Un’auto che è tra le più iconiche di sempre a livello europeo, la Golf GTI, si avvicina ai quarant’anni di vita. Dal 1976, infatti, la compatta di casa Volkswagen raccoglie successi e – dalla quinta generazione in particolare – si evolve in modo costante, migliorandosi senza stravolgimenti, seguendo quelli che sono i trend del mercato a livello di design, tecnologia, sicurezza e prestazioni.
Abbiamo deciso di provare la sportiva compatta di Wolfsburg per toccare con mano i progressi che accompagnano l’uscita di ogni nuovo modello e per capire fino in fondo i segreti del suo grande successo.
La vettura in prova: sportiva di classe
La Golf GTI parte da tre elementi caratteristici di design che rendono inconfondibile, quasi da sempre, la versione sportiva: il “filo” rosso che unisce i fari anteriori – oggi la bordatura prosegue anche all’interno dei proiettori – i sedili in stoffa con trama scozzese “Jacky” (rinominata “Clark”) e la pallina da golf nera sul cambio manuale.
Sono pochi ma ben scelti, gli altri dettagli che rendono la GTI diversa dal modello di serie. La nostra vettura in prova, color grigio grafite metallizzato (625 €), presenta la scritta “GTI” sulla calandra e sul portellone posteriore, i loghi rossi sulle fiancate all’altezza dei passaruota ed è dotata di serie dei cerchi bicolore “Austin” da 18 pollici (i cerchi da 19” Austin più sportivi sono un optional a 596 €). I fari sono Bi-xeno adattivi con luci diurne a LED quasi in stile “angel eyes”, mentre al posteriore sono dotati della classica illuminazione e ripropongono il disegno tradizionale derivante dalla sesta generazione. Sul retro troviamo anche lo spoiler, non troppo pronunciato, e i due terminali di scarico posizionati agli opposti dell’estrattore.
Classe e sportività all’esterno come all’interno: i tocchi di colore e di originalità ve li abbiamo già elencati, ora rimane “solo” più la perfezione degli assemblamenti, gli inserti lucidi in simil carbonio le plastiche di qualità e il colore nero dominante alternato ad alcune note di grigio e rosso. Tutto è al posto giusto, la funzionalità domina e i pulsanti sono posizionati in modo intelligente. Perfezione e razionalità impressionanti, anche se manca a mio parere un qualcosa che renda la vettura un po’ più aggressiva, sia fuori, sia dentro.
Dato che stiamo parlando di un’auto sportiva ma che si propone come vettura di tutti i giorni, parliamo anche di abitabilità nei sedili posteriori, migliorata ulteriormente rispetto alla scorsa generazione, e di capacità di carico. Il bagagliaio ha una capienza di 380 litri che diventano 1280 con i sedili abbattuti. Fondamentale la regolarità delle forme nel vano bagagli targato Golf, che permette di sfruttare appieno lo spazio a disposizione.
Le dimensioni della Golf GTI sono tipiche del segmento di appartenenza: Lunghezza mm 4.268, Larghezza con specchi esterni 2.027, Altezza variabile mm 1.442, Passo mm 2.626.
Alla guida: precisione chirurgica, al top con il DSG
38 anni dopo i cavalli raddoppiano, la prima generazione vantava 110 CV, oggi parliamo di 220 CV, 10 in più della Golf GTI VI. Il motore è il classico 4 cilindri 2.0 TSI, il turbo benzina, che ormai conosciamo molto bene, abbinato insolitamente per una sportiva del gruppo VW, a un cambio manuale a 6 marce. Con questa combinazione la Golf accelera da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi e raggiunge una velocità massima di 246 km/h.
Saliamo a bordo e la posizione di guida si trova immediatamente, con il bel volante in pelle, leggermente sovradimensionato, che offre un’ottima presa. Già nei primi chilometri ci si sente perfettamente a proprio agio: il cambio è veloce e consistente, la frizione non è troppo morbida e lo sterzo vanta una precisione millimetrica. La Golf GTI è ben affilata, l’assetto regala sempre un’ottima tenuta e tanto grip in curva. Buona parte del merito se lo guadagna il differenziale elettronico a bloccaggio trasversale rielaborato XDS+ che garantisce trazione in abbondanza anche se l’ESP – disinseribile, ma non proprio del tutto – è sempre pronto a intervenire. Quest’ultima GTI è veramente tanto equilibrata, non entra mai in difficoltà e segue i suoi “binari” in modo quasi noioso.
Il sound è ben modulato: a velocità di crociera o in autostrada non di fa sentire minimamente, mentre quando si preme sull’acceleratore in modalità Sport, diventa più coinvolgente, all’interno come all’esterno, dove non risparmia qualche – raro ma entusiasmante – scoppiettio. Siamo dell’idea che le ultime edizioni della Golf GTI siano state studiate per dare il meglio con il cambio DSG, che la fa rendere ancor di più, quindi vi consigliamo di provare entrambe le soluzioni per trovare la configurazione più adatta alle vostre esigenze.
