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Jeremy Clarkson: “La crisi Volkswagen? Colpa delle elettriche”

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Jeremy Clarkson ritiene che la crisi di Volkswagen sia dovuta all’investimento massiccio nelle auto elettriche, una tecnologia poco desiderata dalla maggior parte delle persone. La concorrenza cinese, con veicoli elettrici più economici, ha aggravato la situazione, mettendo a rischio la competitività dell’azienda. Clarkson prevede un futuro incerto per Volkswagen e altre case automobilistiche tradizionali, con spazio solo per marchi di lusso o di nicchia.

La crisi di Volkswagen secondo Clarkson

Nel suo editoriale per il Times, Jeremy Clarkson ha commentato la delicata situazione in cui si trova Volkswagen, e individua come causa principale la transizione alle auto elettriche. Con il suo consueto stile diretto, Clarkson afferma che dirigere l’azienda in questo momento è un lavoro che nessuno vorrebbe fare, poiché tutto ciò che poteva andare storto lo ha fatto.

Clarkson attribuisce la responsabilità della crisi di Volkswagen a una decisione politica europea: vietare la vendita di auto a combustione interna entro il 2035 per combattere il cambiamento climatico. Volkswagen, per adattarsi, ha investito fortemente in una gamma di auto elettriche, scoprendo però che queste presentavano numerosi problemi, come i lunghi tempi di ricarica e la carenza di infrastrutture adeguate.

Ha inciso anche la concorrenza cinese secondo Clarkson

A complicare ulteriormente la situazione è la concorrenza cinese. Clarkson sottolinea come le auto elettriche prodotte in Cina, in particolare dalla BYD, siano più economiche e competitive rispetto a quelle europee, rendendo difficile per Volkswagen mantenere il primato.

Secondo Clarkson, Volkswagen ha investito troppo in una tecnologia che la maggior parte delle persone non desidera veramente. La soluzione possibile? Drastici tagli ai costi e chiusura degli stabilimenti, una mossa quasi impossibile in Germania. Conclude che non solo Volkswagen, ma anche altri marchi tradizionali come FIAT e Peugeot, sono destinati a subire lo stesso destino, lasciando spazio solo a marchi di nicchia come i brand di lusso, ovviamente per chi può permettersi quel tipo di vetture.

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