50 nuovi fuoristrada entrano a far parte del parco mezzi della Guardia di Finanza, 36 di questi vanno al soccorso alpino e i restanti al reparto dei “baschi verdi” per operazioni di polizia e pattugliamento. La cerimonia di consegna si è svolta presso il quartier generale delle Fiamme Gialle a Roma.
200 CV di Defender al servizio
Dopo il Discovery, la nuova Land Rover a vestire la divisa della Guardia di Finanza è il Defender 110. Il motore scelto per prestare servizio sul territorio Italiano è il 3.0 turbodiesel mild hybrid da 6 cilindri in linea, la cui potenza si attesta a 200 CV. I due utilizzi specifici prevedono allestimenti differenti. Il Defender del soccorso alpino infatti monta un verricello e le barre a tetto, per trasportare comodamente l’attrezzatura di soccorso che non entra nel grande bagagliaio (come per esempio la barella).
Per le operazioni di pattugliamento si è reso necessario installare nel vano bagagli un tavolo di servizio pieghevole. L’equipaggiamento in comune è costituito dai lampeggianti a led con sirena, estintore e attrezzatura di servizio. La livrea e l’allestimento sono stati preparati da Elevox, un’azienda laziale che opera sui veicoli di soccorso e i veicoli speciali.
Un ordine di Defender prioritario per Land Rover
Durante la cerimonia di consegna avvenuta a Roma, il CEO di Land Rover Italia dott. Santucci, consegnando le chiavi al Generale Greco, ha sottolineato le capacità del veicolo nato nell’immediato dopoguerra e quelle del nuovo Defender, affermando che l’importanza del supporto alle forze dell’ordine ha richiesto all’azienda un grande sforzo produttivo prioritario per superare i ritardi di cui soffre il mondo automotive da diversi mesi.
I nuovi 50 autoveicoli consolidano il rapporto ultraventennale che Land Rover ha con le forze armate italiane, la CRI e la Protezione Civile. Nello specifico la GDF si affida alle auto britanniche dal 1992, sfruttandole in operazioni di soccorso come il tragico terremoto che ha colpito L’Aquila o come mezzo di pattugliamento resistente agli sfondamenti dei posti di blocco (manovre che la mafia era solita portare a termine nei primi anni ‘90).
Autore: Nicola Accatino
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