L’ultima GTI consuma un po’ meno della sesta generazione, infatti, nel ciclo urbano la Golf fa segnare 8 litri/100 km (dichiarato 7,5 l/100 km), mentre in autostrada scende a 6,5 l/100 km con cruise control attivato e settato sui 130 km/h. Dati piuttosto positivi, ma se non vi bastasse, non dimenticate che esiste la versione GTD, turbodiesel da 184 CV, divertente e più parsimoniosa.
Se, invece, le prestazioni per voi sono l’unica cosa che conta, la Golf propone anche il terzo e ultimo modello nella sua gamma sportiva, la “R” da 300 cavalli, erogati dallo stesso 2.0 TSI. Da tenere d’occhio, infine, la versione GTI Performance che vanta 10 cavalli in più della vettura da noi provata, per un totale di 230 CV, oltre a un impianto frenante maggiorato e, ultimo ma primo per importanza, il bloccaggio del differenziale anteriore.
Driver Profile Selection e Navigatore “Discover Pro”: ottimo lavoro
In questa sezione ci vogliamo soffermare su due optional veramente validi come il sistema di navigazione “Discover Pro” e il Driver Profile Selection, cioè la selezione del profilo di guida.
La tecnologia d’infotainment è una pura evoluzione del già buono “Discover Media” che è caratterizzato da un display touchscreen capacitivo a colori da 5,8″ con sensore di prossimità (le opzioni del menu vengono ingrandite quando si avvicina un dito al display), otto altoparlanti con potenza di uscita 4 x 20 Watt, radio AM/FM, riproduzione di file MP3/WMA/ACC con indicazione dei titoli dei brani e visualizzazione delle copertine degli album, lettore CD, due slot per schede SD, ingressi multimediali AUX-IN / USB, funzione Bluetooth per telefono cellulare, navigazione dinamica con funzione aggiornamento traffico, mappe di navigazione Europa in 2D e visualizzazione della segnaletica stradale.
Il “Discover Pro” offre, in aggiunta rispetto al sistema “Discover Media”, un grande schermo da 8″, comandi vocali, lettore CD/DVD, la navigazione cartografica 3D Europa e un disco fisso da 64 GB. Avere a che fare con una tecnologia del genere rappresenta un vero piacere per il guidatore e per i suoi passeggeri: l’intuitività, la velocità e la grafica di questo schermo sono ottime, annoverando questo “Discover Pro” tra i sistemi d’infotainment migliori sul mercato.
Per la prima volta sulla Golf viene inoltre proposta una funzione che permette di scegliere il programma di guida preferito. Sono disponibili complessivamente quattro opzioni, che diventano cinque in abbinamento al DCC (regolazione adattiva dell’assetto, non presente sulla nostra vettura): Eco, Sport, Normal, Individual e, con il DCC, anche Comfort.
La selezione del profilo di guida permette di gestire in base alle proprie esigenze il funzionamento dello sterzo, del motore, del climatizzatore e dei fari adattivi, aumentando l’efficienza nei consumi o nelle prestazioni in base alle vostre scelte. Io alla fine ho scelto la configurazione Individual creando un mix, nella quale ho scelto motore e sterzo in Sport, contro clima e fari in Eco.
Prezzo e concorrenti: “Asso piglia tutto”
La Golf GTI è stata studiata e si è evoluta nel tempo per catturare una clientela sempre più ampia, infatti, mentre le avversarie aumentavano pesantemente la cavalleria, la segmento C di Wolfsburg a ogni step aumentava di 10 CV la potenza con miglioramenti mirati non solo al piacere di guida ma anche al comfort e ai consumi, per rendere questa vettura più sfruttabile in ogni situazione.
La GTI 5 porte parte da 31.200 € con una buona dotazione, ma aggiungendo gli optional di cui è dotata la Golf che abbiamo provato, alcuni fondamentali, il prezzo sale di circa 6.800 euro: grigio grafite metallizzato (625 €), fari Bi-Xeno adattivi con lavafari e luci diurne a LED (1656 €), Lane assist & Dynamic light assist (704 €), Mirror Pack (225 €), navigatore satellitare “Discover Pro” (1740 €), Park Pilot (645 €), ruota di scorta minispare (150 €), Driver Profile Selection (119 €) e Smoke Pack (62 €).
Qualificandosi come “Asso piglia tutto”, la Volkswagen Golf GTI attira clienti che guardano alle sportive di segmento C come Bmw Serie 1, Mercedes-Benz Classe A, Kia Pro_C’eed GT, Audi A3, Alfa Romeo Giulietta, Opel Astra , Ford Focus, Renault Megane e Volvo V40, ma addirittura anche coloro che non si accontentano delle “piccole bombe” di segmento B come, Renault Clio RS e Peugeot 208 GTi, potendosi ovviamente permettere di spendere cifre ben maggiori.
La Golf GTI rimane ancora oggi, quasi quarantenne, un punto di riferimento per tutto il mercato delle compatte sportive, dimostrando che una contenuta ma ben curata evoluzione porta a risultati certi.
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