test Euro NCAP.

EAT6: il cambio automatico fa la differenza

Citroen C4 Cactus

Se l’ETG6 si dimostrava, come ho avuto modo di dire, poco “sveglio”, il discorso è nettamente cambiato con l’adozione della più moderna unità EAT6 prodotta dalla giapponese Aisin e introdotta in gamma dallo scorso gennaio.  Questa unità automatica, se non forzata, e non è per questo scopo che la C4 Cactus si propone ai suoi clienti, si dimostra efficiente e ottimamente accoppiata al piccolo 1.2 sovralimentato che giace lì, sotto il cofano nel simpatico color Belly Red. Merito del turbo-lag praticamente assente e dai cinematismi del convertitore, studiati per ottimizzare potenza e consumi. Inoltre, in modalità S il regime di cambiata aumenta, viceversa accade selezionando la modalità neve. Ciò che mi ha sorpreso è la reattività di questo EAT6, specialmente quando si richiede potenza e entra in gioco il kick-down: si vede che i tecnici francesi hanno messo mano al progetto coadiuvati dalla tecnologia giapponese. Che sia in città o fuori, la comunicazione tra il tre cilindri e l’EAT6 non si mette in discussione: difficilmente rimarrete delusi, a patto di non pretendere prestazioni da sportiva, quelle lasciamole ai doppia frizione e a modelli di segmento superiore.

Prezzi e concorrenti

In attesa di conoscere i prezzi di listino del nuovo modello, la Citroen C4 Cactus ancora in commercio parte da un prezzo di listino di 16.750 euro. L’allestimento Shine della nostra prova comprende di serie il clima automatico, il navigatore con programma di aggiornamento MapCare, i sensori di parcheggio posteriori, i cristalli posteriori oscurati così come il lunotto, e i cerchi in lega da 16”. Il tutto a 18.850 euro.

Si pagano a parte il cambio automatico, con un prezzo di partenza di 21.950 euro, per raggiungere il prezzo di 23.200 euro della nostra versione in prova, nell’allestimento più ricco.  Guardando in casa, ovvero a Peugeot e DS, la C4 Cactus EAT6 deve guardare negli specchietti la 2008 e la DS4 Crossback, che montano la stessa unità automatica. Rimanendo in Francia, si fa sentire la concorrenza di Renault Captur, soggetta recentemente al restyling, mentre anche le giapponesi hanno voglia di darle filo da torcere: Kia Soul e Nissan Juke su tutte, mentre per certi versi anche C-HR potrebbe rientrare nella lista delle sue concorrenti.

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