Categorie: Curiosità

Volkswagen Golf 40th: la storia delle 7 generazioni dal 1974 ad oggi

Tempo di lettura: 6 minuti

Quante volte avete sentito dire “la Golf è sempre la Golf”, un porto sicuro su cui convergere quando le discussioni su quale auto acquistare si inaspriscono troppo. La Golf compie 40 anni ed entra nell’età della maturità. La prima edizione del 1974 è già una vettura storica, mentre la VII edizione è l’unico modello a proporre tutti i principali sistemi di trazione. Dalle tradizionali versioni a benzina e gasolio, alla più recente versione a metano, alle Golf più innovative elettrica e ibrida plug-in, chi sceglie la bestseller Volkswagen non ha quasi limiti.

A oggi, in tutto il mondo, ne sono stati venduti oltre 30 milioni di esemplari di cui 2,4 milioni in Italia. Ciò significa che, in media, dal 1974 a oggi ogni anno una nuova Golf è entrata in 60.000 famiglie italiane.

Per celebrare questo speciale compleanno abbiamo deciso di raccontavi le sette generazioni dal 1974 ad oggi, con dei brevi ma significativi focus su ognuna di esse.

Golf I dal 1974 al 1983

La prima Golf prodotta in serie uscì dalla catena di montaggio di Wolfsburg il 29 marzo 1974 e a maggio fece il suo debutto nelle concessionarie Volkswagen. Dopo che per decenni il motore e la trazione posteriori avevano spopolato grazie al Maggiolino, iniziò finalmente una nuova epoca: quella del motore anteriore trasversale e della trazione anteriore. Questa trasformazione era stata introdotta poco prima, nel 1973, dalla Passat, la prima Volkswagen a trazione anteriore dopo la K70 ripresa dalla NSU. Grazie alla Golf questa impostazione tecnica ha esordito nel segmento caratterizzato dai maggiori volumi.

La Golf, progettata da Giorgetto Giugiaro secondo i canoni del design Volkswagen, doveva corrispondere alle enormi aspettative create precedentemente dal Maggiolino, venduto in più di 21,5 milioni di unità, portando avanti la storia di quella che fino ad allora era stata l’auto di maggior successo al mondo. E l’obiettivo venne raggiunto. La soluzione di trazione moderna e sicura, la spaziosa configurazione degli interni e il design erano così convincenti che già nell’ottobre 1976 fu celebrato il traguardo del primo milione di Golf vendute.

La Golf I costituì un punto di riferimento in fatto di progresso e tendenze in campo automobilistico, così come tutte le Golf seguenti. Con la prima Golf GTI (1976), per esempio, la Volkswagen diede una svolta al dinamismo di questa classe; la Golf D (Diesel aspirato, 1976) e la successiva Golf GTD (Turbodiesel, 1982) videro il Diesel fare breccia nel segmento delle auto compatte. Nel 1979 la Volkswagen iniziò la commercializzazione della Golf Cabriolet, l’auto scoperta più venduta al mondo in quegli anni. Della prima generazione della Golf, comprese tutte le versioni derivate come la Cabriolet e la Jetta (a suo tempo di identica costruzione), furono venduti 6,99 milioni di esemplari, pari a 0,87 milioni all’anno.

Golf II Golf II – Dal 1983 al 1991

 

Questa seconda Golf, dall’agosto 1983 è stata la Volkswagen su cui ha iniziato a guidare la generazione dei baby-boomer, vale a dire di coloro che oggi hanno circa cinquant’anni. La Golf II diventò ancora più confortevole grazie all’ulteriore miglioramento nello sfruttamento dello spazio. Da ricordare anche che è stata proprio la Golf a introdurre nel proprio segmento il catalizzatore (1984), il sistema antibloccaggio in frenata (ABS, 1986) e il servosterzo, e per la prima volta anche la trazione integrale (Syncro, 1986). E già nel 1989 la Volkswagen si basò su questa Golf per presentare due prototipi, uno a trazione elettrica e uno a propulsione ibrida. Fino all’estate 1991 furono prodotti in tutto 6,3 milioni di esemplari della seconda generazione della Golf (incluse tutte le versioni derivate), corrispondenti a 0,79 milioni all’anno.

Golf III Golf III dal 1991 al 1997

 

 

A partire dall’agosto 1991, la Volkswagen inaugurò una nuova era nel campo della sicurezza: quella di terza generazione fu la prima Golf a montare dal 1992 gli airbag frontali e, inoltre, introdusse enormi progressi nel campo della costruzione della carrozzeria, che migliorarono notevolmente le caratteristiche di resistenza agli urti. Alla Golf III sono legate anche numerose altre pietre miliari tecniche della gamma. Sotto la sua carrozzeria debuttarono il primo motore a sei cilindri (VR6), il cruise control, il catalizzatore ossidante per i motori Diesel (1991), il primo motore Diesel a iniezione diretta (TDI, 1993 e SDI, 1995) e gli airbag laterali (1996). Sempre nel 1996, tutte le Golf furono equipaggiate con ABS di serie. Inoltre, prendendo come base la Golf III, nel 1993 la Volkswagen presentò una nuova Cabriolet, un nuovo modello a trazione integrale (Syncro II) e la prima Variant (station wagon) della serie. Nel 1997 la terza generazione uscì di scena, con 4,83 milioni di esemplari prodotti, comprese le versioni derivate (pari a 0,81 milioni di Golf all’anno).

