Quando in pista, e non proprio una qualsiasi, si scatena un “mostro sacro” come l’Alfa Romeo 8C 2300, nata negli anni ’30 e, come potete vedere voi stessi, con ancora lo scudetto Ferrari prima che lo stesso Enzo Ferrari decidesse di creare la Casa che porta il suo nome, fa sempre un certo effetto.
La 8C 2300 del Biscione, ex Scuderia Ferrari (che nacque nel 1929 e, almeno per i primi anni di attività, fino alla Seconda Guerra Mondiale, fece correre vetture Alfa Romeo) è qualcosa che ancora oggi fa strabuzzare gli occhi.
Curiosamente il suo rosso così scuro è praticamente lo stesso che oggi caratterizza parte del cofano motore della SF21 di Leclerc e Sainz ed è appunto un omaggio a quei primi anni in cui Ferrari iniziò a farsi un nome, non più da pilota ma da manager, nel mondo delle corse. Un inizio i cui sviluppi sono ben noti, ma tutto partì proprio da lì.
La 8C 2300 monta un motore 8 cilindri in linea, nascosto dal lungo cofano caratteristico di quegli anni, e va che è una bellezza. Certo, le velocità sono quelle che sono, a Monza sembra che la 8C vada non così veloce ma non sappiamo quanto il pilota stesse spingendo e lo stato di gomme, freni e quant’altro. Ricordiamo che nonostante i cilindri la potenza era “solo” di 140 CV.
Ciò che è bello di queste auto così lontane ma così vicine, è l’emozione che sanno regalarti, anche a distanza di novant’anni, anno più anno meno. La 8C vinse il Gran Premio di Monza, non ancora considerato valevole per il campionato del mondo di F1 che sarebbe nato solo 19 anni più tardi. Non era proprio una 8C come le altre, tanto che le 10 unità prodotte vennero appunto soprannominate Monza e contavano su una potenza di 165 CV e una differente conformazione degli scarichi.
L’auto che vedete in azione, secondo Bozzy92 che ringraziamo puntualmente per le “perle” che ci regala, è del 1933 e su quel sedile si sedette niente meno che un certo Tazio Nuvolari. Basterebbe questa chiusa per rendere quei pochi giri a Monza ancor più simbolici.
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