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Dacia Extreme: gamma, prezzo, colori, prova in anteprima

Tempo di lettura: 9 minuti

Il “caso Dacia” è uno dei più interessanti comparsi negli ultimi decenni nel mondo dell’automobile. Nata come automobile del popolo dalle mire dittatoriali di Nicolae Ceausescu e legata a Renault dal lontano 1968, dal 1999 è parte del Gruppo Renault, e nel 2005 è arrivata in Europa, facendosi conoscere come la prima marca dichiaratamente low cost. Da quasi 20 anni fa, dove la Logan era famosa per il suo prezzo e per la sua spartanità, Dacia è cambiata enormemente, raggiungendo un successo totalmente insperabile nel momento del suo debutto. Dacia è infatti, nel primo semestre 2023, la prima Casa in Italia per vendite a privati. Il merito è di un cambio progressivo ma deciso e decisivo del brand, aiutato da modelli sempre più moderni e tecnologici e da soluzioni interessanti, come la gamma Dacia Extreme, presentata oggi in Valle d’Aosta per un primo contatto.

Con la gamma Dacia Extreme, la Casa romena pone al top della sua gamma un nuovo allestimento di punta. Dotato di soluzioni estetiche originali e riconoscibili, rivestimenti specifici e una dotazione intelligente, con tutto quello che serve e nulla in più, rappresenta a pieno il nuovo corso Dacia. Il brand più vivace e vivo del Gruppo Renault ha visto una trasformazione netta negli ultimi anni. Dalla Casa esclusivamente low cost, priva di grandi appeal fuori dal prezzo così basso, Dacia ha lavorato tanto per cambiare la sua percezione, diventando oggi un brand noto per altre qualità prima del prezzo, che rimane comunque punto fondante della strategia Dacia. Abbiamo scoperto i piani futuri di Dacia, i dati per il primo semestre del 2023 e le speranze per il futuro, nonché provato su strada (e non) la prima ibrida di Casa, Dacia Jogger Hybrid in allestimento Extreme.

Il 2023 da record di Dacia: prima tra i privati e primatista in tanti segmenti

Dopo un primo periodo storico di affermazione come Casa low cost capace di offrire auto solide, robuste e funzionali al minor prezzo possibile, dal 2020 Dacia ha cambiato rotta. Con il lancio della nuova Sandero, prima auto Dacia dotata di una meccanica al passo con le rivali, la Casa di Pitesti ha imboccato una strada che l’ha portata oggi ad ottenere risultati eccezionali. Con una gamma completa e capace di rispondere alle reali esigenze del mercato, Dacia è riuscita a chiudere il primo semestre del 2023 con un risultato storico.

Per la prima volta nella sua storia, infatti, Dacia è risultata la leader di mercato nel segmento dei privati, dove nei primi sei mesi dell’annpo ha ottenuto una quota di mercato del 9,7%. Si tratta di un record assoluto per Dacia, che cresce del 23% rispetto all’anno scorso, e con 43.855 immatricolazioni il brand del Gruppo Renault è il più scelto dai privati, che compongono il 95% delle vendite Dacia. Andando ad includere anche il mercato professional e flotte, Dacia scende al 6° posto, totalizzando comunque un market share del 5,4%. Si tratta di numeri impressionanti contando l’ascesa di Dacia dal suo debutto in Europa nel 2005 ad oggi.

Da dove nasce questo successo così incredibile e quali sono le motivazioni che fanno scegliere Dacia ci arriveremo più avanti. Prima di ciò, invece, andiamo a vedere nel dettaglio le vendite Dacia nel primo semestre 2023. I dati interessanti, infatti, sono molti. Non può non stupire trovare al vertice delle vendite europee Dacia Sandero, l’auto più venduta in tutta Europa. In Italia, invece, Dacia Sandero è seconda solo alla FIAT Panda. Con i suoi oltre 26.000 esemplari, Sandero è l’auto più venduta in Italia dopo il mitico “Pandino”.

Non è solo la Sandero a primeggiare. Dacia Duster, infatti, completa insieme a Sandero il duo delle auto a GPL più vendute in Italia, con il SUV romeno che è ancora uno dei modelli più apprezzati sul mercato dopo oltre 5 anni dal lancio. Molto bene anche Dacia Jogger, che entra nella top 10 delle auto a GPL più vendute (mercato dove Dacia è primatista assoluta) e anche Spring è tra le piccole EV più vendute. Con oltre 43.800 immatricolazioni, Dacia è il brand più venduto tra i privati in Italia.

