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Gli italiani adorano l’auto usata di oltre 10 anni e Diesel

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Su 100 auto usate comprate ad agosto 2024 in Italia, addirittura la metà ha più di anni di anzianità dalla prima immatricolazione e con motore Diesel. Un successo, quello delle vetture a gasolio nel mondo del “second hand” del nostro Paese, con interrogativi senza risposte: senza le limitazioni normative europee, e in assenza dei vincoli a livello locale (vedi Area B di Milano e altre altre zone dove i motori a gasolio più vecchi vengono bannati), quanti veicoli a gasolio nuovi verrebbero venduti? 

Quadro globale

In generale, comunque, nell’ottavo mese di quest’anno torna in negativo il mercato delle usate in base ai dati Unrae (Case estere): 287.100 trasferimenti di proprietà rispetto, in calo del 4,7% su agosto 2023. Il confronto più equo è con agosto 2019, pre Covid: -9,6%. A seguire, nelle preferenze dei connazionali, vetture di seconda mano vecchie fra 6,1 e 10 anni (il 17%), quindi fra 4,1 e 6 anni nonché fra 2,1 e 4 anni (entrambe le fasce all’11%). Sotto i 4 anni solo il 10%. Per questioni evidenti, ossia perché più giovane è il mezzo e superiore il prezzo.

In quanto alle alimentazioni, benzina al 37%, ibride al 7%, GPL al 5%, metano al 2%. Italiani alla larga invece da elettriche e termiche ibride plug-in: le ricaricabili non piacciono perché ritenute scomode, anche per la mancanza di un numero adeguato di colonnine pubbliche veloci. In questo, viene rispecchiata la tendenza del nuovo: Belpaese ultimo fra i big d’Europa per quota mercato di macchine ricaricabili fresche di concessionaria, che rappresentano una micro nicchia. 

Chi vende e chi compra

Nel 57% dei casi, lo scambio dell’usato vede come protagonisti due soggetti: privato o azienda sia come venditore sia come compratore. Nel 39% è l’operatore che propone il mezzo. Infine, un 5% di autoimmatricolazioni (km 0) sempre a famiglie o società.

Perché i dati di agosto

Una piccola spiegazione sul perché oggi ci siano i numeri di agosto. Lo scarto di un mese nell’analisi dei trasferimenti di proprietà è dovuto all’elevata provvisorietà del dato a chiusura del mese successivo: occorre considerare i 60 giorni a disposizione per registrare al PRA l’atto. L’Unrae elabora i dati basandosi sull’atto del trasferimento e non su quella di registrazione.

Autore: Mr. Limone

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