Al timone della Ferrari dal 21 luglio 2018, quando emerse tutta la gravità delle condiizoni di Sergio Marchionne, che sarebbe poi spirato solo 4 giorni dopo, Louis Camilleri ha dato oggi le sue dimissioni dalla carica di amministratore delegato della Ferrari.
Dietro motivazioni personali si cela la scela del manager francese di provenienza Philip Morris, la quale ha comunicato la rinuncia a tutte le cariche, compresa appunto quella di A.D. del cavallino, da parte di Camilleri. Le voci girate in queste ore parlano di infezione da Covid-19 per Camilleri, con tanto di ricovero ospedaliero, ma mai si è temuto per la sua vita, assicurano le fonti ben informate. La malattia deve comunque aver fatto riflettere il manager di lungo corso.
65 anni, Camilleri lascia una Ferrari non certo brillante in F1 ma sempre più “potente” quando si parla di stradali, senza considerare l’effetto SUV che arriverà come una tempesta (senza fulmini) non appena verrà presentato il nuovo modello nel futuro prossimo. Basti pensare quanto Ferrari abbia conosciuto una crescita in borsa sotto la sua gestione, ma di sicuro dal punto di vista sportivo il buon Camilleri non rimarrà di certo scolpito nel cuore dei ferraristi più accaniti.
Se il 2019 è stato ricco di soddisfazioni, almeno nella seconda parte dell’anno, il 2020, anche per le mai chiarite questioni tra Fia e Ferrari, il crollo è stato verticale e il sesto posto in classifica costruttori è il risultato peggiore dal 1980, quando Villeneuve riuscì comunque a cogliere almeno due vittorie nel corso della stagione.
Chi prenderà il posto di Camilleri in Ferrari dopo la gestione “ad interim” di Elkann? Sull’asse Piemonte-Emilia, in questi giorni le telefonate e le video-call tanto di moda in epoca di pandemia si faranno sicuramente più intense…
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