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WRC 7: quando la strada si fa sporca

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WRC 7 si fa forte della licenza ufficiale e arriva  a gamba tesa: si dimentica le auto storiche dei capitoli precedenti per concentrarsi invece sui bolidi della stagione in corso.  Ovviamente il beneficio della licenza ufficiale viene sfruttato al 100%, con la perfetta riproduzione delle vetture che si sfidano per il campionato WRC, WRC2 e WRC Junior, per un totale di una cinquantina di team, che però si differenziano prevalentemente per le livree delle vetture.

Le modalità di gioco restano le stesse, tra gare veloci, stagioni intere, comparto online e Carriera, ma è al volante che si colgono subito le prime graditissime sorprese. Le tappe presenti sono 52, suddivise in 13 rally. Altrettanti sono gli Epic Stages, tappe che si distinguono per la lunghezza, fino a 20 km, capaci di impegnarvi per ben 15 minuti. La classica modalità carriera è il cuore pulsante dell’intero pacchetto, poi c’è il multiplayer e le sfide settimanali in cui far registrare il miglior tempo. Il multiplayer dà la possibilità di giocare online in maniera classica o in locale, selezionando lo splitscreen o l’hot seat, ossia una modalità fino a otto utenti che fanno a turno la loro gara.

Le sensazioni alla guida sono molto buone: le diverse auto hanno il proprio peso, e si evita quella fastidiosissima sensazione di galleggiamento delle precedenti iterazioni della saga. Il feeling alla guida in curva è migliorato parecchio, e in generale non abbiamo avuto grosse difficoltà a interpretare i comandi di guida. Questo WRC 7 ha un grande pregio, sconosciuto ai suoi diretti predecessori: ha carattere, un fascino tutto suo che si schiude in un modello di guida quanto mai malleabile, così da consentire anche ai neofiti di iniziarsi senza eccessivi traumi.

Qualche brutta sorpresa al capitolo collisioni, soprattutto se vi capita di uscire fuori strada nei punti in cui il gioco non è in grado di restituirvi un feeling che aderisce alla realtà. Potreste per l’appunto andare a sbattere contro un fuscello che è più solido di una parete, salire su un dosso a bordo pista subendo danni molto più gravi del previsto o passare su un sasso ed assistere a comportamenti fantasiosi del veicolo. 

Per il sonoro, se i motori delle vetture non sono malaccio, una storia a sé merita il navigatore: il suo parlato si destreggia con toni altalenanti che passano dal calmo all’allarmato urlandovi “attenzione!” senza motivo apparente, minando la vostra attenzione in modo deleterio, soprattutto durante le Epic Stages dove la concentrazione è fondamentale.

WRC 7, in poche parole, riduce la distanza dal suo diretto concorrente Dirt 4 e si presenta in maniera più convincente rispetto al precedente episodio. WRC 7 soffre il paragone con altri congeneri in svariati aspetti, anche sotto il profilo grafico, eppure offre un modello di guida adattabile a qualsiasi esigenza, solido, convincente.  Carenze ormai croniche degli ultimi anni sono state arginate, quando non brillantemente superate. Ci riferiamo in particolare al modello di guida, ancor più divertente nonostante alcuni evidenti limiti, e al comparto tecnico, che se da un lato non può competere coi giganti del settore, dall’altro riesce a restituire buone sensazioni all’osservatore.

Se siete amanti di rally e dei giochi di guida, dovreste comunque dargli una possibilità: ad alti livelli, è un gioco che sa dare buone soddisfazioni. Ci troviamo di fronte a un bel gioco di rally che ha saputo divertirci e andare ben al di là delle nostre più rosee aspettative.

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Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica. La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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Mauro Giacometti

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