Se in Europa l’auto più venduta nei primi 9 mesi del 2023 è un’elettrica, la Tesla Model Y, in Italia la situazione non è affatto la stessa. Nel nostro Paese, infatti, l’auto elettrica continua a ricoprire un ruolo marginale nelle classifiche di vendita, non arrivando neanche alla quota di mercato del 5%, e vendendo meno dell’amato, almeno qui da noi, GPL. Se le motivazioni che portano ad acquistare un’auto elettrica sono diverse, dalla coscienza ambientale al maggiore piacere di guida in situazioni quotidiane, all’inizio della diffusione dell’elettrico a dare man forte alla loro diffusione c’erano dei costi di gestione molto interessanti.
Grazie a vari vantaggi tra cui il costo delle ricariche più basse rispetto ai rifornimenti, le agevolazioni a livello di bollo, assicurazione e costi di gestione come parcheggi e ingressi nella ZTL, le auto elettriche all’inizio erano sia interessanti per l’ambiente che per il portafoglio. Oggi, però, le cose sono cambiate. L‘auto elettrica conviene davvero, o è meglio puntare sulle sempre più efficienti auto termiche? Per scoprirlo, abbiamo pensato di analizzare i costi reali di un’auto elettrica tra acquisto, ricarica/rifornimento, costi fissi di gestione e d’utilizzo, per rispondere una volta per tutte alla domanda più gettonata.
L’auto elettrica conviene davvero? Costi d’acquisto e incentivi
Per capire se l’auto elettrica conviene davvero, per una volta partiamo dalla fine, ovvero dai prezzi di listino e dal prezzo finale che si va a pagare in concessionaria. Per fare questo confronto, abbiamo scelto quattro auto, due elettriche e due termiche, che stanno ottenendo ottimi risultati in Italia, e che sono del tutto confrontabili l’una con l’altra. La prima “sfida” è tra la FIAT 500, iconica e immortale utilitaria italiana che continua a mietere successi dal 2007, e la sua controparte elettrica, la FIAT 500e.
Molto simili a livello estetico ma completamente diverse a livello tecnico, FIAT 500 è oggi disponibile sul mercato in una sola versione, la 1.0 Hybrid. Dotata di un motore 1.0 tre cilindri aspirato della famiglia FireFly da 70 CV, è aiutata da un piccolo motore elettrico da una manciata di CV, che la rende una Mild Hybrid anche a livello omologativo, con vantaggi fiscali che vedremo tra poco. FIAT 500e, invece, è realizzata su una piattaforma completamente nuova, ed è disponibile in due versioni. La prima ha un motore elettrico da 95 CV e una batteria da 23,7 kWh, che consente un’autonomia di 190 km nel ciclo misto WLTP. La versione più interessante è invece la 42 kWh, che porta un motore da 118 CV e una batteria più grande che permette un’autonomia di 330 km nel ciclo WLTP.
Per capire se l’auto elettrica conviene davvero, confrontiamo il prezzo della versione d’accesso di FIAT 500 e quella d’accesso della sua controparte elettrica nella versione più venduta, quella appunto da 42 kWh. Il prezzo per una FIAT 500 1.0 Hybrid è di 18.000 euro, con una dotazione di serie razionale con clima, radio con schermo da 5 pollici, cruise control, computer di bordo, volante regolabile in altezza e poco altro. Per avere il sedile guida regolabile in altezza, il sistema infotainment da 7 pollici e i sensori di parcheggio posteriori bisogna passare alla Dolcevita, che costa 20.500 euro. Non ci sono, al momento in cui scriviamo, incentivi per l’acquisto di una FIAT 500 termica, che quindi rimane “ferma” a 18.000 euro.
FIAT 500e, invece, parte in versione base da 33.150 euro. La dotazione di serie, però, è più generosa, con clima automatico, infotainment UConnect 5 da 10,25 pollici (ma senza navigatore), frenata automatica d’emergenza e, anche per la versione base, sedile non regolabile in altezza. In questo caso, rispetto alla 500 termica, è possibile accedere agli incentivi statali per le auto elettriche. Si può ottenere uno sconto di 3.000 euro sull’acquisto dell’automobile senza rottamare un vecchio veicolo inquinante, che diventano 5.000 rottamando un’auto con più di 10 anni. A seconda del contesto personale, quindi, l’acquisto della FIAT 500e può scendere tra i 28.150 e i 30.150 euro. La differenza di prezzo, quindi, è compresa nella forbice tra i 10.150 e i 12.150 euro. Senza gli incentivi, la differenza è di 15.150 euro.
