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Montezemolo: “La crisi Ferrari durerà a lungo”

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Luca Cordero di Montezemolo è abbastanza pessimista sulla Ferrari, ipotizzando una crisi ancora lunga per la Scuderia di Maranello. L’ex presidente del Cavallino Rampante non ha usato mezzi termini ed ha espresso la propria opinione sul momentaccio della Rossa in Formula 1, invitando la Casa ad un profondo rinnovamento ed ad una necessaria ricostruzione.

La crisi della Ferrari sarà lunga, parola di Montezemolo

La partenza a dir poco deludente della Ferrari nel Campionato Mondiale di Formula 1 2023 sta preoccupando tutti. Ferraristi e non sono alla ricerca delle problematiche che stanno mettendo già fuori dai giochi la Scuderia di Maranello, che è già piombata in una profonda crisi. Tre gran premi corsi e nessun podio, raggranellando la miseria 26 punti per una quarta posizione tra i costruttori che è la cartina di tornasole dell’attuale competitività delle vetture affidate a Charles Leclerc e Carlos Sainz

Definire il tutto come un “momentaccio” sembrerebbe addirittura riduttivo, anche perché una partenza così negativa non registrava dal lontano 2009, quando la coppia formata da Kimi Raikkonen e Felipe Massa si trovava ancora a zero dopo tre gare. Mentre inspiegabilmente Frederic Vasseur, predica calma, c’è qualcuno che ha mostrato preoccupazione ed ha dispensato consigli, si tratta dell’ex presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, che si è dimostrato abbastanza pessimista nel corso di un’intervista, consigliando una profonda rigenerazione della Scuderia Rossa.

Montezemolo: “Mi dispiace vedere la Ferrari così”

Nel corso del programma tv “Piazzapulita” di La7, Luca Cordero di Montezemolo ha espresso il suo pensiero in merito alla mancanza di vittorie della Ferrari in F1. L’ex presidente ferrarista ha detto:

La Ferrari assieme alla mia famiglia è la cosa più importante della mia vita. Sono stato 25 anni in due periodi. Discorso lungo e doloroso per me, mi dispiace vederla così. Non credo sia una crisi a breve termine, si tratta di ricostruire e bisogna mettere insieme i migliori tecnici. Io presi Todt, Domenicali, Brawn e Byrne, Schumacher arrivò due anni dopo. La crisi era nerissima, ma venne costruita una squadra. Anche andando a recuperare sul mercato alcuni tecnici di diverse nazionalità, bisognerebbe portare cultura in azienda nei settori dove c’è necessità. Ho trovato sbagliati i discorsi trionfalistici nella presentazione, mi aspettavo una vettura evoluzione dello scorso anno”.

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