Golf IV dal 1997 al 2003

Sotto la guida dell’allora Responsabile Design del Gruppo Volkswagen Hartmut Warkuß, si delineò quel design essenziale e preciso che da una parte era più che mai rappresentativo della storia del Marchio, mentre dall’altra preparava il terreno per affrontare il futuro della Volkswagen. Il nuovo DNA del design Volkswagen ha origine in questi anni. Contemporaneamente, il debutto dell’ESC (1998) proseguì la democratizzazione nel campo della sicurezza. Sempre nel 1998 la Volkswagen presentò la prima Golf a trazione integrale con frizione Haldex: la Golf 4Motion. Un anno dopo, partendo dalla Germania, l’ESP entrò a far parte della dotazione di serie. Nel 2002 fu la volta della prima Golf con iniezione diretta di benzina (FSI) e del debutto degli airbag per la testa (airbag a tendina) di serie. Sempre nel 2002, la Volkswagen presentò la R32, che raggiungeva i 250 km/h. Nel 2003 fu questo modello top di gamma a essere disponibile per la prima volta con il rivoluzionario cambio a doppia frizione DSG. Nello stesso anno la Golf IV (completamente zincata) lasciò spazio alla Golf V. In tutto furono prodotti 4,99 milioni di esemplari della quarta generazione (comprese le versioni derivate), cioè 0,83 milioni all’anno.

Golf V dal 2003 al 2008

 

Questa Golf si distinse per comfort, dinamica e qualità da molti modelli concorrenti della classe media superiore. E proprio sul fronte della qualità, infatti, al suo debutto nel 2003 la Golf V si fece notare per il 35% in più di rigidezza torsionale che sottolineava la stabilità della carrozzeria saldata con il laser. Per la prima volta la Golf poteva inoltre essere equipaggiata a richiesta con airbag laterali per gli occupanti posteriori; contando i sei airbag di serie (anteriori, laterali anteriori e per la testa) a bordo si poteva arrivare fino a otto “cuscini” d’aria protettivi. Sul fronte del comfort e della dinamica, la Golf V vantava, tra l’altro, il nuovo asse posteriore multilink a quattro bracci, il cambio DSG a 7 rapporti, i fari bixeno, il sensore pioggia e il tetto scorrevole panoramico, senza dimenticare il debutto del primo motore turbo benzina a iniezione diretta sulla Golf GTI (2004) e del primo Twincharger al mondo (TSI, 2006) dotato di doppia sovralimentazione con turbocompressore e compressore meccanico. Nel 2006 debuttò la Golf Plus, mentre nel 2007 furono presentate la CrossGolf, una nuova Variant e la Golf BlueMotion (estremamente parca nei consumi, 4,5 l/100 km). In tutto furono prodotti 3,4 milioni di esemplari della quinta generazione della Golf comprese le versioni derivate, corrispondenti a 0,68 milioni all’anno.

Golf VI dal 2008 al 2012

In soli quattro anni, fino a fine luglio 2012, sono state 2,85 milioni le Golf costruite sulla base della sesta generazione presentata nel 2008. Notevoli i passi avanti compiuti in fatto di sicurezza: la nuova carrozzeria era talmente ben realizzata da ottenere il massimo del punteggio, cinque stelle, nel crash-test EuroNCAP. Inoltre la dotazione di serie comprendeva un altro airbag: quello per le ginocchia del guidatore, mentre la maggiore dinamica a fronte di un minore consumo era garantita da una gamma sempre più ampia di motori TSI e dal passaggio del Turbodiesel (TDI) dal sistema pompa-iniettore al sistema common rail. La versione di punta per ecocompatibilità è stata la Golf BlueMotion, con un consumo nel ciclo combinato di soli 3,8 l/100 km equivalente a 99 g/km di CO2. Nuovi sistemi di assistenza (tra cui regolazione automatica degli abbaglianti Light Assist, dispositivo di parcheggio automatico Park Assist e sistema di assistenza nelle partenze in salita) e tecnologie (per esempio, la regolazione adattiva dell’assetto DCC) fecero della sesta generazione quella che in quel momento era la Golf più all’avanguardia. In tutto furono prodotti 2,85 milioni di esemplari della sesta generazione (comprese le versioni derivate), cioè 0,71 milioni all’anno.

Golf VII dal 2012

Il 4 settembre 2012 la Volkswagen ha festeggiato l’anteprima mondiale della settima generazione della Golf e già il giorno successivo ha avuto inizio la prevendita di questa vettura bestseller nei primi Paesi. Solo tre settimane dopo, al Salone dell’Auto di Parigi, la Volkswagen ha presentato la Golf al grande pubblico. La riduzione di peso della nuova Golf ha raggiunto i 100 kg, aumentando così l’efficienza della vettura. In funzione della motorizzazione è stato possibile ridurre i consumi rispetto al modello precedente fino a un massimo del 23%. Secondo il nuovo ciclo di guida europeo (NEDC), la nuova Golf TDI BlueMotion consuma solamente 3,2 l/100 km (a fronte di emissioni di CO2 di 85 g/km). Un’ulteriore novità è rappresentata dalla motorizzazione 1.4 TSI 140 CV con sistema automatico di gestione attiva dei cilindri (ACT). Nel ciclo combinato, questo motore benzina sportivo ma allo stesso tempo molto attento all’ambiente consuma 4,7 l/100 km. Inoltre, la Volkswagen ha dotato la Golf di un’intera gamma di nuovi sistemi di assistenza, in parte di serie, e da poco le ha regalato un cuore elettrico. È, infatti, già disponibile la e-Golf a trazione esclusivamente elettrica, con circa 190 km di autonomia complessiva cui in autunno si aggiungerà la nuova Golf GTE. Quest’ultima, con la sua propulsione ibrida plug-in ha un consumo medio di soli 1,5 l/100 km. La Golf GTE può inoltre percorrere circa 50 chilometri in modalità esclusivamente elettrica.

Federico Ferrero

Direttore Autoappassionati.it

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