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Motore rotativo Wankel: come funziona e quando torna?

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Il nome Wankel rievoca brividi per gli appassionati: è stato un motore leggendario, nato negli anni sessanta (fu utilizzato per la prima volta da NSU) e diventato celebre per la Mazda RX-7 ed RX-8, la coupé di successo della casa giapponese: quest’ultima era capace di erogare con un motore di 1200 cm cubi ben 231 cavalli di potenza. Le “magie” del “rotary”, soprannome di questo originale motore.

Ma come funziona il Wankel? Il motore ha un sistema rotativo che si contraddistingue per l’assenza di cilindri e pistoni; al loro posto c’è un rotore a tre lobi che ruota intorno all’albero motore, generando con il suo movimento camere di lavoro. Questo permette di compiere ciclicamente le quattro fasi di aspirazione, compressione, espansione e scarico.

Nessuna valvola o albero a camme quindi: anche la distribuzione è assente. Meno componenti significa dunque anche più compattezza, che gli permette inoltre di girare a velocità impensabili per un motore “normale”: la Rx-8 aveva il limitatore a 9.000 giri. Ogni rotore fa il lavoro di tre cilindri. Il risultato: un rapporto peso/potenza ineguagliabile.

Ma ha anche degli svantaggi, indubbiamente: primo su tutti il grande consumo di olio, per garantire una corretta lubrificazione del rotore. In più la combustione è tutt’altro che perfetta, aumentando i consumi e i costi di manutenzione. Questi problemi superavano gran parte dei vantaggi e nel 2012, anno nel quale la Rx-8 uscì di produzione, il Wankel sembrava destinato a finire nel dimenticatoio.

Ma ecco il colpo di scena: in questi mesi si sta pensando a un inaspettato ritorno, messo in campo, pensate un po’, proprio da Mazda: a gennaio ha annunciato la versione R-EV della MX-30 (già in produzione da giugno) un’auto elettrica che avrà un motore Wankel a supporto. In pratica si tratta di una soluzione che trasforma il motore rotativo in una sorta di accumulatore al servizio del motore elettrico. In questo modo si aumenta moltissimo l’autonomia; il motore, che da solo ha appena 85 km di autonomia, può essere anche ricaricato con corrente alternata o continua.

Mazda MX-30 R-EV

Insomma, una rivisitazione sul tema che avrebbe molti punti a favore: l’utilizzo di materiali più moderni diminuirebbe l’usura del propulsore, che si attiverebbe solamente per ricaricare la batteria. Una “fine” forse poco all’altezza per il Wankel, direbbero gli appassionati: sicuramente un sistema molto tecnologico ed efficiente.

Autore: Flavio Garolla

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