Quest’anno per il marchio Maserati è davvero speciale, perché in un sol colpo non solo cade il 110° anniversario dalla sua fondazione in quel 1° dicembre 1914 a Bologna in via dè Pepoli n°1 per mano degli intrepidi fratelli Alfieri, Ernesto ed Ettore Maserati, ma anche il 70° di un modello davvero straordinario: la Maserati 250 F da Formula 1, schierata in pista nel 1954.
La Maserati 250 F nasce su diversi presupposti che vedono principalmente la necessità di introdurre un modello davvero nuovo da far competere nel Campionato di Formula 1 inaugurato nel 1950 (e vinto per i primi anni fino al 1953 esclusivamente da vetture italiane), e da un mercato popolato da gentleman driver che certamente avrebbero gradito una monoposto pronta da poter acquistare direttamente.
Partito il progetto, l’intenzione è quella di avere la vettura pronta per il primo Gran Premio utile del 1954, ovvero quello del 17 gennaio a Buenos Aires, Argentina; considerando che il progetto viene di fatto avviato nel 1953 si intuisce la già straordinarietà dell’impresa. Per riuscirci si mette insieme un vero “dream team” di ingegneri e tecnici quali Gioachino Colombo, Vittorio Bellentani e Alberto Massimino, ma senza dimenticare Giulio Alfieri, che ne curerà i miglioramenti portando la vettura al continuo successo.
Capolavoro tecnico
Il frazionamento e la posizione del motore scelta è quella anteriore con l’immortale 6 cilindri in linea che tanto caro fu ad Alfieri Maserati, ormai firma del marchio bolognese, che risale a quelli presenti sulla Maserati A6GCM (acronimo infatti di Alfieri, 6 cilindri, Ghisa, Corsa Monoposto). Non per nulla la vettura da sostituire. È bene ricordare che nel 1957 verrà adottato anche il V12 da 60°.
La cilindrata iniziale è di 2494 cc capace di 240 CV poi cresciuti fino a 270 CV (dal 1957, un 2491 cc da 320 CV), scelta in relazione al regolamento previsto per il 1954 che imponeva un massimo di cilindrata di 2500 cc per motori ad aspirazione atmosferica, e solo 750 cc per quelli sovralimentati con compressore volumetrico. Il basamento del motore era in alluminio con cilindri in ghisa, due valvole per cilindro, doppio albero a camme in testa, tre carburatori Weber 42 DCO3 (poi anche da 45 DCO3) e cambio quattro marce più retromarcia (poi anche a cinque più retromarcia). Il cambio stesso venne sistemato in blocco con il differenziale al retrotreno per un perfetto equilibrio dei pesi, raggiunto anche grazie alla scelta del telaio tubolare a traliccio (realizzato da Valerio Colotti) e dalla carrozzeria in lamiera di alluminio modellata dalla sapienza degli storici carrozzieri di Medardo Fantuzzi a Modena, dando forma ad una disegno estremamente affilato e allungato, efficiente aerodinamicamente e dotato di grande fascino. L’abitacolo era abbastanza spazioso, anche se costringeva il pilota a sedere a cavallo del tunnel della trasmissione.
Un successo da “boom” di ordini
Chiamata Maserati 250 F, dove il numero sta per i decilitri della cilindrata e la lettera per l’applicazione in “Formula”, dopo una serie di brillanti collaudi sulla pista di Modena effettuati il 26 dicembre 1953, la vettura venne imbarcata a Milano in volo verso l’Argentina dove l’aspettava Juan Manuel Fangio, momentaneamente disponibile perché in attesa della vettura che Mercedes-Benz era in procinto di preparare per la nuova stagione. Il battesimo del fuoco della nuova nata iniziò con una perfetta vittoria davanti alle Ferrari 625 di Farina e Gonzalez, replicando sul circuito belga di SPA.
Già dopo la gara argentina, la Maserati 250 F ebbe immediatamente un grande successo che si materializzò in un alto numero di ordini da parte di privati che, inizialmente, misero in difficoltà la possibilità di soddisfare tale numero di richieste; una delle soluzioni fu quella di aggiornare le A6GCM con il nuovo motore, ma ovviamente le prestazioni erano comunque ben diverse da quelle delle “vere” 250 F. Proprio dopo il risultato argentino, la Maserati deciderà di comporre una propria squadra ufficiale.
Negli anni la continua evoluzione tecnica e formale delle vetture, generò Maserati 250 F molto diverse l’una dall’altra, secondo la tipica “vita” di una qualsiasi vettura da competizione di volta in volta aggiornata per volontà del pilota, necessità di gara e di normale aggiornamento tecnico nell’ottica di una sempre maggiore competitività, arrivando ad esempio alla curiosa versione “aerodinamica” completamente avvolgente che lasciava scoperta solo parte della zona superiore delle ruote, destinata al pilota Jean Behra che si classificò quarto al Gran Premio d’Italia l’11 settembre 1955.
Questa prima vincente uscita della Maserati 250 F è uno dei tanti tasselli che, nonostante le difficoltà porterà il marchio fino a noi, pronti a onorarlo ancora una volta.
Autore: Federico Signorelli