Dopo i proclami arrivati nel 2022 sull’inizio dei lavori per l’attesa Gigafactory di Termoli per la produzione di batterie nello stabilimento molisano, la ACC, azienda dietro alla costruzione della super-fabbrica, ha annunciato di aver rivisto i propri progetti in Germania e Italia. La Automotive Cells Company, joint-venture tra Stellantis, Mercedes e TotalEnergies ha infatti interrotto i lavori di costruzione dell’impianto di Kaiserslautern, e deciso per uno stop alla Gigafactory di Termoli di batterie e componenti per auto elettriche, rinviando i lavori di ammodernamento e quindi la sua apertura.
Dovremo quindi attendere per la realizzazione dell’attesa Gigafactory di Termoli, che dovrebbe nascere dove nel 1972 FIAT realizzò la storica fabbrica di motori e trasmissioni che ha prodotto milioni di propulsori per i Gruppi FIAT, FCA e Stellantis. Vero e proprio punto nevralgico per la produzione automobilistica del Gruppo italiano per decenni, per Termoli la strada verso l’attesissima conversione in Gigafactory, ovvero in stabilimento di produzione di batterie e componenti per veicoli elettrici, è ancora in salita. ACC necessita infatti di tempo per rivedere i propri piani e le proprie strategie, in risposta ad un mercato dell’auto elettrica che arranca e non accenna a raggiungere i risultati previsti.
Stop alla Gigafactory di Termoli, l’azienda ACC: “Dobbiamo rivedere le strategie, servono batterie a basso costo”
Negli scorsi giorni c’era attesa verso una decisione verso lo stabilimento di Termoli, con i lavori per la conversione previsti per questa settimana ma, come confermato da fonti sindacali, rinviati di una settimana. Dopo l’avanzare di queste voci, la Automotive Cells Company, la joint-venture che unisce Stellantis, Mercedes-Benz e Saft (azienda del colosso francese TotalEnergies), ha ufficializzato la decisione di posticipare la costruzione della fabbrica molisana. Nella nota diffusa dall’azienda italo-franco-tedesca, si legge come a riguardo dello stabilimento in provincia di Campobasso “ACC conferma la riapertura delle discussioni sui contenuti riferiti al suo progetto a Termoli per la fine del 2024-inizio del 2025, il tempo di condurre studi volti ad apportare i necessari adattamenti al progetto industriale.”.
Si tratta quindi di uno stop alla Gigafactory di Termoli, non di una cancellazione del progetto. Diversa, e più cupa, è invece la sorte dell’omologa tedesca di Termoli, la Gigafactory di Kaiserslautern. Nella città della Renania-Palatinato, infatti, è stata proprio la Cancelleria del Land tedesco ad annunciare lo stop, apparentemente definitivo, al progetto. Lo stabilimento di Kaiserslautern era inoltre già stato approvato da due anni e finanziato anche da circa 437 milioni di euro di fondi pubblici tedeschi.
Il quotidiano locale Rheinpfalz, in più, riporta delle dichiarazioni del segretario generale dell’ACC, Matthieu Hubert, che ha definito questa pausa anche come una risposta al rallentamento nella diffusione della mobilità elettrica, ai problemi infrastrutturali e ai costi sempre più elevati dei materiali. Hubert ha infatti chiarito come, per ACC, “prima di investire miliardi, è necessario determinare quale sia il tipo di tecnologia di celle di cui ha bisogno il mercat.o”. Se per Termoli si parla di un semplice rinvio, dovuto alle necessità di comprendere meglio le necessità del mercato, per Kaiserslautern una decisione finale sul suo futuro è prevista entro la fine dell’anno.
ACC: “Servono batterie più economiche”
Nelle sue note, ACC ha dato un’ulteriore motivazione a questo rinvio di Termoli: il costo delle batterie. L’azienda ha infatti dichiarato come il principale motivo che l’ha portata a rivedere in maniera così pesante i propri piani è la necessità sempre maggiore di produrre celle a basso costo. “ACC sta adattando la sua strategia di fornitura di batterie”, ha dichiarato l’azienda, “per aggiungere nuove chimiche di celle a basso costo al suo portafoglio.”.
ACC ribadisce come il mercato stia chiedendo con sempre maggiore forza automobili elettriche a prezzi più bassi. In gran parte dei Paesi europei, infatti, il mercato dell’auto elettrica oscilla tra il 2,6% del mercato italiano e il 18% dei Paesi più “virtuosi” come la Germania, restando quindi una nicchia rispetto al totale.
La necessità di prezzi più bassi è palesata dalla “fame” di incentivi visti nelle ultime ore, che ha portato le misure introdotte nella giornata di lunedì 3 giugno scorso ad esaurirsi in meno di 24 ore (qui trovate l’articolo dedicato per saperne di più). Inoltre, la vendita di automobili elettriche rimane inferiore alle attese di un lustro fa, per un mercato che fa fatica ad imporsi e a raggiungere i livelli che giustificherebbero investimenti così ingenti da parte delle aziende.
Il principale strumento per abbattere i costi finali delle EV è, senza dubbio, quello di ridurre il più possibile il prezzo di produzione delle batterie. Per ottenere questo risultato, ABB ritiene necessario interrompere e ricalcolare i lavori di costruzione dei suoi nuovi stabilimenti. “Questi sviluppi tecnologici richiedono una nuova fase di ricerca e sviluppo, da effettuare nei prossimi mesi, in modo da essere in grado di industrializzare prodotti più accessibili.”, ha chiarito ABB.
Stop alla Gigafactory di Termoli, Tavares: “La velocità degli investimenti dipende dal mercato”
La joint-venture ha quindi palesato la necessità di rivedere la propria strategia di produzione di celle a basso costo, indispensabile per rimanere competitivi sul mercato. In più, la già citata lentezza del mercato dell’auto elettrica, ancora lontano dalle previsioni fatte durante la definizione dei programmi di questi stabilimenti, pone l’urgenza di rivedere piani, investimenti e costi.
Su questo tema si è speso anche Carlos Tavares. L’amministratore delegato di Stellantis, interpellato sul tema delle Gigafactory, è stato piuttosto chiaro nell’ammettere di quanto l’andamento del mercato dell’elettrico influenzi già oggi gli investimenti dell’azienda, e di quanto questo fattore diventerà centrale nei prossimi mesi. “Investiremo nelle Gigafactory alla velocità che richiederà il mercato.“, ha chiarito il manager portoghese. “Se il mercato delle elettriche si velocizzerà, allora investiremo più velocemente. Se rallenterà, andremo più lentamente. Investiremo in base alle vendite di BEV.“, ha chiosato Tavares.
Sul futuro della Gigafactory di Termoli, sullo stop e sulla sua durata dovremo quindi aspettare con apprensione i dati di vendita europei delle automobili elettriche, senza dimenticare il risultato delle elezioni europee previste per il weekend dell’8 e 9 giugno prossimi. In base alle risposte ricevute dal voto, infatti, verrà influenzato in maniera tangibile il futuro dell’automobile in Europa, la diffusione dell’auto elettrica e il percorso da seguire per Case e produttori nei prossimi decenni. In tutto questo, Termoli aspetta, con la speranza di cominciare i lavori di ammodernamento tra la fine del 2024 e l’inizio del prossimo anno.