Le lettere “G”, “T” e “I”, messe insieme in questo preciso ordine, rappresentano ormai un mito e raccontano di una delle poche auto fedele negli anni al concetto cardine di tanto tempo fa: la sportività. Rispetto alla precedente generazione è più elegante e dà meno nell’occhio, se non per l’intramontabile baffo rosso. Insomma, la Volkswagen Golf GTI è in costante evoluzione, un miglioramento, mai uno stravolgimento, seguendo quelli che sono i trend del mercato a livello di design, tecnologia, sicurezza e prestazioni.
Appena si entra dentro alla Volkswagen Golf GTI, da un lato la sensazione è di tornare indietro nel tempo, a oltre 42 anni fa, per la precisione nel 1976, anno in cui arrivò nel mercato la prima GTI, ovvero la prima auto sportiva accessibile a un pubblico vasto grazie a un assetto sicuro, un controllo eccellente e, soprattutto, un motore a iniezione scattante, ma parco nei consumi.
Dall’altro lato pero il mitico frontale della Volkswagen Golf GTI si è caratterizzato dalla griglia a nido d’ape e dalla linea rossa sul bordo inferiore della calandra, in aggiunta troviamo tre lamelle aerodinamiche laterali. La percezione di dinamicità è data anche dal disegno dei fari anteriori e dallo splitter nero sul bordo inferiore dello spoiler. Nella parte laterale, quello che salta agli occhi immediatamente, sono i dischi freno anteriori auto ventilanti con pinze freni rosse e logo GTI che spiccano dai cerchi in “Milton Keynes” da 18’’. Chiudono il lotto i due scarichi al lati opposti della carrozzeria.
Mentre le dimensioni della GTI sono tipiche del segmento C di appartenenza: lunghezza 4.268 mm, larghezza con specchi esterni 2.027, altezza 1.442, visto l’assetto ribassato di 15mm rispetto alle versioni ordinarie.
La sensazione di modernità una volta a bordo è data soprattutto dall’infotainment, novità del recente restyling Golf, che porta al debutto il Discover Pro gestibile tramite comandi gestuali (opt. a 2.045€), molto scenografico, una vera chicca tecnologica con il suo schermo da 9,2 pollici. Al top anche l’Active Info Display di serie: un display da 12.3 pollici che sostituisce il cruscotto analogico, niente più lancette o contagiri, quasi tutto viene gestito dallo schermo, di chiara ispirazione Audi; anche se l’indicatore della benzina, ad esempio, non è affatto visibile. Parallelamente è stata ampliata la gamma delle App e dei servizi online, mediante il MirrorLink e la nuova App DoorBird, sarà possibile, per esempio, aprire direttamente dall’auto in marcia, la porta di casa.
Ritorno alle origini con gli inconfondibili sedili con trama scozzese rivisitati in versione ancora più sportiva, molto avvolgenti nella seduta, ma anche un po’ rigidi nei lunghi viaggi e dotati di diverse regolazioni. Anche i sedili posteriori sono ergonomici in tipico stile sportivo, purtroppo il posto centrale risulta un po’ sacrificato, ma non poteva che essere cosi, visto il tunnel molto alto. Nel complesso un interno funzionale e di facile comprensione; i materiali della plancia sono di grande qualità come d’altronde gli assemblaggi, evidentemente effettuati in maniera maniacale, forse un po’ di colore all’interno dell’abitacolo non guasterebbe, ma d’altronde, il monocolore nero, sobrio e tipicamente tedesco, la fa da padrone, eccetto alcune impunture rosse: siamo pur sempre su una GTI.
L’estetica specifica della Volkswagen Golf GTI è completata, infatti, dal volante sportivo rivestito in pelle, con comandi multifunzione, ma dalla corona molto sottile, dall’illuminazione ambiente rossa e dalla pedaliera in acciaio inox spazzolato. Spazioso il giusto il vano di carico, molto regolare nella forma e con una capacità di 380 litri (espandibili a 1.270), utile la possibilità di scegliere tra due altezze per facilitare lo stivaggio o aumentare il volume.
La Volkswagen Golf GTI in prova è spinta da un motore 4 cilindri 2.0 TSi con 245 cv, dall’erogazione fluida anche ai bassi regimi, ma con tanta coppia 370Nm da 1.600 a 4.300giri, che porta ad un crescendo di accelerazione sino al limitatore, il tutto ottimamente distribuito dal cambio a doppia frizione a sette rapporti DSG. I numeri sono di tutto rispetto, infatti passa da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi e raggiunge una velocità di 250 km/h.
