Quella della Volkswagen Golf è una carriera iniziata nel 1974 ricca di successi e decorazioni (GTI, R, GTE, GTD…), ma che ora sembrerebbe essere arrivata al pensionamento, non prima, però, del restyling previsto nei prossimi mesi. Il futuro della compatta dei record Europei, infatti, è in mano ai dirigenti di Volkswagen e del nuovo CEO Thomas Schafer.
C’entra l’elettrificazione
Ovviamente a tarpare le ali allo sviluppo dei motori della Golf è anche l’elettrificazione, seppur in maniera indiretta. Volkswagen ha investito miliardi nello sviluppo della gamma ID, ma anche nell’ingegnerizzazione di piattaforme e componenti per il resto del gruppo. In aggiunta a ciò il fatidico 2035 (l’anno in cui l’Europa metterà al bando la produzione di vetture a benzina e a gasolio) è sempre più vicino, il che è un peso dal punto di vista finanziario, dal momento in cui le case dovranno riprogrammare e cambiare i propri piani di investimento (non senza il rischio che vada tutto in fumo per ulteriori decisioni politiche, vista l’incertezza sempre crescente e le perplessità degli agenti del settore).
La progettazione di una nuova Volkswagen Golf prevederebbe ingenti costi di sviluppo per i motori termici, il cui futuro è quantomai incerto e gli stessi costi pesano in bilancio di fronte alle risorse impiegate per lo sviluppo delle EV.
“Dovremo vedere se vale la pena sviluppare un nuovo veicolo che non duri tutti i sette o otto anni…una mossa del genere sarebbe estremamente costosa”, commenta Schafer, aggiungendo che a breve il prezzo delle elettriche di bassa gamma potrebbe eguagliare quello delle controparti termiche, ma resta da verificare se la Volkswagen Golf sia inquadrata tra queste oppure no.
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