Anche quest’anno Autoappassionati.it seguirà la mitica Winter Marathon, una straordinaria gara di regolarità che richiama gli appassionati da tutta Italia e non solo, in programma dal 23 al 26 gennaio a Madonna di Campiglio.
Percorreremo l’itinerario a bordo di una Porsche Panamera Turbo, un’auto capace di connubiare la potenza di una supercar al massimo comfort di una berlina di lusso. Correremo di giorno e di notte al fianco dei partecipanti, in modo da potervi raccontare al meglio questa fantastica esperienza. Ma scopriamo meglio questa 26° edizione tra regolamento e partecipanti.
Chi si può iscrivere alla Winter Marathon? Alla manifestazione sono ammesse vetture costruite entro il 1968 sia a trazione anteriore sia posteriore. La novità di quest’anno è l’inserimento, a insindacabile discrezione del Comitato Organizzatore, fino ad un massimo di 15 vetture di particolare interesse storico e collezionistico costruite tra il 1968 e il 1976 sia a trazione anteriore che posteriore.
Come si definisce il vincitore? Nella stesura della classifica finale per penalità acquisite (prove cronometrate e controlli orari) a ogni equipaggio sarà eliminata la prova cronometrata peggiore. Le penalità così determinate saranno poi moltiplicate per un coefficiente legato all’età della vettura dell’equipaggio secondo gli esempi di seguito riportati.
Anno di costruzione della vettura: 1925 = coefficiente: 1,25
Anno di costruzione della vettura: 1940 = coefficiente: 1,40
Anno di costruzione della vettura: 1957 = coefficiente: 1,57
Saranno 130 gli equipaggi con ben 24 Top Driver. Molti, dunque, quelli che tenteranno l’impresa di rubare lo scettro a Margiotta-Perno, vincitori della scorsa edizione, che saranno nuovamente l’equipaggio da battere su Morris Mini Cooper S del 1965.
Prevista una intensa battaglia sportiva fra le vetture anteguerra iscritte, a partire dalla Fiat 508 S di Spagnoli-Parisi (con il numero 1) oltre alle Lancia Aprilia di Turelli-Turelli, Canè-Galliani (primi nel 2009 e nel 2011), Salviato-Salviato (vincitori nel 2012) e Aliverti-Maffi (secondi nel 2013). Fra gli altri equipaggi da tenere d’occhio per le parti alte della classifica gli emiliani Fontana-Scarabelli (Fiat 1100/103 E TV, 1957) che più volte hanno sfiorato il successo negli ultimi anni, oltre ai portacolori del Museo Storico Alfa Romeo di Arese, Alessandro Gamberini (vincitore nel 2008) e Maurizio De Marco su Alfa Romeo Giulia TI Super del 1964 e Salvinelli-Lanfranchi (Alfa Romeo Giulietta SZ Coda Tronca del 1961).
Gradito ritorno, dopo la vittoria nella prima edizione del Trofeo TAG Heuer Barozzi nel 2008, quello di “Pippo” Rapisarda navigato da Ugo Gambardella su Lancia Fulvia 2C del 1965. Altri favoriti sicuramente Fontanella-Malta (Porsche 356 Coupé, 1955), Passanante-Salvi (Lancia Appia C10S, 1957), Cibaldi-Costa (secondi nel 2010 e per la prima volta al via sull’insolita Austin A35 del 1957), Aiolfi-Riboldi (Fiat 1500 Coupé, 1960) e non ultimo il torinese Gianmaria Aghem, navigato dalla moglie Rossella Conti, su Lancia Fulvia Coupé 1.2 del 1967. Fra i volti noti la presenza di Ivan Capelli, ex pilota di Formula 1 e ora commentatore Rai, che sarà al via su una Volvo PV544 del 1965 del Registro Italiano Volvo.
24 le case automobilistiche in gara e, come tradizione, sarà Porsche il marchio più rappresentato con 38 vetture tra le quali si segnalano la 356 Speedster del 1954 di Biagio Capolupo e Beatrice Saottini con i colori del Centro Porsche Brescia e due vetture di Porsche Italia: la 356 C Cabriolet 1964 dell’equipaggio composto da Enrico Fulgenzi (vincitore in carica della Carrera Cup) e Sergio Troise e la 911 Carrera RS del 1973 condotta dal General Manager Pietro Innocenti e da Laura Confalonieri.
L’elenco delle auto iscritte è ancora molto lungo e lo scopriremo insieme durante la gara, ma se volete dare una “sbirciata” alla lista completa, potrete farlo sul sito http://www.wintermarathon.it/.
Dal canto nostro, invece, oltre a seguire da vicinissimo la Winter Marathon vi racconteremo anche l’avventura alla guida della Panamera Turbo che dovrà destreggiarsi in mezzo a fango, ghiaccio, neve e strade tortuose di giorno e di notte che la porteranno fino ai 2.239 metri di Passo Pordoi fino a ridiscendere ai 1.522 metri di Madonna di Campiglio.
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