Una data che, nella vita di Kimi Raikkonen, rappresenta più di una pura casualità. Un anno fa, proprio nella serata di una domenica autunnale, l’ormai quarantenne (auguri!) pilota finlandese, da noi intervistato alla vigilia dell’ultimo Gran Premio di Monza, andava a vincere il suo ultimo GP con la tuta rossa ad Austin, Gran Premio degli Stati Uniti 2018. Oggi, però, parliamo di un altro 21 ottobre, quello dell’ultimo titolo mondiale della Ferrari, quello della vittoria di Kimi Raikkonen al GP del Brasile 2007.
Non fu una stagione facile per la Ferrari, quella di 12 anni fa. Certo, la macchina era competitiva, ma c’era una McLaren altrettanto in forma a darle battaglia. Giusto per arrivare al dunque, tutti gli appassionati hanno in mente il Gran Premio di Cina e l’amaro ritiro, ai lati della corsia d’ingresso alla pit lane, di un certo Lewis Hamilton, al primo anno di una carriera che oggi ci sta per consegnare un pilota da sei titoli mondiali.
Proprio in Cina fu Raikkonen a vincere, portandosi a cinque vittorie (quattro a testa per Hamilton e Alonso, con Massa ormai fuori dai giochi) e a – 7 punti dalla vetta. Si arriva così in Brasile, al penultimo anno in qualità di gara conclusiva della stagione, prima dell’avvento di Abu Dhabi a partire dal 2009.
Tre i piloti a contendersi il titolo, non accadeva dalla stagione 1986. Hamilton è il favorito ma in pole parte Massa, carico come non mai quando correva da protagonista a casa sua. Raikkonen fu lesto a passare Hamilton al via, con l’inglese che andava accusando problemi al cambio, tanto da finire in fondo al gruppo, poi 7° al traguardo. Con Lewis apparentemente fuori dai giochi, solo una doppietta poteva consegnare nelle mani di Raikkonen quello che diventò poi l’ultimo titolo mondiale della Ferrari. Ci fu anche il brivido del dopo gara, causa analisi della temperatura del carburante di BMW Sauber e Williams, analisi che avrebbe potuto ribaltare la classifica favorendo in questo modo Lewis Hamilton, ma così non avvenne.
La sesta vittoria di quella stagione e un misero punto di vantaggio permise a Raikkonen di terminare con 110 punti contro i 109 di Alonso/Hamilton e le campane a Maranello suonarono a festa, come non accadeva dal 2004, quando Schumi vinse il suo settimo e ultimo titolo, al Gran Premio del Belgio. Fu la vittoria n. 201 per la Scuderia Ferrari, una delle più importanti, il 15° successo in carriera per Raikkonen, cui ne seguirono altri 6 negli anni successivi, l’ultimo, come ricordato, proprio un anno fa negli Stati Uniti con la SF71H.
Kimi Raikkonen: “E’ molto difficile per me spiegare con le parole quello che provo in questi momenti: è un’emozione incredibile. Voglio ringraziare la squadra per tutto quello che ha fatto durante quest’anno. Anche quando abbiamo passato dei momenti difficili e ci avevano dati per spacciati non abbiamo mai mollato la presa e questo impegno oggi ha avuto la sua ricompensa. Un grazie va anche ai miei genitori, a mia moglie Jenni e a tutti coloro che hanno creduto in me. Ho conquistato quello che inseguivo da tempo: ora tutto quello che verrà sarà un qualcosa in più. Oggi è stato fondamentale l’aiuto di Felipe, che è stato straordinario: dovevamo fare la doppietta e poi vedere che cosa avrebbero fatto gli altri. Stavolta, le cose sono andate nella nostra direzione ed è arrivato qualcosa di inaspettato. Quest’anno per me è stato molto bello: mi sono goduto la Formula 1 come non mi era mai capitato in precedenza. Alla Ferrari ho trovato una grande famiglia e sono orgoglioso di aver vinto il titolo insieme a loro. Un grazie va anche ai nostri sponsor, tecnici e commerciali.”
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