Il disappunto del pilota dell’Aston Martin: la sua voce, fuori dal coro, pronta ad affrontare la realtà. Come ormai consuetudine, Sebastian Vettel ha manifestato le proprie idee ed è stato critico nei confronti di decisioni a suo parere discutibili.
Il primo episodio di critica è successo a Budapest, dove il pilota dell’Aston Martin si è presentato in griglia con t-shirt, scarpe e mascherina a sostegno del movimento LGBT, criticando concretamente la posizione del governo ungherese che ha emanato una legge di “protezione dell’infanzia” dietro la quale si cela discriminazione nei confronti di diversi individui e una qual dose di omofobia.
Stavolta il tedesco ha avuto da ridire sulla svolta presa dalla F1, che nel calendario sta inserendo di anno in anno una tappa in più dedicata a nuove frontiere fino a pochi anni fa totalmente estranee al Circus, dando sempre più importanza a location governate da emiri. Dopo Abu Dhabi e Bahrain, nel 2022 la Formula 1 esordirà a Gedda, in Arabia Saudita ed il passaggio in Qatar sarà l’anteprima di un accordo decennale già siglato e che inizierà nel 2023.
Vettel ha detto: “Andiamo in tantissimi paesi dai quali riceviamo dei soldi che non sono esattamente puri. Credo che sia sbagliato fare tappa in alcuni posti, perché se si ha una morale da rispettare bisognerebbe semplicemente dire di no, anche perché alcune decisioni hanno delle conseguenze su tutto il paddock. Prendiamo i meccanici ad esempio. Loro non hanno alcun potere nel decidere dove svolgere il loro lavoro. Credo che la F1 debba essere più responsabile nelle decisioni che prende”.
Quindi dopo queste parole e l’abbigliamento indossato in Ungheria, il tedesco potrebbe mettersi addosso degli indumenti significativi per manifestare le sue opinioni. Aspettiamoci sorprese per la prima tappa in Medio Oriente, la prima di tre: il GP del Qatar del prossimo 14 novembre.
Autore: Angelo Petrucci
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