Per il secondo confronto per capire se l’auto elettrica conviene davvero mettiamo vicini due versioni di uno dei SUV più venduti in Italia, Jeep Avenger. La piccola della Casa americana è proposta con due motorizzazioni sulla stessa base meccanica, la STLA Small del Gruppo Stellantis. La più venduta in Italia è la versione termica, spinta da un 1.2 tre cilindri turbo da 100 CV e cambio manuale (qui la nostra prova su strada di Jeep Avenger benzina). Questa motorizzazione, in versione d’accesso Longitude, parte da 24.300 euro, ed è priva di sistemi di elettrificazione leggera. La seconda versione è la BEV, dotata di un motore elettrico da 156 CV e una batteria da 51 kWh, con un’autonomia di 400 km nel ciclo WLTP. Nella versione equivalente, la Longitude, costa 39.900 euro. Contando i già citati incentivi, che abbassano il prezzo a 36.900 euro senza rottamazione e a 34.900 con rottamazione, la forbice è di nuovo simile a prima, compresa tra i 10.600 e i 12.600 euro. Senza incentivi, la forbice è di 15.600 euro.
Ricarica, rifornimento e autonomia, auto elettrica contro termica
Per il momento, quindi, l’auto elettrica conviene rispetto all’auto termica? A livello di numeri, bisogna mettere in conto almeno 10.000 euro in più all’acquisto, già contando gli incentivi. Senza le agevolazioni, la spesa in più salirebbe oltre quota 15.000 euro. Per convenire davvero, a questo punto, il costo di tutto il resto dovrebbe essere sensibilmente inferiore. Vediamo allora la seconda, grande spesa quando si sceglie di acquistare un’auto: i rifornimenti o, nel caso delle elettriche, le ricariche.
Andiamo prima a vedere il prezzo medio per un pieno di benzina o “di elettricità” per ciascuna auto. In un secondo momento, andremo a vedere la spesa annuale contando una percorrenza nel corso dei 365 giorni un po’ superiore alla media italiana, ovvero 15.000 km. Partendo dal confronto FIAT 500-FIAT 500e, seguendo il prezzo medio di elettricità, ricariche alle colonnine e benzina al momento in cui scriviamo troviamo delle cifre interessanti. Nello specifico, il prezzo medio dell’elettricità a casa è di 0,27 euro, mentre quello della benzina “verde” è al momento in cui scriviamo di 1,981 euro.
Per riempire il serbatoio di una FIAT 500 1.0 Hybrid con una capacità di 35 litri servono, oggi, 69,33 euro. Per una ricarica completa della batteria della FIAT 500e da 42 kWh, con una ricarica casalinga servono 11,34 euro. Con ricarica alle colonnine in corrente alternata, che hanno prezzi compresi tra gli 0,50 e 0,69 euro, servono invece rispettivamente 21 e 28,98 euro. Per una ricarica dallo 0 al 100% con ricarica rapida, offerta a 0,89 euro dai principali player, invece, il prezzo sale a 37,38 euro.
Passando alla Jeep Avenger, il prezzo medio per riempire da vuoto a pieno il serbatoio da 44 litri della compatta italiana è di 87,16 euro. La sua batteria da 51 kWh, invece, richiede un’esborso di 13,77 euro tramite presa domestica, tra i 25,5 e i 35,7 euro da colonnine comuni e 45,4 euro per una ricarica rapida da colonnine Ultra Fast.
Questi sono i costi per una ricarica singola. Andiamo ora ad analizzare un costo annuo per una percorrenza media di 15.000 km all’anno utilizzando i consumi omologati dal ciclo WLTP, che non sono sempre estremamente veritieri ma ci permettono di confrontare due vetture così diverse sullo stesso piano. Partiamo dalle due 500. Omologata per un consumo medio di 21,7 km/l, per percorrere 15.000 km all’anno una 500 1.0 Hybrid utilizza 691,24 litri di benzina. Il calcolo è quindi presto fatto: con il prezzo odierno della benzina, abbiamo una spesa annua in carburante di 1.369,35 euro.
