Ormai le voci si rincorrono, una dopo l’altro: Maserati torna in Ferrari? Dopo la quasi ufficialità emersa dalle parole di Natalie Knight, personalità di spicco dentro Stellantis, sembra ormai chiaro che qualcosa bolle in pentola a Modena e dintorni. Stiamo ovviamente parlando del “caso” Maserati, visto che Stellantis sta considerando cosa fare dello storico Marchio di Viale Ciro Menotti. Qualcuno, e ormai la coda si allunga, potrebbe giurare che il ritorno del Tridente sotto l’egida di Maranello sia cosa fatta: manca solo l’annuncio. Se così fosse, sarebbe ora di ripercorrere la storia che in passato ha già legato due tra i marchi che tutto il mondo ci invidia.
Che Maserati non versi in condizioni ottime è ormai chiaro agli occhi di tutti. Le vendite si sono ben più che dimezzate, tanto che analizzando il primo semestre 2024 emerge con tutta la sua schiettezza che le vendite sono scese dalle 15.300 unità dello stesso periodo nel 2023 a 6.500 nel periodo gennaio-giugno 2024. Complici l’uscita di scena di Ghibli, Levante e Quattroporte, e la fatica che sta facendo Grecale, non bastano di certe le ottime MC20 e MC20 Cielo a tenere in piedi la statua del Nettuno, da cui l’emblema del tridente con cui viene riconosciuta la Casa italiana.
Maserati torna in Ferrari? Corsi e ricorsi storici
La storia di Maserati è ricca di passaggi di proprietà. Il primo, forse il più clamoroso, risale al 1968. Un passo indietro, Maserati nasce nel 1914 a Bologna, fondata da Alfieri Maserati. Solo nel passaggio all’imprenditore Adolfo Orsi avviene il trasferimento a Modena, che ancora oggi è la sede ufficiale. Torniamo a fine anni ’60, dove è la Casa francese ad assumerme il controllo fino al 1975, quando Maserati passa nelle mani della de Tomaso. Gli anni ’80 scorrono tra le tante serie della Biturbo e tanti problemi di affidabilità. Nonostante ciò, è Chrysler a presentare l’offerta per l’acquisizione di una piccola parte delle quote, ma si arriva negli anni ’90 quando Alejandro de Tomaso vende tutta la società alla FIAT, che la acquista nel 1993. Si “riparte” con la Quattroporte quarta serie, disegnata da Gandini. Bastano 4 anni per convincere la Casa torinese, che non stava attraversando un periodo felice, a vendere a sua volta il 50% della proprietà a Ferrari. Siamo nel 1997, e da qui riparte questa storia.
Bastano 2 anni perchè il cavallino assuma il pieno controllo della Maserati; nuovi investimenti permettono di ridare linfa alla sede centrale di Modena, con nuova fabbrica annessa, e a far nascere finalmente un nuovo modello come la 3200 GT (con il suo V8 biturbo derivato dalla Quattroporte di Gandini), ed è solo un primo passo. Il design passa nelle mani di Pininfarina e, siamo nel 2003, arrivano la nuova Maserati Coupé e la Spyder, le prime Maserati ufficialmente nate sotto la collaborazione con Ferrari. Intanto la nuova Quattroporte si afferma come un’ammiraglia di grande spessore, con 24.000 unità prodotte in poco meno di 10 anni. Nel mentre, è del 2007 la precedente serie, rispetto all’attuale, della GranTurismo, con quel V8 il cui suono è ancora impresso nella memoria degli appassionati. La famiglia dei V8 stretti parenti dei motori Ferrari di quell’epoca è destinata a terminare con l’uscita di scena, pochi mesi fa, delle serie Trofeo di Ghibli e Quattroporte.
Come dimenticare, poi, la MC12, da cui è derivata la versione da corsa più volta vincitrice nel mondiale FIA GT. Strettissima parente della Enzo, è rimasta nell’immaginario collettivo come l’ultimo esempio della proficua collaborazione tra le due case. Abbiamo detto che le “derivazioni” dei motori Ferrari sono arrivate sulle Maserati fin quasi ai giorni nostri, ma non bisogna dimenticare che nel 2005 Maserati torna sotto il pieno controllo di FIAT per decisione di Marchionne.
Sono anni felici per il brand, nonostante un piano di prodotti che ha bisogno di anni per concretizzarsi. Del 2013 è la nuova Quattroporte, realizzata nel polo del lusso a Grugliasco (oggi tristemente in vendita su Immobiliare.it e in attesa di compratori), poi raggiunta dal SUV Levante prodotto a Mirafiori. Tutto va per il verso giusto anche grazie alle sinergie tra Alfa Romeo e Maserati stessa, con la nascita dell’Innovation Lab nel 2019 e prima ancora della piattaforma Giorgio che farà da base anche alla nascita di Grecale.
Maserati Folgore: forse si è accellerato un po’ troppo
Quando si inizia a puntare sull’elettrico, troppo forte sull’elettrico, le cose iniziano a prendere una piega poco redditizia. Nelle idee del tridente, a cavallo della pandemia, c’è un futuro esclusivamente elettrico sull’onda dell'”entusiasmo” che contagia non solo Maserati ma tantissimi brand, molti dei quali già tornati sui propri passi. La nascita della famiglia Folgore (GranTurismo, GranCabrio, Grecale e MC20) è parallela all’arrivo del formidabile V6 Nettuno, un motore completamente inedito ma, come si accennava, non in grado di sostenere le intere vendite di un brand in una nicchia di mercato come quella delle supercar, tra l’altro in diretta concorrenza con modelli Ferrari come la Roma.
Arrivano comunicazioni ufficiali circa un rinvio del lancio di modelli fondamentali come la nuova Quattroporte, quanto meno rimandata fino al 2027. L’uscita di scena di modelli cruciali senza rimpiazzi è un colpo terribile per Maserati. Quando, e come, verrà comunicata la nuova alleanza Maserati Ferrari? Noi non vediamo l’ora di annunciarvela sperando che un brand così importante possa tornare a navigare in acque tranquille con il supporto della Casa automobilistica più importante del mondo.