Dopo lunghissime trattative, finalmente il Consiglio Ambiente dell’Unione Europea ha trovato un accordo sul divieto di vendere motori a combustione dal 2035. La soluzione adottata è palesemente quella del compromesso, aprendo ai carburanti alternativi quali e-fuel e biocarburanti, includendo un controllo intermedio da realizzare nel 2026 per valutare i progressi fatti verso i target previsti.
Quindi la nota ufficiale recita, in linea massima, che entro il 2035 le auto ed i veicoli commerciali nuovi dovranno raggiungere l’obiettivo della riduzione del 100% in termini di emissione di CO2. Nel paragrafo successivo si legge testualmente. “Il Consiglio Ue prevede che la ricarica dei veicoli in tutti gli Stati membri sarà assicurata dalla relativa revisione dell’impiego di una infrastruttura di carburanti alternativi. Inoltre, nel 2026 la Commissione valuterà i progressi fatti per raggiungere l’obiettivo del 100% di riduzione della CO2 e la necessità di rivedere questo obiettivo prendendo in considerazione gli sviluppi della tecnologia, compresi quelli relativi alle tecnologie ibride plug-in, e l’importanza di una transizione verso le zero emissioni sostenibile e socialmente equa”.
A quanto pare il Consiglio Ambiente dell’Unione Europea ha deciso di andare incontro alla proposta presentata dalla Germania con l’appoggio dell’Italia, tra i Paesi più preoccupati dal phase-out. Da Berlino si chiedeva anche di specificare che i combustibili fossero “neutri in termini di emissioni di CO2, non sostenibili”. Ora la discussione con Europarlamento e Commissione Europea che dovrebbe partire il prossimo mese, con l’obiettivo di concordare un testo che dovrà essere formalizzato dalle due Istituzioni competenti e diventerà così regolamento, da applicare direttamente in ciascuno Stato membro. Le tempistiche prevedono la chiusura di tutto entro il prossimo autunno.
A rappresentare l’Italia è stato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, che ha detto: “La neutralità tecnologica deve essere garantita con nuovi carburanti o biocarburanti anche dopo il 2035. Un’auto elettrica potrebbe costare sei mesi di stipendio ad alcuni cittadini e dieci anni ad altri. Bisogna considerare deroghe specifiche per i piccoli costruttori ed attuare una progressiva eliminazione dei motori a combustione interna per furgoni, con una tecnologia adeguata per i veicoli pesanti”.
Lo stop alla vendita di vetture alimentate a benzina e Diesel è previsto dal pacchetto di riforme climatiche Fit for 55, che mira a ridurre le emissioni di CO2 totali dell’Europa del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Questo percorso prevede anche due tappe intermedie: 2025 e 2030, quando le emissioni di CO2 delle nuove auto dovrebbero essere ridotte rispettivamente del 15% e del 55% rispetto ai livelli del 2021.
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