Attualmente una Lamborghini elettrica non avrebbe successo: è quanto dice Rouven Mohr, direttore tecnico della Casa di Sant’Agata Bolognese. Il perché è noto a chiunque, ossia la domanda bassissima di full electric in Europa per qualsiasi categoria di auto, a maggior ragione per una supercar. Un conto sono le citycar a batteria per spostarsi dal punto A al punto B in ambito urbano, un altro le vetture iper prestazionali.
D’altronde, uno dei dubbi più forti in merito alle hypercar a corrente riguarda l’assenza del rombo del motore, che affascina, fa battere forte il cuore, rappresenta uno status symbol a qualsiasi latitudine, sia fuori dal Casinò di Monte Carlo sia sulle Alpi svizzere. Privare una Lambo dell’energia sonora del benzina iper vitaminizzato sarebbe un rischio elevatissimo, tanto più in questo periodo in cui a livello generale si capta una sorta di avversione per il full electric.
Si resta nell’equilibrio perfetto: Lamborgini Revuelto con motore V12, Temerario biturbo e SUV Urus con assistenza elettrica: il Toro è già molto avanti come impiego della batteria a supporto di una belva a benzina. Un ibrido che ti schiaccia il corpo contro lo schienale quando va in accelerazione, al contempo carezzando le orecchie con la sua voce sexy. Se ne riparla nel 2028, magari con una Lambo gran turismo 2+2 a forma di SUV del tutto a corrente. D’altronde la Lanzador lanciata alla Monterey Car Week 2023 ne ha decisamente anticipato l’arrivo…
Autore: Mr. Limone
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