Sono molto interessanti anche i dati che Dacia ci ha presentato per inquadrare meglio i suoi clienti. Dacia ha infatti un tasso di fidelizzazione molto alto, del 60%. Questo significa che 6 clienti su 10, quando cambiano auto, scelgono ancora una Dacia. Di quelli che lasciano il marchio, invece, il 60% rimane nel Gruppo Renault. Al contrario, invece, ben l’80% dei nuovi clienti Dacia vengono fuori dal Gruppo Renault, confermando la ricetta vincente voluta durante la Renaulution. Infine, è molto interessante sapere che i clienti Dacia di vecchia data scelgano ancora le versioni più spartane ed essenziali. I “nuovi” clienti, invece, vogliono le versioni più accessoriate, come la gamma Dacia Extreme.

La formula vincente di Dacia: essenziale ma interessante, robusta e poliedrica

Come ha fatto Dacia a passare da brand di nicchia per chi vuole risparmiare a prima Casa in Italia per vendite? Il prezzo ha sicuramente giocato una componente a dir poco fondamentale, e con l’aumento dei prezzi vertiginoso delle altre auto Dacia è riuscita a ritagliarsi uno spazio sempre più grande. Sarebbe un errore, però, giustificare il successo di Dacia “solo” con il suo prezzo concorrenziale. La Casa romena, a partire dal lancio della Renaulution del 2021, ha infatti cambiato tante cose di sé, a partire dall’identità del brand.

Oggi, Dacia riassume sé stessa con tre motti: essential but cool (essenziale ma di tendenza), robust and outdoor e Eco-Smart. Sono tre claim pubblicitari o li ritroviamo nelle auto della Casa? Iniziamo, per una volta, dal fondo: Eco-Smart. Eco-Smart si riferisce alle nuove motorizzazioni ibride ed elettriche, che hanno portato l’elettrificazione anche su Dacia, ma non solo. Per Dacia, Eco-Smart è un concetto che parte dalla dotazione e dal peso delle auto. Tutte le Dacia sono realizzate secondo il principio del “design-to-cost”. Cosa significa? Per il lancio della terza Sandero, nel 2020, Dacia ha lavorato due anni a studiare soluzioni tecniche da adottare sulla piattaforma CMF-B derivata dalla Clio per ridurre il peso, avere le dotazioni necessarie e migliorare quindi, grazie ad un peso ridotto, guidabilità e consumi.

Significa anche scegliere motorizzazioni intelligenti ed efficienti, come i 1.0 TCe a benzina e con l’immancabile impianto a GPL. Per chi volesse saperne di più, vi abbiamo parlato della gamma Dacia a GPL in questo articolo dedicato. Qui arriva anche la definizione di “Essential but cool”. Dacia, per anni, non è stata molto “cool”, offrendo auto funzionali e pratiche, ma non di tendenza. Oggi, con il nuovo brand e l’identità di marchio Dacia e, non dimentichiamolo, modelli molto più appaganti e ben disegnati, Dacia ha un appeal diverso sul pubblico. Essential, poi, vuol dire essenziale nella sua accezione più positiva. Offrire, quindi, tutto ciò che serve, concentrandosi sui veri desideri del cliente.

Un esempio è quello dell’offerta di optional delle vetture Dacia, non più striminzita come in passato ma pensata per il cliente tipo. Una Dacia, ad esempio, rinuncia ai sedili regolabili elettricamente, scegliendo quelli manuali che il suo cliente tipo regolerà poche volte nella sua vita con l’auto. Non rinuncia, invece, a un infotainment moderno e alla retrocamera, soluzioni utili nella vita di tutti i giorni. Così abbiamo un’auto essenziale che non rinuncia a tutto, ma sceglie con attenzione cosa offrire. Lo stile robusto e massiccio delle nuove Dacia, poi, aiuta a rendere decisamente più accattivanti i modelli della gamma romena.

La gamma Dacia Extreme, esempio dell’indole Dacia

Per l’ultimo punto, robust and outdoor, a spiegare cosa significa ci pensa proprio la gamma Dacia Extreme. Già dalla prima Sandero, infatti, i clienti Dacia si sono distinti per una voglia di spingersi fuori dall’utilizzo classico di un’utilitaria, spinti dall’altezza da terra e dalla robustezza dell’auto. Dopo il lancio di Duster, primo SUV economico e capace, soprattutto, di avere prestazioni fuoristradistiche superiori a modelli ben più specialistici, Dacia si è accorta di avere tra le mani un brand da posizionare in maniera unica.