Più complicato il calcolo per l’elettrica, in quanto a seconda del metodo e alla potenza della colonnina scelta corrispondono risultati differenti. Il dato “fisso” è quello che parla dei kWh necessari in un anno: con un consumo omologato di 7,4 km/kWh, serviranno 2.027 kWh per coprire i 15.000 km percorsi. Il prezzo di questi kilowattora, però, cambia drasticamente a seconda della loro sorgente. Ricaricando unicamente a casa, con la tariffa odierna servono 547,29 euro, ben 822 euro meno della 500 a benzina. Caricando alle colonnine “normali”(che, ricordiamo, hanno tariffe medie comprese tra gli 0,50 e 0,70 euro), invece, servono 1.013,5 e 1.419 euro all’anno, che diventano addirittura 1.804 caricando solo alle colonnine veloci. Ricordiamo però che possibile acquistare “pacchetti” di ricarica che abbattono il prezzo al kWh dell’energia.
Andando ad ipotizzare l’acquisto di un pacchetto BeCharge Large 250, che permette di ricaricare 250 kWh al mese (una quantità superiore ai 169 kWh previsti per la percorrenza mensile), il prezzo è di 90 euro al mese, per un costo al kWh di 0,36 kWh. Andando comunque ad ipotizzare l’acquisto mensile di questa tariffa (ce ne sono molte altre online), il prezzo annuale per le ricariche fuori casa sarebbe di 1.080 euro, poco meno di 300 euro annui in meno rispetto alla 500 a benzina.
Dopo tutti questi numeri, torniamo alla cara, vecchia benzina parlando della Jeep Avenger 1.2. La Casa americana ha omologato il suo B-SUV per un consumo medio di 17,9 km/l nel ciclo WLTP. Questo significa che, per percorrere 15.000 km, servono 838 litri. Con il prezzo della benzina di oggi, questo significa in una spesa di 1.660,08 euro all’anno. Andiamo a vedere quanto si spenderebbe con la Avenger BEV a zero emissioni. La sua batteria da 51 kWh è più grande, ma l’autonomia è solo marginalmente superiore, in quanto Avenger consuma di più: nel ciclo WLTP, infatti, ha totalizzato 6,3 km/kWh nel ciclo misto. Otteniamo così 2.381 kWh di energia necessari per i 15.000 km annui: analizziamo allora i costi.
Con la ricarica domestica a 0,27 euro al kWh, il prezzo è di 642,86 euro, che diventano rispettivamente 1.190,5 e 1666,7 euro con colonnine da 0,50 e 0,70 euro. Con le ricariche rapide, invece, si sale a 2.119,09 euro, ben 459 euro in più della benzina. Facendo lo stesso calcolo con la BeCharge Be Large 250, l’abbonamento mensile da 90 euro per 250 kWh (ben più utili visto che il consumo medio porta l’utilizzo di kWh mensile a quasi 200 kWh), il prezzo rimane di 1.080 euro all’anno, circa 600 euro meno della controparte a benzina.
In definitiva, l’auto elettrica conviene davvero? La risposta è dipende: andando a ricaricare solo da colonnine fast, il prezzo è sensibilmente superiore rispetto alla versione a benzina. Caricando tanto a casa e sfruttando le offerte di pacchetti di kWh mensili, invece, il risparmio può arrivare a toccare i 300 euro sulla 500 e 600 su Avenger. Attenzione però che questi consumi, soprattutto quelli delle due elettriche, possono cambiare molto a seconda dell’utilizzo, aumentando questi consumi da “miglior scenario possibile”.
In più, ricaricare a casa ha diverse incognite. Per primo, il tempo di ricarica: per una FIAT 500e, infatti, servono 35 ore per una ricarica completa, che diventano 34 ore per la Jeep Avenger. Ricaricare unicamente a casa, quindi, è davvero complesso, visto che una ricarica notturna riporterebbe circa il 30% della batteria per FIAT 500e e Jeep Avenger. Per ricaricare a casa, quindi, servirebbe una wallbox, che ha un prezzo medio (compresa l’installazione) compreso tra gli 800 e i 1.500 euro, compreso un adeguamento del contratto di fornitura dell’energia che, in alcuni casi, può portare all’aumento delle tariffe, con prezzi che variano caso per caso.
