Nel solo 2023, i Comuni hanno incassato 1,5 miliardi di euro in multe per infrazioni al Codice della strada, in aumento del 7% rispetto al 2022. Tutte contravvenzioni lecite, nel rispetto delle normative, con i cartelli stradali adeguati che preavvisano della presenza di telecamere (autovelox, Zone a traffico limitato, occhi elettronici ai semafori e altro).
Tuttavia, gli Enti locali tremano al pensiero che possano essere concretizzati un’ordinanza della Cassazione, un decreto del ministero delle Infrastrutture, e il disegno legge del nuovo Codice della strada 2024. Se questo avvenisse, le cose cambierebbero, e gli incassi scenderebbero: non ne fanno mistero diversi sindaci che tirano la giacca al titolare delle Infrastrutture, Matteo Salvini, affinché si metta un argine alla rivoluzione dei verbali stradali.
In dettaglio, l’ordinanza 10505/2024 della Cassazione impone, una volta per tutte, quel che pure i bambini sapevano da sempre: l’ammenda per eccesso di velocità rilevato con l’autovelox “approvato” e non “omologato” non è valida. Sufficiente rivolgersi a un Giudice di Pace o a un Prefetto. Molti Comuni hanno spento i velox non omologati, e chiedono al ministero di cambiare le regole, consentendo l’uso di strumenti approvati. Per analogia, le amministrazioni temono il peggio, con lo spegnimento di telecamere non omologate ai varchi delle Ztl e magari anche al semaforo
In più un decreto consente ai Comuni di usare i velox su strade extraurbane secondarie e urbane solo dopo aver dimostrato l’elevata incidentalità da velocità nel quinquennio precedente, e se c’è l’impossibilità di contestare immediatamente la violazione, senza dimenticare che va provato come la velocità dei veicoli in transito mediamente superiore ai limiti consentiti. Tranne situazioni speciali, in città non si possono più usare gli autovelox se il limite è inferiore a 50 km/h.
La terza spallata arriva dalla riforma del Codice della strada 2024, con la modifica delle modalità di utilizzo dei dispositivi elettronici di controllo delle infrazioni a distanza. Cui seguiranno decreti ministeriali attuativi. In particolare, si precisa l’obbligo di sottoporre gli autovelox a verifiche periodiche di funzionalità e taratura. Ogni quanto tempo? Eseguite da quali organi? A spese di chi? Di qui le paure dei Comuni di perdere entrate facili colossali. La parola al Senato, che deve dare l’ok finale alle norme dopo il sì della Camera.
Autore: Mr. Limone