Sapientemente, Dacia non ha scelto la strada della raffinatezza o della tecnologia, ma di robustezza e stile di vita avventuroso. Tantissimi proprietari di Duster utilizzano il loro SUV fuoristrada, per andare in montagna, per coltivare i propri hobby. Così, da novella-FIAT Panda 4×4, Dacia Duster è diventata un modello estremamente trasversale, amato non solo da chi non vuole spendere tanto. Bensì, i “Dusteristi” sono persone che, con possibilità di spesa molto diverse tra loro, vogliono utilizzare la loro auto fuoristrada, in condizioni particolari e senza mai tirarsi indietro. Ne è un esempio il successo del My Dacia Road, un concorso a premi dedicato a Duster e alla sua fan base. Giunto alla seconda edizione, My Dacia Road permette di vivere un’esperienza tra trekking, escursionismo, fuoristrada e turismo “diverso”.

Quest’indole avventurosa è oggi propria non solo di Duster, ma anche di Sandero Stepway, Jogger e persino della piccola Spring, tutte capaci di affrontare, chi più chi meno, tragitti lontani dall’asfalto. In questa direzione va la nuova gamma Dacia Extreme. Presentataci nella splendida cornice della Val d’Ayas, in Valle d’Aosta, la gamma Dacia Esxtreme è pensata per adattarsi alle avventure più disparate. Richiamano il mondo dell’outdoor i dettagli estetici che richiamano la cartografia montana, nonché gli evocativi dettagli color bronzo. Molto bello, poi, il nuovo Verde Oxide pensato per questa versione, che si sposa bene con la colorazione specifica verde e rende più eleganti e allo stesso tempo avventurose le vetture e si aggiunge alla gamma colori della gamma Dacia Extreme, ripresa dalle altre versioni. Convincono anche i cerchi in lega neri, da 16″ su Sandero e Jogger e da 17″ su Duster.

All’interno, tutta la gamma Dacia Extreme ha colori particolari, con dettagli color bronzo sulle bocchette del clima e nelle impunture dei sedili. Questi ultimi sono rivestiti con uno speciale tessuto resistente a usura e sporco, che arrivi dal fango di un percorso fuoristrada o… dallo snack di un bambino seduto sui sedili posteriori. Il tessuto, chiamato MicroCloud, è ripreso anche sulla plancia di Jogger e Sandero, modificando leggermente l’estetica delle vetture. In più, l’allestimento Extreme è quello più accessoriato della gamma, con il massimo livello di equipaggiamento a seconda del modello specifico. Per alcuni modelli, come Jogger, poi, c’è anche una versione Extreme Up, che oltre alla dotazione estetica e tecnologica ricca aggiunge optional di livello come il blind spot monitor, il navigatore integrato con le mappe e il freno a mano elettronico.

Come va su strada Dacia Jogger Hybrid Extreme

Durante la prova su strada della gamma Dacia Exteme, abbiamo scelto di metterci al volante di Dacia Jogger. Abbiamo già provato (cliccando qui trovate la prova su strada) Dacia Jogger con motore 1.0 ECO-G. Oggi, invece, abbiamo testato Dacia Jogger Hybrid, la prima Dacia dotata di motore ibrido. Il sistema è l’E-Tech di prima generazione, quello che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare su Renault Clio, Captur e Arkana e sulla Nissan Juke. A livello estetico, le differenze con le altre Jogger sono da ricercarsi nel logo Hybrid sul portellone e nella presenza di quadro strumenti digitale e leva del cambio automatico all’interno. Per il resto, Dacia Jogger Hybrid è identica alle altre versioni.

Il powertrain, invece, è lo stesso visto su Clio. Abbiamo quindi un 1.6 quattro cilindri aspirato da 91 CV accoppiato a due motori elettrici, uno da circa 45 CV e uno più piccolo da circa 15 CV, capaci di sviluppare una potenza complessiva di 140 CV. A scaricare a terra la potenza ci pensa il cambio MultiMode, privo di frizioni e sincronizzatori, con 4 marce per il motore elettrico e 2 per quello termico. Sul funzionamento di questo sistema abbiamo già parlato spesso su Autoappassionati.it (per conoscerlo meglio, potete trovare la prova di Renault Clio Hybrid cliccando qui). Come si sarà comportata Jogger, l’auto ad oggi più voluminosa ad utilizzare questo sistema?