Per incentivare l’adozione di wallbox, il Governo ha annunciato in questi giorni l’introduzione di un “Bonus Wallbox“, dal valore massimo di 1.500 euro per persona singola e di 8.000 euro per installazioni in box condominiali, che potrebbe aiutare chiunque voglia accedere alla mobilità sostenibile. Per maggiori informazioni, vi rimandiamo al sito del MISE. Divisiva, infine, la questione pannelli solari o piccole turbine eoliche domestiche. Se si provvede alla (costosa) installazione di pannelli fotovoltaici e/o pale eoliche nella propria abitazione (il che richiede di abitare in una casa autonoma e non in un condominio), i costi di ricarica potrebbero addirittura diventare nulli.
Costi di gestione e d’utilizzo dell’auto elettrica contro una termica
Arriviamo così ad un altro punto focale della discussione: i costi di gestione, tra bollo, assicurazione e tagliandi. Partiamo subito dal bollo auto, una spesa che merita uno sguardo molto interessante. In Italia, infatti, le automobili elettriche sono esentate dal pagamento del bollo auto per un periodo di tempo variabile. In alcune Regioni come il Veneto, ad esempio, l’auto elettrica è esente dal bollo per 5 anni, mentre ad esempio in Piemonte e Lombardia l’esenzione dura per tutto il ciclo di vita dell’auto. Questo significa che, almeno per 5 anni, sia FIAT 500e che Jeep Avenger BEV non devono pagare il bollo all’erario. Lo stesso, però, vale anche per la FIAT 500 Hybrid, che, omologata come ibrida, non deve pagare il bollo in diverse Regioni, con periodi compresi tra i 3 e i 6 anni, mentre in altre parti d’Italia è dovuto fin dal primo anno.
In attesa del lancio della Jeep Avenger Mild Hybrid, attesa per l’inizio del 2024, a pagare il bollo nei primi 5 anni sono (in alcune Regioni) FIAT 500 Hybrid e Jeep Avenger 1.2. Il costo, come sappiamo, varia da Regione a Regione, ma possiamo stimare un prezzo medio di 191 euro per il “Cinquino” e 200 euro all’anno per la Jeep Avenger 1.2. Per quanto riguarda le Regioni in cui non c’è l’esenzione totale delle auto elettriche, invece, il costo del bollo è commisurato alla potenza continua, e dopo questi 5 anni bisogna pagare solo il 25% del bollo totale. Sui 60 CV della 500 elettrica, quindi, si pagherebbero circa 28 euro, che diventano 43 per la Avenger.
Capitolo assicurazione: per le automobili ibride ed elettriche c’è un’agevolazione anche nelle tariffe assicurative. Come potrete immaginare, è però molto complicato fare una comparazione di queste cifre, in quanto in alcune zone d’Italia assicurare una di queste quattro auto può costare 200-300 euro, e in altre oltre 1.000. Sappiate, comunque, che ci sono importanti agevolazioni per auto ibride (anche Mild Hybrid) ed elettriche che vanno dal 10 al 30% secondo i dati dei siti di comparazione delle tariffe come Facile.it o similari.
Concludiamo, infine, con i tagliandi delle quattro automobili che abbiamo preso in esame. In generale, la manutenzione delle auto elettriche è sempre minore di quelle termiche. I motori, infatti, sono molto più semplici e richiedono molta meno manutenzione rispetto ad un motore termico, per quanto piccolo ed efficiente. Per questo, a lungo termine i costi di riparazione saranno inferiori, in quanto, ad esempio, non si effettuano cambi dell’olio, sostituzioni di frizioni o della cinghia di distribuzione. I tagliandi ordinari, però, non sono così tanto più economici: un tagliando per una FIAT 500 Hybrid, infatti, si attesta a 150 euro per il primo e a 250 euro per quelli successivi. Una FIAT 500e, invece, richiede 120 euro per il tagliando ordinario. Leggermente più ampia la forbice per la Jeep Avenger: la BEV “chiede” 150 euro, la 1.2 circa 250 euro. Ricordiamo, infine, che in alcune città il parcheggio sulle strisce blu e l’accesso alle ZTL è gratuito per le elettriche, portando altri vantaggi.
L’auto elettrica conviene davvero?
