in

Nucleare per l’indipendenza dalla Cina: la scommessa del governo Meloni

Tempo di lettura: < 1 minuto

Puntiamo su tecnologie molto diverse da quelle del passato, cioè i piccoli reattori modulari (SMR) e il nucleare avanzato di quarta generazione (AMR)”: a parlare così è stato poche ore fa Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente, in audizione alla Camera.

A differenza del fotovoltaico e dei sistemi di accumulo elettrochimici, che vedono un dominio a livello industriale da parte della Cina, la tecnologia nucleare sarebbe sviluppata e resa disponibile da Paesi occidentali, Italia inclusa, per via delle grandi capacità industriali già esistenti nel nostro Paese. Tali capacità nazionali verranno ulteriormente sviluppate e rafforzate nel tempo grazie all’ampia partecipazione delle imprese italiane alla supply chain europea, che si sta organizzando sotto l’egida dell’Alleanza industriale europea sugli SMR“.

Tutto “sostenibile”

Una commissione giuridica entro fine 2024 presenterà una bozza di legge delega per dare un quadro normativo al settore. Per inizio 2025 verrà presentata al Parlamento una legge delega sulla governance del nucleare. Una scommessa pesante, quella del governo Meloni, se dalle parole si passerà ai fatti. Solo per fare un esempio, il disegno legge di riforma del Codice della strada ammuffisce in qualche cassetto del Senato da mesi.

Comunque, ha aggiunto il ministro, “il nucleare non sarà in antagonismo con le rinnovabili, ma di supporto, data la loro intermittenza. L’idea è di partire dal Programma nazionale per il nucleare sostenibile, che terrà conto degli esiti della Piattaforma specifica”. A questo, si somma l’esigenza di infrastrutture, “il potenziamento delle risorse umane, la promozione di partenariati pubblico-privati, l’incentivazione di accordi internazionali e la creazione di un quadro finanziario stabile e sostenibile”. 

Autore: Mr. Limone

leva nera cambio manuale marce R 1 2 3 4 5 6

Perché il cambio manuale è sempre più costoso da sviluppare?

La ricetta Toyota contro l’inquinamento non prevede solo auto elettriche