L’attacco russo ordinato da Vladimir Putin a discapito dell’Ucraina circa una settimana fa sta portando danni a tutta l’economia mondiale. A subire principalmente le ripercussioni del conflitto sono le aziende europee. Da questo discorso non sono esclusi anche i colossi del mondo dell’automotive, che si stanno confrontando con difficoltà di approvvigionamento. Questi disguidi hanno dato modo ai brand automobilistici di sottoscrivere pienamente e senza indugi quelle che sono delle vere e proprie sanzioni comminate ai russi, quindi Volkswagen e Volvo hanno aderito a questa iniziativa interrompendo le consegne di vetture ai concessionari presenti in Russia.
I concessionari russi non riceveranno nemmeno veicoli da Daimler Truck, e si attende a breve la posizione ufficiale di Stellantis, che dovrebbe ricalcare quella dei concorrenti. Stesso discorso per Toyota, la quale intraprenderà una sospensione di consegne dovuta anche all’attacco informatico subito recentemente.
In forte difficoltà non sono solo le vendite, in quanto in Ucraina hanno sede importanti industrie che forniscono componentistica di vario genere. È proprio il caso di Volkswagen, che dal territorio ucraino si rifornisce di cavi elettrici, e dunque a Wolfsburg hanno dovuto prendere la difficile decisione di fermare le catene di montaggio dello stabilimento di Zwickau. Proprio in questa città vengono prodotte tutte le vetture elettriche del Gruppo, eccezion fatta per la Skoda Enyaq. Significa dunque che al momento non saranno prodotte altre Volkswagen ID.3, ID.4 ed ID.5, oltre ad Audi Q4 e-tron e Cupra Born. A pagarne e conseguenze sono quindi i clienti finali, i quali dovranno confrontarsi sicuramente con tempi di attesa decisamente lunghi.
Fermando la produzione, Volkswagen ha deciso di mettere i lavoratori in regime di cassa integrazione, con la speranza che l’invio dei componenti possa ripartire al più presto, sempre che non si trovi in tempi brevi un’alternativa o che le sorti del conflitto peggiorino ulteriormente.
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