La sua storia è di quelle da raccontare. Non è una novità assoluta la Volvo Concept Recharge, avveniristica vettura manifesto che la Casa svedese lanciò nel 2021 perseguendo il motto ormai più ripetuto nelle stanze dei centri stile di tutto il mondo: “less is more”. Poi la concept, un esemplare unico al mondo esposto in questi giorni al Volvo Studio di Milano, partì per la Cina, dove poi rimase “bloccata” a causa delle rigide regole anti-Covid sul trasporto delle merci.
Non appena Volvo ha potuto, la vettura è rientrata a Milano ed eccola dal vivo in tutto il suo carico di novità. Facciamo un passo indietro, parliamo della roadmap che vedrà Volvo diventare un Marchio full electric, a impatto zero sul clima, già nel 2040. Dopodomani, nel 2050, si punta a vendere metà dell’immatricolato con auto elettriche, e per farlo si comincerà con il SUV XL Volvo EX90, presentato a fine 2022 e in arrivo sul mercato a fine 2023.
Nel 2030 lei e altre vetture elettriche, delle quali la Concept Recharge non è stata altro che la musa ispiratrice, saranno le uniche auto vendute da Volvo in tutto il mondo. Il nuovo corso Volvo, dopo la partnership con Geely, è partito proprio con questo concept tornato strettamente d’attualità. A vederla di lato si capisce quanto la rivoluzione che sta interessando il mondo dell’automobile passi inderogabilmente per l’aerodinamica. A conferma di ciò, sono intervenuti al Volvo Studio Riccardo Balbo e Michele Albera, rispettivamente Direttore Accademico Gruppo IED e Coordinatore Area Transportation Design IED Torino.
Entrambi hanno analizzato da vicino la Volvo Concept Recharge trovando spunti di cui parlare. Uno su tutti? Guardate la coda della vettura, che ad Albera ha ricordato lateralmente il profilo di un’ala d’aeroplano. Non ci perdiamo in una lezione di fisica che non sarebbe di nostra competenza, ma basti pensare all’importanza dell’efficienza aerodinamica diventata ancor più vitale sulla nuova generazione di auto elettriche. Ovviamente mettere vicino una concept come la “Recharge” e la sua prima trasposizione in vettura di serie, la EX90, fa capire quanto dalla matita di un designer sia necessario adattare la visione ingegneristica di un progetto che deve, prima di tutto, sottostare a delle regole ben precise.
Viste una accanto all’altra, infatti, la EX90 ha una superficie vetrata ben maggiore ma, soprattutto, una sezione frontale quasi piatta. I cerchi, invece, sono del tutto simili e progettati per gestire al meglio i flussi di aria che scorrono lateralmente così come quelli, più caldi, in uscita dai freni. Altra differenza? Gli specchietti virtuali, diventati di serie su modelli concorrenti (basti pensare all’Audi e-tron) ma complicati da portare su un’auto di serie per una serie di motivazioni.
Tornando al muso, si tratta di una necessità ai fini della sicurezza stradale, uno dei cardini di Volvo fin dagli albori (ricordiamo le cinture di sicurezza inventate nel lontano 1959). Dalla concept car, però, già sulla EX90 si sono visti gli effetti di questa rivoluzione di stile: da lei sono derivati i nuovi fari a LED a martello di Thor, visti già qualche anno fa sulla XC60 e ora stravolti con una tecnologia che permette di aprire letteralmente i fari diurni per svelare i sottostanti gruppi abbaglianti/anabbaglianti.
Guardate poi sul tetto: il LIDAR è rimasto anche sulla EX90 e si è visto la prima volta proprio sulla Concept Recharge. Sotto la lente, un complesso sistema di telecamere è in grado di leggere oggetti distanti fino a 250 metri (due campi di calcio), anche di notte. Tutto persegue l’obiettivo di ridurre gli incidenti gravi fino al 20%. Vedere, di notte, un copertone perso da un TIR qualche minuto prima ed evitarlo assistiti dall’elettronica può rappresentare la differenza tra uno spavento e un incidente dalle gravi conseguenze.
Interni completamente privi di pelle, tanti materiali sostenibili e il nuovo materiale Nordico per comporre schienali e poggiatesta. Rispetto alla pelle, e ai processi per produrla, si tratta di un risparmio del 74% nell’emissione della nociva CO2. Sempre in abitacolo, dove non ci sono più tasti ma solo due schermi dal quale si controlla interamente tutto (e basta osservare gli interni della EX90 per notare quanto è rimasto sulla vettura di serie), c’è anche la lana svedese e lino, usato anche le modanature dei battitacco. Obiettivo, no alla plastica, sì al nuovo Nordico, materiale di origine biologico proveniente da foreste in Svezia e Finlandia e, in parte, dal sughero.
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