Il CEO di Volkswagen Oliver Blume chiede un piano europeo chiaro e incentivi reali per le auto elettriche
Il conto alla rovescia verso il divieto di vendita di auto termiche nel 2035 è già iniziato, ma l’Europa sembra ancora divisa su come affrontare la transizione ecologica. A lanciare l’allarme è Oliver Blume, CEO del Gruppo Volkswagen, che invita Bruxelles e i governi nazionali a una strategia “concreta, convincente e unificata” per non compromettere il futuro dell’industria automobilistica europea.
Blume non mette in discussione il Green Deal UE, che prevede dal 2035 la vendita esclusiva di auto elettriche, a idrogeno o alimentate a e-fuel, ma denuncia la mancanza di strumenti concreti per accompagnare il cambiamento. «L’industria è pronta — ha dichiarato — ma senza politiche coerenti rischiamo di fare danni enormi all’intero settore».
Incentivi, rete di ricarica e costi: la ricetta di Volkswagen per la svolta green
Secondo Blume, la transizione verso la mobilità elettrica non può essere imposta solo con divieti. Servono incentivi fiscali solidi e duraturi per rendere l’acquisto di una BEV (Battery Electric Vehicle) realmente accessibile.
Non a caso, il CEO ha ricordato che la piattaforma per i nuovi bonus auto 2025 aprirà il 22 ottobre, ma ha anche sottolineato che gli incentivi da soli non bastano: serve una rete di ricarica capillare e affidabile in tutta Europa, dalle grandi città ai piccoli centri rurali.
Un altro punto critico è il costo della ricarica pubblica, che in Paesi come l’Italia resta tra i più alti d’Europa. «Per convincere davvero i cittadini a passare all’elettrico, bisogna garantire che sia una scelta non solo sostenibile, ma anche economicamente vantaggiosa», ha affermato Blume.
“L’industria è pronta, ma non può farcela da sola”
Il Gruppo Volkswagen è oggi uno dei protagonisti della transizione: una vettura su cinque venduta dal colosso tedesco è già elettrica o ibrida plug-in. Tuttavia, lo stesso Blume riconosce che non è abbastanza.
La sfida non è più solo industriale, ma politica e sociale. Secondo il CEO, l’Europa ha bisogno di una visione comune tra governi, aziende e cittadini per evitare che la transizione si trasformi in un boomerang per l’economia. «La Germania — ha sottolineato — sta attraversando una fase difficile, con fabbriche in crisi e migliaia di posti di lavoro a rischio. L’auto è una colonna portante del nostro sistema industriale: se cade, cade l’intero edificio».
Le ibride tornano al centro del dibattito
Mentre il regolamento UE 2035 sembra ormai definito, cresce la pressione da parte di molti costruttori — e di diversi Stati membri — per includere anche le auto ibride tra le tecnologie ammesse dopo quella data. Le ibride rappresentano infatti una soluzione di transizione più flessibile e adatta ai mercati dove la rete di ricarica è ancora insufficiente.
Blume non ha escluso che il Gruppo Volkswagen possa sostenere questa proposta, purché rientri in una strategia più ampia e coerente con gli obiettivi climatici europei.
Un appello all’Europa: servono decisioni concrete e coordinate
Il messaggio di Blume è chiaro: la transizione elettrica non può essere lasciata al caso.
Senza un sostegno politico coordinato, le case automobilistiche rischiano di trovarsi da sole a gestire una rivoluzione industriale che richiede investimenti miliardari e tempi di adattamento più lunghi.
In sintesi, il CEO di Volkswagen ha ribadito che l’industria è pronta, ma l’Europa deve esserlo altrettanto. Il successo della mobilità elettrica, infatti, non dipenderà solo dalle auto prodotte, ma da una rete efficiente, costi sostenibili e fiducia dei consumatori.