Arriviamo, infine, alle conclusioni: l’auto elettrica conviene davvero? La risposta più semplice sarebbe dire “dipende”. In realtà, andando ad analizzare i costi di queste quattro vetture così simili per dimensioni e destinazione d’uso, ci si rende conto come, nonostante gli incentivi, il delta-prezzo sia molto ampio, forse troppo, di minimo 10.000 euro. Questo significa che, in un periodo di 5 anni, per rientrare dell’investimento si dovrebbe avere un risparmio annuo di 2.000 euro a favore dell’elettrico. Andiamo ad analizzare insieme i costi, per vedere se questo è possibile.
Nel migliore dei casi, con rottamazione di un veicolo più inquinante e l’acquisto con gli incentivi statali, il delta-prezzo tra un’auto termica e un’elettrica equivalente, come nel caso delle due Jeep Avenger in esame, è di 10.600 euro. Ogni anno, la differenza di prezzo per il carburante, andando a calcolare il consumo medio omologato per la percorrenza di 15.000 km all’anno e considerando il miglior scenario possibile, ovvero quello della ricarica casalinga (che però, abbiamo visto, è molto complicato da replicare per via dei lunghissimi tempi di ricarica), porta il delta-spesa a 1.018 euro (1.660 euro per la benzina contro i 642 dell’elettrica). Per cinque anni, quindi, siamo a 5.090 euro, portando il delta a 5.510 euro.
Per il bollo, la differenza in cinque anni è di 1.000 euro totali, portando il “totale” a 4.510 euro. Per l’assicurazione possiamo ipotizzare un delta-risparmio compreso tra il 10 e il 30%, che quindi potrebbe attestarsi tra i 50 e i 200 euro all’anno a seconda della zona di residenza. Nel migliore dei casi, quindi, troviamo nuovamente un risparmio in 5 anni di 1.000 euro, che porta il delta a 3.510 euro. Rimangono ancora i tagliandi, più economici di circa 100 euro per la manutenzione ordinaria (-500 euro in 5 anni) e le agevolazioni a parcheggi sulle strisce blu e accessi alle zone a traffico limitato. Andando a contare tutte queste cifre, arrotondandole a circa 5-600 euro per un periodo di 5 anni, la forbice rimane intorno ai 3.000 euro. La “parità”, quindi, si raggiunge dopo i 6 anni di possesso, e dopo i 7 anni si va a risparmiare con un’auto elettrica rispetto ad un’automobile termica.
La risposta quindi è più complessa. Se fate tanti km in città, ricaricate sempre a casa e potete contare sul massimo degli incentivi per wallbox, acquisto e magari per l’installazione delle costose soluzioni di produzione casalinga di energia, l’auto elettrica conviene. Per gli altri, il delta-prezzo iniziale è ancora estremamente alto, e per abbassarlo servono investimenti importanti proprio come wallbox e pannelli fotovoltaici, che si aggiungono ai costi rendendo ancora più difficile arrivare a risparmiare. In definitiva, l’auto elettrica non conviene, se non dopo diversi anni e nelle migliori condizioni di acquisto, ricarica e di vita. L’auto elettrica, alla fine di tutti i discorsi ideologici che portano l’acqua ad un mulino piuttosto che a un altro, è una scelta etica, ideologica, personale, e per questo può anche portare chi la fa a sopportare di spendere qualche migliaio di euro in più per la stessa auto, ma poi a risparmiarli giorno dopo giorno.
Non abbiamo infine toccato l’argomento più scottante, quello delle batterie e della loro decadenza, troppo complesso per essere inserito in questo argomento. Di certo, il costo maggiore di un’auto elettrica si paga con il minor inquinamento locale, la maggiore fluidità e relax di guida e la consapevolezza di avere un’auto più “gentile” con l’ambiente. Andando a vedere i costi, invece, ci si rende conto come la convenienza dell’auto elettrica è data dagli incentivi e dagli aiuti statali, oltre che dalla convinzione dei clienti finali. Senza gli incentivi, infatti, la “forbice” sarebbe di oltre 15.000 euro, davvero complicata da colmare in meno di 7-8 anni. Quindi, a livello economico possiamo rispondere che, anche nel migliore degli scenari, l’auto elettrica non conviene davvero, se non investendo altri soldi (o sfruttando altre agevolazioni) per avere costi di ricarica pressoché nulli e pianificare ricariche e viaggi alla perfezione. Può diventare quindi conveniente, ma è soprattutto una scelta etica e soggettiva, mossa da altre motivazioni che non siano il vil denaro.
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