In realtà, se l’è cavata molto bene. Il merito è della piattaforma condivisa con Sandero, la CMF-B. Nonostante le dimensioni generose, infatti, grazie alla meccanica da “piccola” Dacia Jogger è piuttosto leggera. In versione Hybrid, il peso si attesta intorno ai 1.350 kg a secco. Questa leggerezza si rivede nelal guida, in quanto Jogger è agile e maneggevole quasi come una compatta di Segmento B. Dotata di uno sterzo leggero e sufficientemente preciso, di un assetto che sopporta le buche ma non rolla troppo e di un powertrain piuttosto vivace, Dacia Jogger Hybrid coniuga consumi interessanti (l’omologazione WLTP parla di quasi 21 km/l nel misto) a prestazioni vivaci, con uno 0-100 km/h coperto in meno di 10 secondi. Questo è il senso della filosofia Eco-Smart: ecologica, ma anche intelligente.

Dove Dacia Jogger Hybrid in allestimento Extreme mi ha colpito è nella guida off-road. Grazie alla generosa altezza da terra e alla già citata leggerezza, la più grande delle Dacia ha un comportamento preciso, prevedibile e sicuro su strade bianche. Certo, l’assenza della trazione integrale non la rende la scelta perfetta per un fuoristradista. Grazie a sospensioni tarate bene anche per queste situazioni e ad una buona motricità, Jogger non ha mostrato incertezze anche senza asfalto sotto le gomme. Non sarà la più silenziosa, la più raffinata o la più divertente tra le curve. Nonostante un prezzo basso, Jogger consente di avere comfort, tecnologia, tanto spazio e una guidabilità migliore di tante rivali ben più costose ad un prezzo molto interessante.

Il futuro di Dacia: nuova Duster, nuova Spring e attacco al Segmento C

Nella nuova gamma Dacia Extreme, Jogger Hybrid è la più costosa del lotto. In versione 7 posti e con motorizzazione ibrida, infatti, Dacia Jogger Hybrid Extreme arriva a 26.550 euro. Per i più avventurosi, è da prendere il Pack Sleep, offerto in fase di acquisto dell’auto a 1.500 euro (comprandolo dopo, si spendono quasi 2.000 euro). Si tratta, in sostanza, di un kit di camperizzazione della wagon/MPV/SUV romena. Al posteriore compaiono infatti una cassa in legno e un materasso 190×160 cm, estendibile abbattendo il divano posteriore e spostando avanti i sedili. Adattabile anche alle versioni Hybrid e a 7 posti (per quest’ultima, i sedili della terza fila vanno asportati), il Pack Sleep prevede optional a pagamento quali delle tende parasole per i finestrini e la già iconica tenda posteriore, da montare al portellone alzato, che porta a quattro posti letto la capacità di Jogger.

Il resto della gamma Dacia Extreme ha prezzi più abbordabili. Per una Sandero Stepway Extreme con motore 1.0 TCe da 110 CV servono 18.100 euro, che diventano 23.200 per la Spring con motore da 65 CV, unico offerto per questo allestimento. Duster, invece, parte da 21.550 euro con motore 1.0 ECO-G da 100 CV, e arriva a 25.050 euro per la Extreme 1.5 BluedCi e trazione 4×4. La gamma Dacia Extreme dimostra una volta ancora il cambio di rotta della Casa romena, che si avvicina a due anni fondamentali per il suo futuro.

Nel 2024, infatti, arriveranno la nuova Spring e, soprattutto, il nuovo Duster, completamente rinnovato. Da quella base, poi, nascerà il progetto Dakar, che nel 2025 porterà la Casa romena a competere nel rally raid più famoso del mondo con al volante la leggenda Sebastien Loeb. Sempre nel 2025, infine, arriverà il primo modello di Segmento C di Dacia, Bigster. Dacia ci ha promesso che sarà un’auto grande, più curata e spaziosa ma senza perdere il DNA Dacia. Dovrebbero esserci ancora motori termici (il GPL dovrebbe addirittura arrivare all’Euro 7), l’ibrido e, forse, l’elettrico. La sfida di far fare un ulteriore salto di qualità a Dacia è grande, così come le speranze di farcela.

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