Il comportamento dinamico è da sportiva, come si richiede ad una GTI, ed anche l’assetto è globalmente rigido, ma sa esser confortevole con gli ammortizzatori attivi, con il retrotreno che segue fedelmente le traiettorie e la frenata risulta “vigorosa”. Da non dimenticare il fondamentale lavoro che svolge il blocco del differenziale anteriore elettroidraulico a bloccaggio trasversale XDS+ che garantisce trazione in abbondanza e contribuisce a migliorare il comportamento dinamico rendendo più preciso l’inserimento e la percorrenza di curva, aumentando la forza motrice sulla ruota più esterna alla curva in modo da mantenere il maggior controllo possibile. L’ESP è disinseribile parzialmente o totalmente, anche se è sempre pronto a recuperare le situazioni impossibili.
Lo sterzo progressivo è molto preciso in ogni situazione, grazie alla rapportatura variabile che, a parità di angolo, diminuisce il numero di giri volante. Il peso di 1.382 Kg dichiarati non sembra male, ed influisce positivamente gli inserimenti, merito anche dei pneumatici 225/40 R18, anche se al limite il sottosterzo è in agguato. Per gli amanti del sound, possiamo dire che non coinvolge come quello della sorella maggiore Golf R ma, in scalata, utilizzando il cambio al volante, questa GTI ci ha dato soddisfazioni.
Sulla Volkswagen Golf GTI si elevano poi gli standard in fatto di sicurezza, oltre alla sicurezza dinamica di una assetto ben piantato, troviamo nuove funzioni e tecnologie, che permettono di rendere confortevoli i trasferimenti in in autostrada, come l’ACC , il nuovo sistema di assistenza nella guida in colonna (guida parzialmente automatizzata fino a una velocità di 60 km/h), il Lane Centering e Lane Keeping Assist, Light assist, Sign Assist e la frenata di emergenza City con riconoscimento dei pedoni (Front Assist) al pari dell’Emergency Assist, anch’esso inedito per il segmento.
Saliti a bordo e la posizione di guida si trova immediatamente, già nei primi chilometri ci si sente perfettamente a proprio agio: il cambio è veloce e i paddle ben dimensionati e lo sterzo vanta una precisione individiabile. La Volkswagen Golf GTI è ben affilata, l’assetto regala sempre un’ottima tenuta e tanto grip in curva. Quest’ultima GTI è veramente tanto equilibrata, non entra mai in difficoltà e segue i suoi “binari” in modo quasi noioso.
Il sound è ben modulato, forse un po’ finto: a velocità di crociera o in autostrada non di fa sentire minimamente, mentre quando si preme sull’acceleratore in modalità Sport, diventa più coinvolgente, all’interno come all’esterno, dove non risparmia qualche – raro ma entusiasmante – scoppiettio.
L’ultima GTI consuma un meno della precedente generazione, siamo sui 12km/l di media, mentre in autostrada con il tachimetro a 130 il motore ronfa a soli 2050rpm in settima, si arriva a 13km/l. I viaggi sono altresì rilassanti se non fosse per un discreto rumore di rotolamento, complici i pneumatici extralarge. Così la Golf GTI, con l’esperienza di una giovane quarantenne ruspante rimane, come sempre un buon compromesso, tra una macchina per i track day ed una sportiva per l’uso quotidiano. Insomma rimane un punto di riferimento per tutto il mercato delle compatte sportive, dimostrando che una contenuta ma ben curata evoluzione porta a risultati certi.
La Volkswagen Golf GTI parte da 37.800 €, sembrano tanti lo so, ma partiamo con lo specificare che non si tratta della GTI liscia, ma parliamo della “vecchia” versione GTI Performance 245cv, che recentemente ha perso la sua seconda denominazione, in più partiamo con una buona dotazione di base, certo aggiungendo gli optional dell’esemplare provato (metallizzato, LED pack, Adaptive Chassis Control, Discover Media e Park Assist) superare i 43 mila è un gioco da ragazzi.
La Volkswagen Golf GTI attira clienti che guardano alle sportive di segmento C, e si piazza tra due filoni. Se da un lato troviamo le meno estreme Bmw Serie 125i, Mercedes-Benz Classe A250; dall’altro le prontopista Audi S3 Sportback, Hyundai i30N, Renault Megane RS. Forse unica concorrente diretta rimane l’italianissima Alfa Romeo Giulietta Veloce.
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